LA CUCINA ITALIANA 1940
Mon t e dei Pas chi di S i ena Istituto di Credito di Diri tto Pubblico Aperto nel 1625 SEDE IN SIENA Filiali in APUANIA CARRARA - APUANIA MASSA - AREZZO - FIRENZE - GROSSETO - LIT- TORIA - LIVORNO - LUCCA NAPOLI - PERUGIA - PISA PISTOIA - ROMA - TERNI - VITERBO a in altre Piazze della TOSCANA - UMBRIA - LAZIO TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA E CAMBIO ESERCIZIO DEL CREDITO FONDIARIO E AGRARIO tra forma, anche elevatissima, di attività professionale; un dovere sociale, i cui vantaggi si giustificano dunque, oltreché nel benessere del singolo, in quello di tutta la Nazione. 1? questa l'ora della Tecnica; se in tempi passati, ma ancora recenti nel nu- mero degli anni, si è potuta dimenticare o addirittura ignorare la necessità di una completa e grandiosa attrezzatura tecnica del nostro Paese, oggi, che Tin- dustria nazionale, sotto l'impulso (lei problemi autarchici ha assunto sviluppi imprevisti, e la potenza politica dell'Ita- lia ha aperto nuovi e importantissimi centri all'attività mercantile, e le opere di bonifica e di agricoltura nella Madre Patria, nell'Albania e nell'Impero, hanno portato l'attività rurale su un piano ben più impegnativo e specializzato di quel- la che era per l'innanzi, il carattere tee. nico della civiltà fascista non può essere più trascurato, sotto pena di perdere del tutto di vista il carattere innovatore e il movimento propulsivo della Rivolu- zione fascista. Alle famiglie italiane spetta di affian- care l'opera statale di propaganda, la- sciando dietro di sè una superata menta- lità, che, procedendo su vecchi schemi, non ha tenuto fin qui conta della realtà delle cose, e soprattutto del ¡atto nuovo nell'ordine dello spirito italiano, cioè a dire della indissolubile unità di inte- resse individuale e di interesse nazionale. ELEONORA DELLA PURA Intorno ai "Maccheroni alla Chitarra,, risuena una cortes* battaglia polemica Gentile Nina, Prima di ogni cosa perdonate il mio ardire: ho letto «Maccheroni alla chi- tarra abruzzese » del cav. Pettini. Ho sempre avuto del Cavaliere una grande stima, ho letto, e leggo tuttora, con inte- resse i suoi piatti, trovo tanto simpatico il modo con cui presenta le ricette e riccome mi rincrescerebbe assai che que- sta mia simpatia venisse, offuscata, con tutto il cuore e sinceramente mi permet- to dirgli di togliere dui nostri « macche- roni» i piselli ed il trito di acciughe. Il nostro tradizionale piattp è bello ìnquantochè è genuino e, perchè resti sempre oasi simpatico e desiderabile, non dev'essere mischiato con altra roba. Il mio palato abruzzese si ribella que- sta volta, ed il mio orgoglio regionale non può restare indifferente. Il Cavaliere perdoni la mia audacia e Voi, gentile Nina, accogliete con i sen- timenti di ammirazione tutte le mie scuse. « Una Figlia della Maiella » Abbiamo comunicato quanto precède, doverosamente, al cav, uff. Pettini, e il nostro egregio collaboratore e maestro risponde con la seguente lettera: Alla gentile « Figlia della Maiella ». Sarebbe miai possibile la ribellione dei palati — quale mi annunciate nella Vo- stra — per l'offesa loro recata con l'ag- giunta di piselli e di un trito d'acciughe ai «Maccheroni alla chitarra»? Se la terra d'Abruzzo non fosse quel semenzaio di cuochi e di buongustai che tutti sanno, mi mancherebbe il coraggio di aggiungere altre parole alle Vostre cosi eloquenti; ma io mi appello a co- storo, di cui l'ingegno sottile si è spe- rimentato in peccati d'arte di fronte ai quali quello di cui vengo accusato è ben meno che venale. Conservare le tradizioni, nel caso no- stro, è una legge morale cui sottostanno tutti i popoli : e il geniale ordignuccio qualificato « chitarra », se non è disceso a far proseliti fra gli abitanti del resto d'Italia, rimane trionfante negli usi abruzzesi; e non mi stupirebbe di tro- varlo un giorno in una bacheca di quel Museo di Cucina che l'antico e dotto Se- gretario alle Belle Arti, on. Rosadi, au- spicava, perchè vi fosse convogliata tan- ta messe di pensiero artistico manifesta- tosi nei secoli intorno ai focolari do- mestici e all'opulenta cucina del Bel Paese. Se aveste pensato, Signora, che in ogni cuoco palpita l'animo di un trasforma- tore e di un innovatore, per il quale il meno che possa fare si è di dare addosso a tutte le tradizioni casalinghe per trarne fuori spanti di un'arte vivificata nel tempo, non mi avreste così, sia pure garbatamente, ripreso. Perchè il nostro modo di fare non ha nulla di quel ca- priccioso folleggiare delle eleganti in- torno ai copricapo ed ai calzari. Noi teniamo conto dei mercati, della stagio- ne, della moneta bene spesa, il tutto ri- volto all'assolvimento di un dovere fi- siologico: soprattutto ci inspiriamo alle condizioni e all'interesse economici del Paese. La semplicità stessa è per il cuo- co un'arma di cui nè i facili critici, nè — purtroppo — molte donne di casa sanno valutare l'importanza. Due acciu- ghe che inacidiscono in un barattolo, un ritaglio secco di prosciutto incapace di illudere un topo, una manciata di pi- selli ritrovata nel fondo di una pen- tola, eventualmente una o più chiare di uova che andrebbero disperse, un dado di brodo simulante del fine consumato o della ghiaccia di vitello, un pero di terra (mi raccomando di non leggere pomo di terra) liberamente camuffato da tartufo, ecc., questo ed altro, che per la massaia vale uno zero ed a un raffinato delle lettere sembrerebbe sinonimo di offesa, per noi hanno il valore di un ri- trovamento capace di aguzzarci il cer- vello fino a produrre... ciò che ad ognu- no di noi è dato immaginare. Vogliamo andare più in là? Noi ci troviamo ad ogni passo nella situazione di un Newton in attesa che ci cada in bocca la mela rivelatrice di un mistero..", cucinario. Cortese Signora, leggeteci sempre con sopportazione ed auguratevi di non di- venire alla volta Vostra una cuochessa: ce ne andrebbe di mezzo il Vostro idea- le regionalistico. Ossequi. Amedeo Pettini Reumatizzati Fate V regolarmente la vostra cura di U R O D O N i E V I T E R E TE : D O L O R I S C I AT I CA «•>«»iti»» do tota. EMICRANIA 7 ? i 7 a c L " " ' " " O B E S I T À Prato lutti I* fari« irta Aut. Fraf. MM om> - 5 VO imi ) 1-1-3« Produzioni italiana f un Prodotto di Fama Mondiale 324
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