LA CUCINA ITALIANA 1940

TUMMM di cucito... Oh, povera la mia mammet- ta! Ha ragione quando dice di essere stanca, la sera! Una volta sulla via delle considera- zioni si è detta che in sostanza per tutte le massaie della piccola borghesia è così : Si è sentito che, sostituendo l 'uomo nelle fabbriche, negli uffici ed in ogni contin- genza della vita civile, la donna verrà a trovarsi di fronte a lui sopra un piede di uguaglianza a tutto scapito dell 'armo, nia dall'intimità familiare. del fcemf>a di gueàba e dei tempo* di \mm Qualche volta, tra le undici e mezzo- giorno, mentre faccio da desinare, mi giungono all'orecchio, da una finestra vi- cina, due voci di donna: una giovanile, fresca e limpida, l'altra più grave, di quell'intonazione pacata che rivela la maturità. Sono madre e figlia che par- lano: e il loro dialogo è molto interes- sante per me, dal mio ipunto di vista di collaboratrice di un giornale che, fra i suoi scopi più essenziali, ha quello di formare nelle giovani inesperte la co- scienza della perfetta massaia. Evidentemente in quell'ora la figlia sta vicino alla madre che attende alla cu- cina, e ci sta con l'ansia di impratichirsi un poco in quell'importantissimo ramo dell'attività femminile. S'informa delle proprietà di una derrata o dell'altra, chiede spiegazioni di questo o di quello, con domande spesso ingenue, denotanti in lei un'ignoranza assoluta delle più elementari nozioni gastronomiche. E la madre le risponde esaurientemente, dif- fondendosi nei particolari, dissertando sull'uso del prezzemolo o dell'aglio, del- l 'olio o del burro, sulla qualità o sulla panatura delle carni, etc. Si tratta perciò di vere e proprie lezioni di culinaria spicciola, impartite e ricevute col mede- simo zelo. Chi ascolta si rende conto che nella mamma il desiderio .''insegnare è vivo come quello che la fig/Ài ha di ap- prendere. E questo comune fervore si riconnette — a quanto mi consta -— ad un avvenimento importante: il matrimo- nio della figlia che, differito a causa della guerra, sarà celebrato appena le nostre gloriose armi avranno, con la vit- toria, ristabilita la pace nel mondo. Nell'attesa delle nozze la promessa sposa cerca di prepararsi al compito che dovrà assumersi, quando comincerà con l'amato una vita a due. Fino a che ha frequentato la scuola magistrale, la giovane, tutta dedita agli studi, ha concesso solo un'attenzione sba- data all'affaccendarsi della mamma nel tran, tran della vita quotidiana. Appena conseguito il diploma di maestra, si è fidanzata. Ed io la immagino subito pre- sa dall'inebbriante preoccupazione di provvedere al proprio corredo, sceglien- do le stoffe, facendo progetti, discutendo di guarnizioni e di ricami con le cuci- trici, e soprattutto con la mamma. Poi è venuta la guerra. Il fidanzato, richiamato alle armi, è partito. Libera dall'assillo degli studi, la gio- vane promessa sposa, nel suo ozio for- zato, ha cominciato a considerare con 'meditata attenzione l'opera svolta dalla madre fra le pareti domestiche: — Ma guarda — ha forse pensato — quanto fatica questa povera donna! Le faccende, la spesa, la stiratura, il lavoro che così sarà anche per lei, quando sarà madre di famiglia. Ed ha concluso che in un futuro più o meno prossimo, nella casetta dove regnerà signora e domina, la vita quotidiana rappresenterà per la sua inesperienza un complesso di pro- blemi uno più imbarazzante dell'altro. Bisogna che provveda; — ha certo concluso — bisogna che impari, affinchè il mio amato, al suo ritorno, mi trovi pronta a mettermi, con cuore, al governo della mia nuova casa... Ed eccola, ora, assidua e sottomessa I UPEI LL GRIIG RIPRENODON LI COLEOR PRIMIOTIV USAOND L'ACAQU DI COLAONI Un celebre Specialista ha inventato di re- cente un'Acqua di Colonia dolcemente pro- fumata. che ha l'inestimabile