LA CUCINA ITALIANA 1939
1 ° F e b b r a i o 1 9 3 9 - X V I I I S T n T i t t n n r r a n f i n r i n r S ^ ^ P a g> 5 5 . L A C U C I N A i t a l i a n a MIO D'OLIVA - SORGENTE DI BELLEZZA ! LA F R E SCH E Z ZA DE L L ' EP I DERMI DE È U N T E SORO CHE S VAN I S CE CON GLI A N N I . L ' OL IO D ' OL I VA, L ' A N T I CO OL IO DI B E L L E Z Z A, È I L SO LO CHE POS- SA G I OVARVI I iiiiiiftiiriiì II Sapone Palmolive, a base di oli di oliva e di palma, ridona alla pelle 10 splendore dell'adolescenza. Tutti vi riterranno molto più giovane di quel che siate. La morbida * penetrante schiuma del Palmolive, rende * * la carnagione frc< a e morbida, pulisce i pori e conserva fine i 11 tessuto. Usate Palmolive al mattino $ ^ teis^ e alla sera e V ,-i g f p p l ne resterete *V f ^MÈ meravigliata l y dai risultati I f i PRODOTTO IN ITALIA sa in una teglia unta col burro e spol- verizzata di pane grattato. Si cuoce al forno non troppo caldo per circa 40 mi- nuti. Iole Sestini Fauglia Crauti all'Italiana Per la sig.ra Matile Michelassi, come da sua richiesta pubblicata nel mese di dicembre. Preparate un soffritto con un quarto di cipolla tritata e gr. 35-40 di pancetta, pure finemente tritata, ed una noce di burro. A giusto calore, unitevi il cavolo bian- co, che prima avrete preparato mon- dato dai torsoli e tagliato in piccole li- stelle. Aggiungete un po' di brodo, o — se non ne avete — acqua e un dado, salate e lasciate cuocere lentamente e ri- mestando sovente per evitare che si at- tacchi; tenete sempre coperto perchè co- si non riuscirà duro. A cottura ultimata aggiungete un mezzo cucchiaino di zuc- chero stemperato in due dita di bicchie- re d'aceto buono e date fuoco abbon- dante, scoprite e rimestate, fate sì che l'aceto si consumi e Vosi ben caldi por- tate i cavoli in tavola per contorno al cotechino o zampone oppure anche ad un modesto polpettone fatto con qualche avanzo di carne cotta con l'aggiunta di un po' di salume. Clara Ariotti Bologna La " pappa " La gentile amica che firma « zia Ama* lia » e della quale sono state pubblicate le ricette per un pranzo sbrigativo, nei- l'ultima « Cucina » suggerisce, fra l'al- tro, quella del « pane cotto *>. Io lo faccio spesso, ma in altro e più sbrigativo modo, e mando a voi la mia ricetta-calda, gustosa e sbrigativa. Si taglia in pezzi non troppo piccoli del pane raffermo e si mette in una casse- ruola coperto d'acqua leggermente sala- ta, un po' d'olio, e una foglia d'alloro (se il suo odore vi piace). Si fa cuocere lentamente, finche il pane non si è be- vuta tutta l 'acqua. Occorrono, come mas- simo 10 minuti di ebollizione. Si condi- sce con un po' di sugo, e formaggio grat- tugiato. E' un'ottima minestra rinfrescan- te (perchè condita con olio), Anna San Cesarlo (Lecce) f i d o l o r i nel dorso ' „ Risanatesi«» r uso v«f» * " e , N ' ei f ìpace diuret i co OVUNQUE' fc.7.VA SCATOU* ta di grano saraceno e luganiche di pu- ro maiale. Ma se qui la « fainà » non si fa, essa mi piace ed è un caratteristico ricordo di carugi genovesi; di sani lavo- ratori che ne addentano una fetta, che sarà seguita, potendolo, da altra di tor- ta Pasqualina; un odore di pesto e di pe- sce del simpaticissimo ed attivo ambien- te Zenese. La farina di ceci è buonissima e nu- triente al pari di quella di altre legumi- nose. Quella di ceci gialli, i più usati, ci dà il 12 % di albumina vegetale; il 6 e mezzo per cento di grassi; il 61 % di carboidrati, e dà ben 360 calorie. Ottimo ne viene il brodo, tostando la farina in olio caldissimo con aggiunta, quando è rossa, di cipolle ed uno spicchio d'aglio, mettendovi poi acqua e facendo bollire per un'ora. Ne provai quest'anni la semina di al- cuni grani qui a Rovereto (m. 180), cre- do sia troppo basso, perchè ne ebbi fo- glie, ma non fiori. Vorrei attraverso le N . R. tentare la prova a diverse altime- trie. Sarebbe molto chiedervi, verso mar- zo, di farmene avere un etto e, dirmi an- che se la cultura in Liguria è simile a quella dei piselli o del fagiuolo nano, uni- ca notizia pescata su d'un manualetto di orticoltura? Sono pienamente d'accordo con voi dell'utilità, nella lotta autarchica, di valorizzare cibi rustici, atti a farci ri- sparmiare frumento, e che tale compito spetti alla massaia. Saluti affettuosi. Amalia Piscel Torta di pan grattato Uova n. 6; zucchero gr. 320; limone fresco n. 1; galletta o pane grattato uni po' grosso un cucchiaio da minestra o- gni uova; rhum 3 bicchierini. Si sbattono le chiare a neve. I tuorli col limone grattuggiato e con lo zucche- ro, sbattuti bene, si uniscono al chiaro (guardando di non fargli perdere la fioc- ca) si unisce poco per volta la galletta o il pane grattato, poi il rhum. Si ver- vvvww-vvvwvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv^^
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=