LA CUCINA ITALIANA 1940

alla naftalina, alla polvere di tabacco, alle foglie fresche di pomodoro, al limone ammuffito, alla' segatura di un legno re- sinoso (pino, abete) mista a polvere di carbone, alla trementina. Non tutti que- sti rimedi le uccidono. Tutti, però, le al- lontanano. NORMA, Livorno. —- Non c'è bisogno di comprarlo; il «pangrattato»! Basta aver l'avvertenza di non portare mai il pane intero a tavola, ma di tagliarlo in cucina, su un tagliere pulito. SI Raccol- gono, man mano, le briciole e i fram- menti di crosta che cadono, e si mettono in un vaso di vetro. Ogni tanto se ne passa al macinino quel po' che è neces- sario per « impanare » le cotolette o il fritto. Una minestrina di pan grattato, al burro o al. brodo di carne, è. ottima, economica, e facilmente digeribile anche dagli stomachi più delicati. FLORESTINA C. — Temo di aver la- sciato senza risposta una vostra lettera cortese. Ma le vostre ricette sono state pubblicate? Con questa confusione deri- vante dalle vacanze non vorrei mi fossero sfuggite. Scusatemi. FEDELE AMM I RATR I CE, Varese. — Veramente la « Cucina » spezzetta un po', nei vari articoli dei suoi collabora- tori, le nozioni che voi vorreste raggrup- pate sistematicamente in lezioni. Ad ogni modo ho interessato il Direttore il quale mi ha assicurato che cercherà di accontentarvi, per la parte almeno che non è stata trattata fin qui. B I ANCA C. — Grazie per la parole cortesi. E grazie per le ricette che an- dranno presto. Tutta la mia amicizia. CLEL IA R., Milano. — Il personale di amministrazione è stato avvertito del vostro indirizzo, per il caso che venga qualche richiesta. AB BONATA DI FIESOLE. — Se il latte è « andato a male », per dimenti- cata bollitura, o perchè bollito, per negli- genza, in un recipiente dove fossero re- sidui di latte vecchio, non. lo gettate via. Salatelo leggermente, appena coagulato (e se non coagula versatevi un cucchiaio d'aceto quando sta per spiccare il bol- lore) e mettetelo poi in un sacchetto di tela, a scolare. Dopo due o tre ore tro- verete un formaggino fresco, lievemente acidulo, nutriente e ottimo per l'appa- rato digerente. Grazie per gli' abbona- menti al « Giornale della Domenica ». La Società « To-Radia », a cui abbiamo su- bito scritto, vi spedirà su a Fiesole un astuccio di belletti in polvere, e una sca- tola di cipria dei colori che avete indi- cato. ETTORE P., Livorno. — L 'aceto im- bianchisce lasciandolo al sole, o filtran- dolo dopo un trattamento col nero ani- male lavato (ne occorrono 2 gr. per ogni litro) . Si aggiunge il nero all'aceto e si agita. Dopo pochi giorni si filtra. Per il sapone da fare in casa, avrete visto la ricetta. Scusate il ritardo. ABB. 106.425. — Vi confesso che anch'io non lo sapevo. Non avendo una « Nina » a cui ricorrere sono andata a guardare nei miei libroni. Si chiamano « luti » quelle sostanze adesive che ser- vono per otturare fessure, tappare erme- ticamente bottiglie, etc. II più semplice a fabbricarsi è quello che si fa scioglien- do, a freddo, nella benzina, dei ritagli di' gomma elastica. Pesate prima la gom- ma. Su 8 grammi di gomma, unite, quan- do essa è disciolta, 5 gr. di sego. Scaldate a bagnomaria, a calore moderato, e quan- do tutto è amalgamato si aggiungono 8 grammi di taico in polvere. Avrete cosi un miscuglio che si conserva indefinita- mente. Quando volete tappare delle bot- tiglie, mettete il sughero, e poi con un pennello stendete un po' di questo luto. Naturalmente occorre ogni volta farlo liquefare al calore. E' un mastice assolu- tamente impermeabile all'aria, all'acqua e ai germi; si toglie con estrema facilità. Grazie dei due abbonamenti. Spedita la Crema « To-Radia ». AFFETTUOSA AB BONATA. — Gra- zie per i 5 abbonamenti. Avrete ricevuto il premio. I pomodori freschi si conser- vano cogliendoli in giornate calde, asciut- te, e non la mattina o Ja sera, ma dopo il mezzogiorno, quando ogni traccia di umidità della rugiada è scomparsa. Si le- gano, a mazzi, e si appendono in stanze molto