LA CUCINA ITALIANA 1940

m / i w . . . te avete case modeste in mezzo al verde, conservatele tali, eleganti e pure nella loto semplicità. E' allegra la vera casa di campagna, quella senza stemma e senza motto. Ri- cordate: se avete case modeste in mez- zo al verde, conservatele tali, eleganti e pure nella loro semplicità. Renderle maestose e pettegole con superflui or- namenti sarebbe un piccolo « crimine ». La residenza estiva di alta classe certo non è da disdegnare (beato chi la pos- siede) ma spesso è gonfia del suo pas- sato e più ancora... del suo presente, perdendo un po' di quella fragranza della natura, che armonizza con le cose piane. Quei ritratti di antenati dal sor- riso indecifrabile, quei domestici gallo- nati a sproposito, quei tendaggi pesanti fanno pensare ad una buona « succur- sale» dell'alloggio di città. E guai se tutto Pimipianto non s'aggira attorno a quello stile che, pur essendo un caro ricordo degli avi, odora leggermente di muffa... Il mio cuore va all'ospitale eremo che non ha storia e dove tutto è facile, ed anche è facile aprirne i battenti. Per festeggiare spontaneamente e sen- za pretesa gli amici ed i parenti, la no- stra fantasia può sbizzarrirsi a piacere: stoviglie rustiche, tovaglieria rustica, ve- trerie impagliate o smerigliate, ma senza eccedere, senza adottare sgraziati sog- getti di decorazione, fatti di pupazzetti, di figurine caricaturali nè aspri contra- sti di tinte, come purtroppo certi mo- delli vorrebbero suggerire sotto prete- sto che ci vuole « del nuovo ». L'inesauribile ispirazione che viene dai fiori è sempre felice per il ricamo sulle tele, sull'organdis, sul bisso ed an- che per le ceramiche, per quanto queste in tinta pastello unita, non stanchino mai. Le coppe di cristallo, di vetro, o mezzo cristallo si prestano per le pre- parazioni al cucchiaio. Ma che cosa offrire, in definitiva, agli ospiti, a questi eroici ospiti che hanno percorso una lunga via polverosa in bi- cicletta, oppure hanno consumato pa- recchia benzina ed, in ogni modo, hanno pitito un gran caldo? Il capitolo delle bibite nel nostro caso domina il campo. Per esse è necessario avere del ghiaccio a disposizione: del resto un piccolo refrigerante, una qual- siasi ghiacciaia non deve mancare in nessuna famiglia. Nei ritrovi estivi le caraffe appannate si esauriscono sempre con la massima rapidità. Occorre pre- vederlo, e preparare in abbondanza quelle due o tre bibite che meglio ri- spondono al singolo caso, ed alle con- suetudini delle persone attese. La spremuta di limone acidula, con le grosse fette di limone, non sbucciate, immerse nella brocca e servita con lo sciroppo di acqua e zucchero (o miele) a parte, il succo di frutta o la menta con acqua gazzosa, il punch freddo alla rus- sa, a base di tè verde e via dicendo, sino al... biondo spumante, non atten- dono che la vostra scelta! Pure la birra ed il vino bianco secco, trovano parti- giani fedeli. Le bibite esigono un tavolo per conto loro, ove si allineano brocche, caraffe, bicchieri e calici. I bicchieri adoperati debbono sparire subito e venire pron- tamente sostituiti. Se la persona inca- ricata del servizio non riesce a disim- pegnarsi da sola, le signorine di casa, o le più giovani ospiti aiuteranno. Sull'altro tavolo, quello dei dolci, fi- gura bene una coppa di frutta fresca, o preparata ad uso macedonia, purché fat- ta con molta ricercatezza. Altre prepa- razioni che riescono gradite d'estate so- no, naturalmente, i gelati o sorbetti, con pasticceria leggera, oppure le barchette di fragole con panna, le bavaresi di fragole, le banane in gelo sotto gelatina di frutta, il mellone ripieno di frutta macerata nel rhum. Alle torte invernali di cioccolata, di noci o rivestite di zuc- chero, si sostituisce vantaggiosamente la crostata di pasta frolla che attraverso alla sua classica grata, lascia intrawe- dcre la marmellata di stagione, o la torta di ciliegie, soffice e lievitata. l'ure per le tartine salate, che si ot- tengono in campagna tagliando sottilis- sime fette di pane rustico, è bene at- tenersi ai composti di verdura cruda, di carni fredde, di formaggi freschi, evi- tando le derrate di scatola. Se gli ospiti sono giovani, gradiscono, il più delle volte, quel tipo di panini che è noto sotto il titolo internazionale di sandwich- bar sui quali, spalmato un po' di burro, si sovrappone una foglia di lattuga ro- mana, un'acciuga arrotolata, una fetta di uovo sodo, un dado di qualche salume, e, a volontà, un velo di salsa maionese. I tovagliolini, disposti a pila, dovran- no essere a portata di mano, sia per le bibite che presso ai dolci, accanto alle posate puramente necessarie. I liquori, d'estate, si omettono volen- tieri. Se il rinfresco ha luogo all'aperto 6i provveda a disporre alcune poltrone rustiche e tavolini a gruppi, ma sempre un po' a distanza dalle tavole preparate, per le quali si conserva all'intorno il Libero giro. Nel caso che esistesse il flagello delle mosche occorre difender le tavole dal- l'insidia. Si preparano allora molto facil- mente dei ripari in varie grandezze, ac- quistando fusti da paralumi, e rivestite le stecche con fettuccia, si montano at- tillati in tulle grezzo liscio, o ricamato a mano (a punta rammendo). Sull'apice della cupola si appone un fiocco, un anello o una grossa perla, che funge da manico. La cosa non è nuova... ma le abbonate sono tante, e chissà, forse tra esse ve ne sono alcune che esperimenteranmo per la prima volta, quest'estate, il facile la- voro. Così nel ricevere i complimenti dei loro ospiti può darsi che ricordino con un grato sorriso l'ignota lontana... ACQUAMARINA 156

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