LA CUCINA ITALIANA 1940

144ÍO/lviiÍW ÁM/ M Acquari Nelle vetrine dei fiorai, accanto alle splendide mostre di rose dai colori sgar- gianti che in quest'epoca detengono un incontrastato primato, si possono ammi- rare oltre ai vasi accomodati al l 'uso giap- ponese, anche piccoli acquari, sui quali si appunta l'attenzione dei piccoli e dei grandi. In queste minuscole vasche vegetano piante e guizzano pesci, dai più svariati colori. Viene la tentazione di entrare per acquistarne uno, sia pure i l più modesto, da inserire nella decorazione e nel l 'arre- damento della nostra casa sti le novecen- to ove potrà figurare come un inf ini te- simo lembo di oceano che, insieme con i f ior i, costituirà una nota di ricerca- tezza e di originale eleganza. Ma i l più delle volte si esce dal ne- gozio con i l desiderio insoddisfatto, per- chè i l prezzo è tale da rendere perples- sa ogni accorta madre di famiglia sul- l'opportunità, o meno, del suo acquisto, specialmente in tempi diffici l i' come i presenti, nei quali i l risparmio deve con- siderarsi, più che un dovere d'indole fa- miliare, un dovere a carattere nazionale. Rinunziare a quest'ornamento potreb- be dispiacere ed è proprio per questa ra- gione che ci proponiamo d'insegnare i l modo di costruire un acquario a regola d'arte con una spesa veramente minima. Basterà procurarsi una vaschetta di vetro di proporzioni piuttosto modeste nel cui fondo si deporrà uno strato di ghiaia di fiume preventivamente lavata con molta cura. Sulla ghiaia si deporranno valve di conchiglie, pezzettini di corallo, brec- cioline colorate ecc. ecc. Nel bel mezzo dell'acquario si po- tranno costruire piccoli scoglietti di ce- mento impastato con frammentii di po- mice o di mattoni possibilmente rossi, avendo cura di lasciarvi delle cavità nelle quali possano essere agevolmente collo- cate radici di piante acquatiche. Prima di deporre i pesci nell'acquario, si dovrà aver cura di rinnovare spesso l'acqua per circa un mese ed allorché si si deciderà ad animarlo, bisognerà prov- vedere a mettervi pure delle piante, per- chè esse sviluppano l'ossigeno necessa- rio alla respirazione dei pesci.. C'è da tener presente, che per ogni pesce di media corporatura (ad esempio per i pesci rossi) sono necessari due l i - tr i di acqua, circa. Sarà buona norma quella di non de- porre gli acquari alla luce troppo intensa che potrebbe essere di nocumento alla vita animale e vegetale. Ottima sarà l'esposizione al nord. T ra le piante più adatte per vivere negli acquari, citeremo: la lente palu- stre, la mi r iof i l la o millefoglie acqua- tica, che si possono facilmente acqui- stare da qualunque fioraio. E' anche da tener presente la seguen- te norma cui si attengono, invece, po- chissimi e che è la causa della cattiva riuscita degli acquari, sia comperati che costruiti in casa. L'acqua non deve essere cambiata con troppa frequenza; al massimo due volte al mese e subito nel caso che qualche animale o vegetale venga a morire. L'operazione del cambiamento dell'ac- qua si fà con un sifone, ossia con un semplice tubo di gomma, come si usa per travasare i l vino. Ricordate anche che i pesci rossi non è bene nut r i r li con molliche di pane, co- me si usa comunemente; mettete, in- vece, nell'acquario qualche vermiciat- tolo. Osservate queste semplici norme e la vita dell'acquario durerà molto a lungo! Come distruggere le tarme. Un celebre professore di eccezionale valore, cui le scoperte di chimica bio- logica danno una meritata fama mon- diale ed una competenza speciale in materia, interpellato recentemente, per- chè indicasse un modo sicuro per di- struggere le tarme, ha risposto che, se- condo lui, i l modo migliore consiste nel servirsi del Tetracloruro e della Canfora. Un metodo più sicuro ancora, sem- pre secondo i l grande scienziato, è quel- lo di scuotere e battere frequentemente le lane e gli abiti, e, quando debbono restare a lungo inut i l i zzat i, di avvol- gerli tra carta da giornali insieme con ur. po' di pepe e di polvere di piretro. A proposito delle tarme ci piace di ricordare una graziosa barzelletta che una rivista italiana attribuisce ai comico Macario. Secondo i l simpaticissimo artista, la tarma, è, tra gl ' insetti, quella che me- na una vita più disordinata, perchè nel- l'estate ama vivere tra le pellicce ed in inverno tra i costumi da bagno. I l grazioso tratto di spirito deve essere quasi un monito per le nostre lettrici che in quest'epoca sono indaffarate per ripor- re gl'indumenti invernali e le costose pellicce, ove le tarme, amanti delta vita disordinata, potrebbero cercare, in esta- te, i l loro preferito rifugio. Le candele. Le piccole economie fanno realizzare qiel le grandi, senza contare che in que- sto momento, ogni economia è un do- vere. Comperate le candele qualche tempo prima di adoperarle in modo che, indu- rendo, brucino più facilmente e si con- sumino con minore facilità. Eguale norma dovrebbe seguirsi an- che per il sapone. Conserva di fragole, e ciliege sotto spirito. Eccoci, senza tanti preamboli, a par- lare di provviste, perchè si va incontro a tempi nei quali sarà necessario di fa- re uso, quanto più è possibile, di ogni risorsa nazionale. Di ciliege e di fragole ce ne sono in abbondanza e quindi bisogna usarne. Con le fragole si potrà fare conserva ottima. Basterà farle bollire a fuoco mol- to lento per circa tre quarti d'ora me- scolando sempre con un mestolo di le- gno e togliendo la schiuma che man ma- no si andrà formando. Per 2 chilogram- mi di fragole, sarà necessario mescolare mezzo di zucchero e badare che i l reci- piente nel quale si mettono a bollire non sia completamente pieno. Anche le ciliege sono mature e sapo- rite. E' l'epoca indicata per farle sotto spirito. Le più adatte allo scopo sono le ciliege cosi dette «Ravenna». Si deve aver cura di scegliere quelle intatte e "non tocche dalla pioggia. Ci si toglie un pezzo di' gambo, s i puliscono ben bene con un panno ben pulito e si collocano in un barattolo con spirito buono, Insieme ad uno stecco di vaniglia o di cannella; si badi che lo spi- r ito le ricopra abbondantemente. Per pulire i pavimenti Una gentile abbonata ci chiede un modo semplice per pulire pavimenti in legno macchiati di olio e ci dice di avere usato parecchi metodi senza ot- tenere i l risultato voluto. Rispondiamo sollecitamente sperando di accontentarla. Coprite la macchia con polvere di ar- gilla inumidita leggermente con un poco di aceto di vino e lasciatela sulla mac- chia per circa un'ora. Se non avete argilla a portata di ma- no, sostituitela con polvere di talco, fa- rina di grano, segatura, oppure con po- mice in polvere. E' ovvio aggiungere che identico me- todo può usarsi per cancellar® macchie di olio sui comuni pavimenti di matto- nelle o di mosaico. ITALICA 125

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