arieggiate, dove non sieno frutta o altri ortaggi. Tenere in un angolo della stanza un vaso contenente calce viva, che assorbe l'umidità ambiente. Occor- rono pomodori sani, a buccia spessa, di quelli « tutta polpa », e cioè senza ac- qua. Un altro metodo è questo: prende- re dei pomodori ben maturi, passarli, per un minuto, a pochi alla volta, in acqua bollente, spellarli, togliere la parte dura dove è attaccato il gambo, e collocarli in un vaso che va riempito dì acqua bol- lita salata (20 gr. di sale per ogni litro di acqua). Si chiude il vaso ermetica- mente e si sterilizza a bagnomaria, con 20 minuti di ebollizione. Per i peperoni, non so. Domandiamo alle lettrici. R. S. -27, Napoli. — Cara amica, la rivista di sole ricette andava bene quan- do l'Italia non era in guerra: quando, cioè, non era necessario tendere tutte le nostre forze, attraverso l'opera illuminata dalla propaganda, verso le supreme ne- cessità dell'economia, dell'autarchia, etc. •Quando la pace vittoriosa avrà dato all'Italia la pótenza e il benessere che le spettano, non avremo più bisogno di sug- gerire alle massaie come si utilizzano i resti, e torneremo a pubblicare migliaia di ricette divertenti a leggersi e delizio- se... a mangiarsi quando so-> fatte. Passo a « Frida » le vostre richieste per i maccheroni gratinati e il resto. Al le vostre amiche, verso le 1 7, potete offrire pure del vermouth o del marsala o un altro vino dolce, oppure un the di merita, se lo gradiscono, e biscotti dolci o salati, biscottini al formaggio, tramezzini con fette di uova sode e maionese con una fettina di sottaceti,, tramezzini all'alici e burro, quello che vi pare. Poche cose, preparate bene e presentate benissimo. DEL IA. — Conosco questi modi di cu- cinare l'anitra: «brasata», ossia rifatta in casseruola, al burro o all'olio, con ci- polla, mazzetto d'erbe aromatiche, sale e pepe; alla purea di marroni, ossia cotta come sopra, ma collocata, al momento di servire, su un letto di marroni in purea, a cui sia stato mescolato il sugo di cot- tura dell'anitra, preventivamente sgras- sato; alla purea di piselli; colle olive, ag- giunte all'anitra 5 minuti prima di levarla dal fuoco; ripiena, e cioè riempita, prima della cottura, di fettine di lardo, olivé private del nocciolo, prezzemolo, cipolle, uova sode, midolla di pane inzuppata nel latte, pepe e sale, il tutto mescolato be- ne e collocato dentro l'anitra che deve esser ricucita col filo bianco, e qui l'ani- male può esser cotto al forno o allo spie- do o anche in teglia, brasato; in salmi, arrosto con piselli al lardo, etc. Non co- nosco il «pes to» alla lombarda: conosco quello genovese; che è fatto d'aglio, ba- silico e formaggio' pecorino stemperati nell'olio. Per il resto, scrivo direttamente. L ET I Z I A, Anagni. — Quante doman- de! Per togliere il verderame, ammonia- ca pura, un cencio, e... sugo di gomiti. Sfregate energicamente, lavate molte vol- te ad acqua corrente, lasciate asciugare al sole o al fuoco, lucidate con uno dei tanti preparati « ad hoc ». Contro gli sca- rafaggi, pulizia, pulizia, pulizia. Se vi sono buchi nei muri o nei pavimenti, ver- satevi acqua bollente con qualche veleno (sublimato, acido fenico, etc.) e poi tu- rateli con la calcina. Non lasciate alimen- ti avanzati' in giro per la cucina. Lascia- te invece sul pavimento qualche molli- chetta di pane imbevuta di acido borico. Quanto al sale, tutti sanno che esso è eminentemente « igroscopico », ossia che ha la facoltà di assorbire l'umidità am- biente, e di' liquefarsi. Ma non c'è nulla per impedirlo. Se il fenomeno vi si ripete con frequenza, vuol dire che la vostra cucina è umida. C. L., Palermo. — I quadri a olio si puliscono con acqua tiepida insaponata. S I A TE P R E V I D E N TI US tenendo sempre in casa qualche scatola di combu- stibile solido di sicurezza META in tavolette. Sostituisce anche il gas nei periodi di eventuale sospensione. Presso i grandi Magazzini ed il Vostro Droghiere — — 201

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