pregio di resti- tuire ai capelli bianchi o grigi il loro colore naturale. L'uso di quest'Acqua di Colonia, chiamata Tasàmi, è semplice, piacevolis- simo e del tutto innocuo. Adottata per pet- tinarsi mattino e sera, ridona in pochi giorni gradatamente ai capelli il loro colore di un tempo, mentre impartisce alla chioma un gradevole odore, la rende morbida e lu- cente e ne favorisce la crescita. L'ACQUA DI COLONIA •rosami si trova In vendita pres- so tutte le buone Pra/u. merie atprezzodi . L 17,50 il flacone oppure verrà spedito franco di porto ed imballo dietro Vaglio Postale di L. 17. 50 indi- rizzato alla Farmacia H / R 6 b e r t S ) « C O . «parlo Ts 24 FIRENZE scolara della mamma. Eccola a rigirare soffritti, a sbucciare patate e colare po- modor i; eccola a lessare le uova, orolo- gio alla mano, con attenzione scrupolosa: — Sei minuti, vero, mamma? Nell'ascoltarla, provo un senso di sod- disfazione riposante. Questa fanciulla che, dinanzi alla bufera della guerra, mette la sua ardente fede nell'avvenire; che in questo travolgimento di eventi si prepara alle tranquille, metodiche esi- genze domestiche, m'intenerisce. E' stato autorevolmente compreso che la guerra segnava l'inizio di una pro- fonda rivoluzione nella vita femminile. Usa alla libertà che dalle sue nuove mansioni le viene ora automaticamente concessa, la donna dovrebbe finire col trovare ristretto il limite delle domesti- che pareti che fino ad oggi ha costituito, per ogni volenterosa massaia, tutto il suo mondo. Certa di potere assicurare, col lavoro, la propria indipendenza econo- mica, fiera di essere forte al pari del- l 'uomo, la donna non sentirebbe più il bi- sogno di essere sorretta e protetta da lui. Questo capovolgimento avrebbe fatto sconijparire, o almeno rarefare, il tipo classico della massaia, quella che s'in- curva sul rammendo del bucato, che vi- gila i fornelli, che fa del proprio sacri- ficio una ragione di benessere pei suoi cari. E una Disposizione è venuta, che attraverso l'azione capillare del Partito si propone di ricondurre la Donna, im- piegata, operaia, artigiana, al culto Sacro della sua sacra missione. Noi, vecchie massaie, plaudiamo. La Disposizione difende qualcosa di inti- mamente nostro: qualcosa che vive e vivrà in noi fino all'ultimo respiro per- chè legato alle fibre più vibranti del no- stro essere. Ora sappiamo che, cessata la guerra, la donna abdicherà spontanea-, mente ai diritti conquistati con un la- voro spesso rude, in cui ha dato la mi- sura delle sue possibilità e del suo pa- triottismo. Sappiamo che il ricordo di questo lavo- ro resterà in lei come ragione di legit- timo orgoglio e non come incitamento alla rinunzia del sogno — caro fino ad oggi ad ogni cuore femminile — di es- sere amata da un uomo degno dell'amor 6uo, e di stringersi a lui e di vivere (per lui in un clima di tenerezza serena. In una parola, noi siamo certe che lo sforzo che al presente inverte le abitu- dini della donna non altererà le sue fina- lità: che, cessato il bisogno, essa rientre- rà «nei ranghi» e, ripreso il ritmo della sua vita normale, sarà paga di non essere che una creatura di dolcezza e di pas- sione. Così potranno trovarla quelli che, de- poste le armi, riederanno alle loro case, con un ansioso bisogno di tenerezza e di protezione femminile. Solo il suo sorriso, le sue cure, le sue premure potranno pia. care nel reduce il tumulto dei roventi ri- cordi della guerra- Che tutte le donne si preparino a que- sto sublime compito, nell'ansia di adem. pierlo anche nelle sue più o meno sensi- bili esigenze materiali: come fa questa mia vicina giovinetta che, dinanzi al dramma della guerra, mette il suo ardore di diventare, a beneficio dell'amato, una brava massaina. FRIDA 203

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