LA CUCINA ITALIANA 1940
Erbaggi e frutta Una « Abbonata Faleriense » mi scrive: « Sono ammalata di ipertensione essen- ziale, condannata, quindi, ad una dieta speciale, composta principalmente di fa- rinacei, latticini, frutta e verdure; e va bene; ma il «bus i l l i s» è di sapere quali verdure e frutta mi sono permesse. Bi- sogna escludere, per esempio, i piselli, i carciofi, gli spinaci, i fagiolini, le fave fresche, i cavoli, i cavolfiori, le caro- te, ecc.?... Mi fareste la gentilezza, Dot- tore, d'indicarmi, a mezzo della simpati- cissima Cucina Italiana, tutte le verdure a me nocive e se tra queste possono an- noverarsi i pomodori e i peperoni, tanto cotti che crudi, la cicoria, le erbe campa- gnole, le melanzane, i cetrioli, le bietole e le varie qualità di insalate: scarola, in- divia, sedani, ecc.? Tra le frutta, poi, posso mangiare le arancie e i manda- rini? » . Mia cara lettrice, ecco che con la vo- stra letterina, perdonatemi, solo in ap- parenza... discreta e succinta, voi mi da- reste spago, se avessi spazio per svol- gerlo, a mettere insieme un libriccino d'un mezzo centinaio di pagine almeno; e non ho a mia disposizione che tre co- lonnine scarse ! Mi limiterò, dunque, a qualche cenno, così alla larga, e alla buona; cenno che, però, ritengo sarà per lo meno bastevole a rimettervi un po' in carreggiata, tra i fossi laterali delle vostre esageratissime paure™ vegetali. Cominciamo dunque a mettere a posto, prima di tutto, questa etema faccenda del bene e del male, che, anche applicata agli erbaggi e alle frutta, le più semplici e innocenti tra le creature di Dio, fa tanto discutere la gente a vànvera e trinciar giudizi alla carlona, molto spesso anche fra noi me- dici che abbiamo, fra i rimanenti, anche il pregio di liticar l 'uno coll'altro peggio dei famosi ladri di Pisa per poi essere d'accordo in segreto che siamo tutti uguali nella colpa di... rubar la pace agli uomini con tutti i nostri « se » e « ma » e « forse » che non finiscono mai... Dun- que mettiamoci invece una volta davve- ro d'accordo, e sinceramente, col dire una gran verità già conclamata dalla Na- tura, che se ne intende! E che, cioè, tutte quelle erbe e quelle frutta che fu- rono già accettate, da una arcimillenaria esperienza dell'Umanità come « mangia- bili » e, quindi, implicitamente, come nutritive, sono essenzialmente innocue, Altrimenti l'istinto della conservazione, che nell'animale-uomo è indefettibile e infallìbile ce le avrebbe fatte già abban- CALIE E L Ì S I C I per VENE VARICOSE, FLEBITI, ecc. NUOVI TIP! PERFETTI t CURATIVI. — INVISIBILI SENZA CUCITURA. SU MISURA. RIPARABILI. LAVABILI, MORBIDISSIME, POROSE, NON DANNO NOIA. Ms segrete tattili. J«ni. s itt pst ¡rate Ss <A li listi Fabbrico C. S. ROS S I S. MARGHERITA L IGURE; me, mangiare e liberamente, purché sem- pre in giusta misura, parcamente conditi ed apprestati nelle maniere più oppor- tune per aumentarne al più possibile la digeribilità, tutti, nessuno eccettuato, gli erbaggi dell'orto, e i prodotti del frutteto che vi appetiscano naturalmente. Va bene così? Ed aggiungo anche, vo- lentieri, che sotto questo punto di vista il vostro caso di malattia può benissimo essere, senza timore, generalizzato a qua. lunque altra forma di affezione corporea. Purché essa non riguardi — bene inteso — proprio direttamente l'apparato dige- rente nelle sue specifiche funzioni; ma di questo parleremo altra volta. Se, cara lettrice, voi voleste sapere, in- vece, quali siano, le erbe e le frutta man- gerecce che oltre alPesservi permesse vi potranno giovare anche « curativamente » parlando, allora è tutto un altro paio di maniche! Qui siamo proprio — giacché si parla di vegetali — in un campo vera, mente... fecondo. Perchè se è vero che nessun erbaggio e nessun frutto mange- reccio possa essere definito « nocuo » per natura, è altrettanto vero che voi potrete trovare nel vostro caso 1 di malattia — ed ognuno lo potrà trovare senza eccezione nel suo — qualità di erbaggi e di frut- ta che, oltre appetire e nutrire servano anche ad integrare quelle cure speciali che il medico di casa avrà per ogni sin- golo caso prescritte. Di modo che usando tali erbaggi e tali frutta in maniera pre- ponderante voi possiate veramente un po- co seguitare a curarvi mangiando. Per il vostro caso personale poi, cara lettrice, io, per esempio, se fossi voi, userei molto di frequente buone insala- te di pomodori ben maturi, liberati com- pletamente dalla buccia, tagliati a fetto- line sottili acciocché possano imbeversi abbondantemente del l 'ol io d'oliva puro con cui li avrete conditi, aggiungendovi poco sale e un gocciolino di sincero ace- to"~rosso e molto basilico fresco, fine- mente tritato. DOTT. T IOLI donare da un pezzo ad onta di tutti i « se », « ma » e « forse » dei medici. In- somma, in parole povere, poiché è indi- spensabile nutrirci in qualche modo, e poiché, chi più, chi meno, una qualche malattia, più o meno lunga, più o meno grave ce la dobbiamo pazientemente sor. bire durante la vita, come indispensabile appannaggio della vita stessa, gli amici più fedeli, nel senso di innocuità e di nu- tritività della parola, saranno proprio, e proprio nei momenti più difficili della nostra salute, i vegetali e le frutta man- gerecce. I quali, contenendo ognuno, se pur in diversa misura, tutti i principi necessari ed indispensabili alla vita, non hanno, se in giusta misura, con un saggio criterio di « rotaz i one» cronologica nella scelta e nell'uso, rispettando sol- tanto quelle incompatibilità fisiche, del individuali, cui, noi medici, abbiamo da- to il nomaccio strambo' di « idiosincrasie gastriche» e delle quali nessuno al mon- do è più fine ed infallibile giudice del nostro stomacoi personale, non hanno, per saggia disposizione della Provviden- za, non posseggono « specifica » facoltà di far del male, se non nel pregiudizio errato ed ormai sfatato dalla, Scienza at- tuale. Quel pregiudizio, per esempio, per eui il pomodoro, il pejterone, il ce- triolo, il carciofo, il carolo, ecc.; e. fra le frutta il limone, il fico, la mandorla, il popone e il cocomero, furono a lun- go malfamati per delitti insussistenti; mentre la più moderna disamina scien- tifica ha messo poi le cose a posto fre- giandoli invece di grandi diplomi di be- nemerenza non solo nutritiva, ma perfi- no curativa! Ecco che dunque, mia cara lettrice Faleriense, malgrado la vostra in- comoda malattia, voi potrete, secondo ÍS1
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