LA CUCINA ITALIANA 1939

LA CUC I NA I T A L I A NA Pag " 46 0l Febbraio 193l ,. xvn — Ne farò una sarta — b,-\ detto — una sarta, « finita », capace di crearsi un nome fra le signore eleganti. Se resterà zitella, Loredana potrà guadagnarsi co- modamente ¿J pane e qualcosa più del An c he una donna g i ov ine, be l la ed elegante può portare la sua gra f ia in cucina e regnarvi come nel p iù aristocrat ico de i salot t i, ~ ' Ne l vicinato la risoluzione della signo- ra Premoh è stata molto commentata. La giovane stenodattilografa dal cappellino a vela che è venuta oggi da Rosetta a «chi eder l u m i , per lo sformato trico- lore, si è espressa al riguardo con u n i certa ironia. — Non mi meraviglierei — ha condu- j o — se della figlia minore i signori Pre- moh, ne facessero una cuoca! — Cara amica — le ho detto — voi, senza immagmarvelo, avete sfiorato un argomento di vibrante attualità. La signora mi ha interrogato coi begli occhi azzurri cerchiati di blu. — Giusto in questi giorni ho ripre- so — in uni interessante artìcolo, una valorosa giornalista, a noi tanto cara co- me romanziera, ha invi tato le giovani del- la piccola e media borghesia, a cui in- combe la necessità di provvedere alla propria esistenza, ad includere la « pro- fessione della cuoca » nel numero dei la- vori che, spettando originariamente alla donna, sono destinati a sostituire quelli dai quali l 'elemento femmini le è stato o sta per essere escluso. ' L a tesa del cappellino verde, seguendo un moto di disapprovazione della steno- dattilografa, ha oscillato in misura preoc- cupante. Una mia vicina di casa, la signora Pre- moli, ha preso la risoluzione di mandare la sua secondogenita, la dodicenne Lore- dana, a imparare a cucire di sarta. Ne ha tre, figlie, la signora Premol i. La maggiore è ragioniera. Fino al mese scorso era occupata in un'azienda com- merciale; ma, in seguito a disposizioni sul personale impiegatizio femmini le, è stata licenziata. Ed ora si annoia e sospira in attesa di una nuova occupazione. L' oz io le pesa, ma non sa a quale lavoro dedi- carsi. La casa, che pure ha tanti ri-, chiami per la buona volontà di una donna, non le dice nulla. Usa alle pu- lite fatiche della partita doppia, la gio- vane ragioniera ostenta un'avversione de- cisa per le faccende domestiche, specie per la cucina, che considera come neces- sità volgari, incompatibili con la sua in- telligenza e con la morbidezza delle sue belle manine, avvezze a reggere il peso l ieve della penna. Cucire, sa quel tanto che basta per confezionare qualche ba- gattella elegante. Ma, se, una calza si smaglia (oh, tragedia delle calze femmi- nili!) se uni nastro si rompe, un bottone salta via, una cerniera si allenta, c 'è la mamma; la mamma, il cui lavoro, già ab- bastanza gravoso, viene ad essere aumen- tato dal! 'obbligo di riparare le piccole falle che, giorno per giorno, compromet- tono l ' integrità del l 'abbigl iamento della figlia maggiore. Punti e puni i. — Troppi punti! — si è forse detta qualche volta la brava massaia mentre, gli occhiali sul naso, era intenta a fare ricuciture e rammendi. E, piano, piano, deve essere maturato nella sua mente il proposito di avviare una almeno delle tre figlie ad un lavoro che, anche a lei, po- vera mamma affaticata, possa essere di sollecita utilità. Quando poi alia figlia ra- gioniera si è imposto, per ragioni d' indi- scutibile opportunità, l 'obbl igo di rinun- ziare al l ' impiego in favore di un collega maschio, la signora Premoli si è sentita in dovere e in diritto di scegliere per la sua secondogenita un lavoro di assoluta spettanza femmini le. pane. Se poi troverà da accasarsi la co- noscenza del mestiere le servirà per cu- cire i propri vestiti e quelli delle figlie sue; e sarà tanto di guadagnato per l 'e- conomia domestica. Quando è venuta a conoscenza della decisione materna, la ragioniera ha arricciato il naso: — La sarta! Ohibò! Il pareli tato che comprende buon nu- mero di zie e di cugine di tendenze sno- bistiche, le ha fat to eco: — La sarta! Ohibò! Timide rimostranze sono state rivolte a cav. Premol i: ma questi, ossequiente alla volontà della mogl ie, ha chiuso la bocca alle affabili congiunte con una di- gnità che rievoca lo « stile » del Padro- ne delle Ferriere, tanto caro alle nostre mamme dal cuore dolce. « Quel lo che fa e dice mia moglie — ha dichiarato — e sempre ben fat to e ben detto ». E così, ai primi del l 'anno, Loredana ha cominciato a prendere dimestichezza con I a go attraverso la monotonia delle orlature, e il tedio dei sopraffi l i. Punti e punti, anche lei. ..

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