LA CUCINA ITALIANA 1939
1° Febbraio 1939-XVII TTSTJTn r STn r STnm^^ Pag. 47 - LA CUC INA I T A L I ANA Frutti di mare: meravigl iosi prodotti del le nostre epiagge W V M W A O T V V V W W W V V V V M W V m W ^^ soddisfazioni personali vivissime ed an- che la rinomanza... guito _ ha p r e S o lo spunto da alcune considerazioni fatte da uno dei membri della commissione di vigilanza dei pub- blici esercizi di una grande città e rese note da un foglio locale. — Dopo aver visto da vicino come so- no governate e come funzionano molte trattorie di ogni categoria — così scrive, all'incirca, quel foglio — il nostro came- rata si dichiara in grado di giudicare a colpo sicuro, se una cucina è affidata ad un uomo o ad una donna. Dove c'è una donna l'ordine e la pulizia regnano so- vrani. Tut to è a posto, tutto luccica, tut- to, anche in dispensa, rivela una pro- prietà che nessun'uomo, per quanto do- tato di qualità eccezionali, riuscirebbe ad ottenere. E poiché, in genere — com- menta il giornale — dove c'è maggior Proprietà, si mangia meglio, ecco spie- gata la ragione della prosperità raggiun- ta da certe nostre tipiche trattorie, che sono governate da donne. In base a questi apprezzamenti, la va- lorosa scrittrice, ritenendo provata la ca- pacità della donna a segnalarsi nel cam- P?» » torto disdegnato, della cucina, ad- dita nella cucina, appunto, alle donne c he sono costrette a guadagnarsi il pa- ne, « u n l a v o r o dignitoso e redditizio che non contrasta con nessuna delle qualità e possibilità femminili, ma che anzi le Potenzia e le valorizza tutte ». La steno-dattilografa ha storto il boc- c h m o dipinto a cuore. , D o v r à passare molto tempo prima , Possiamo abituarci all'idea di una onna di buona famiglia cuoca in un al- r go. in un ristorante o in una casa si- gnorile. — Niente meno! —- Come sono arrivati alla fama gli uomini, potrebbero bene arrivarci le don- ne! Le donne, dicevo, non esiterebbero a indossare la giubba bianca e ad ergersi fieramente di fronte al cuoco-maschio per contendergli il diritto all'esclusività —- che fino ad oggi gli hanno lasciato di buon grado! — dell'aristocrazia della cu- cina. — E voi credete — mi ha domandato la signora dal cappello verde —» che le donne siano veramente ragliate sulla mi- sura del cuoco di classe? Io, per me, ne dubito. Altra cosa è fare uno sforma- to tricolore per la propria famiglia, o ar- rostire un pollo, o preparare i carciofi al- la Villeroy, altra cosa è mettersi la giub- ba bianca per far fronte alle esigenze del pubblico. —• D'accordo. Ma vi faccio osservare che, dicendo donne, non intendo riferir- mi alla totalità delle donne. La cucina, intesa come un complesso di cognizioni sulla qualità, la freschezza, il valore nu- tritivo di ciascun alimento e culminante in veri e propri prodigi di manipolazione, è un'arte; arte gaia, bonacciona, sensua- le, ma sempre arte: e come tale, ha i suoi eletti. Si nasce forse tutti, pittori o scultori, o musicisti? Così non tutti si può nascere cuochi. Per un Brillat-Sava- rin, che ha « scolpito », un secolo e mez- zo fa, in un codice di gastronomia, la sua scienza geniale, quanti uomini sono vissuti e vivono in una candida igno- ranza delle più elementari nozioni di cu- cina? E per una donna che disimpegna con amore grande il suo compito di cu- ciniera, quante ce ne sono che amman- niscono, pei loro cari, pietanze tutt'altro che raccomandabili? Ma fra le abbonate alla nostra Rivi- sta qualcuna ce n'è che, misurandosi con le difficoltà delle preparazioni dell'alta cucina, arriva a successi pieni e lusin- ghieri : cuoche nate che, se portassero tanta abilità nel campo professionale, po- trebbero fare la fortuna di un ristorante di lusso o la gioia di una famiglia si- gnorile. Per queste care amiche bisognerebbe ri- solverci a creare una distinzione, una specie di « Nastro azzurro » della Cuci- na Italiana... La steno-dattilografa ha avuto un sor- riso di un significato indefinibile. •—« Rosetta sarà la prima ad esserne insignita. Io dichiaro fin d'ora la mia ii> degnità. Frida l UW l U V W l V V U l Y YV YYYYYYYYYY LYYYYYYYYYVY>YY\YWWWWW* .WWWWWWWYVY\Y\\YYVYYYYY\va In fatto di conquiste femminili — e questa sarebbe veramente una conqui- sta, non essendo stato finora scritto nes- sun nome di donna nell'albo d'oro del- la gastronomia — non si possono fare profezie. Se domani le donne riuscisse- ro a convincersi che nella cucina, eser- citata come un'arte, raffinata, aristocra- tizzata dall'intelligenza e dal buon gusto, non vi è nulla di degradante, ma che, all'opposto, essa può dare a una. donna L' invalido ài guerra Filiberto Romanini, di Roma, ha inventato un oggettino per la casa che appare di grande utilità e praticità l là grattugia da tavola. La comodità di essa è dovuta al fatto che il formaggio che si deve grattugiare viene lenta- mente- compresso da una molla spirale fino a sua completa triturazione evitando cosi di tenerlo in mano, con m'olto vantaggio per l'igiene oltre che per chi l 'usa. L'apparecchio è di piccole dimensioni e cioè : cm. 1 4 X 9 X 5 e funziona a mezzo di un* piccola manovella. Ad illustrazione di esso presentiamo qui sopra due disegni : Fig. 1. Apparecchio chiuso: estetica nel suo insieme. Fig. 2. Schema dell' apparecchio e suo funzionamento meccanico interno. L' invenzione è già stata brevettata e quanto prima yedrepio iul m e l e t o queste? piccolo, econcv BUCO, grazioso * umilissimo oggetto pei la cucina.
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