LA CUCINA ITALIANA 1940
E* imminente l'apertura delle scuole, che sarà, quest'anno, improntata ad una particolare solennità, conforme lo spi- rito fascista che anima la Scuola ita- liana, rinnovata dal Duce negl'istituti e nella sostanza. Lo studio è stato, e sempre sarà, uno dei problemi più grossi della famiglia, ma l'educazione e l'avvenire dei nostri figli sono, nella Carta della Scuola, im- postati nel modo più aderente alla real- tà della vita che ci circonda e al bi- sogno umano di elevazione spirituale. Per la prima volta nella storia de] fatto educativo, una riforma è nata dal quotidiano contatto della Scuola con le esigenze dello Stato e della Famiglia, che dello Stato è il primo fondamento. I principi enunciati nel grandioso pia- no di rinnovamento dell'educazione so- no sorti da una felice fusione di pen- siero e di esperienza. La necessità di una riforma era sentita da tutti indi- stintamente gli italiani; ebbene può dirsi che tutti gli italiani vi abbiano portato il loro contributo. La Scuola è oggi, quale la vita la richiede: la vi- ta nel significato pieno della parola che si solleva dalla pratica delle pro- fessioni e dei mestieri fino agli ideali che reggono e giustificano, nella Storia, l'esistenza degli uomini. Quante volte non v'è sembrato, let- trici, che un dissidio insanabile sepa- rasse da un lato, la cultura che i vostri figli venivano giorno per giorno facen- dosi nella scuola e dall'altro la vita che li aspettava alla prova concreta, una volta raggiunto il diploma? Era proprio questa la crisi più grave che soffriva la Scuola italiana, la qua- le, sebbene avesse già mosso qualche passo decisivo verso un'educazione più rispondente alla realtà concreta del la- voro umano in tutte le sue manifesta- zioni intellettuali, tecniche e manuali restava per altro in gran parte chiusa nel vagheggiamento di un umanesimo astratto e recava con sè il disagio, nel- le coscienze, di una contraddizione non risoluta. La Scuola, riordinata dall'Eccellenza Bottai, annulla una volta per sempre la distanza che fin qui separava i due termini di scuola e di vita e che li metteva quindi in aperto contrasto. La grande novità è rappresentata, quest'anno, dal funzionamento della Scuola Media unica, ossia di quell'Isti- tuto che si sostituisce ai vari fraziona- menti della carriera scolastica: ginna- sio, istituto tecnico inferiore, istituto magistrale inferiore, ecc., i quali rap- presentavano una distinzione di carrie- ra scolastica che era un controsenso voler cominciare ad attuare nei fan- ciulli, ossia in una età che non può in nessun modo renderci sicuri sul ti- po di studi, più confacenti alle attitu- dini naturali. E, infatti, la scelta che facevamo in famiglia del genere di scuola a cui indirizzare i nostri figlioli, non era fondata, nè poteva esserlo, su prove che il ragazzo ci offrisse di quel che più gli si confacesse, ma su cal- coli di carriera futura, indipendente- mente ilngli sviluppi che poi l'animo dello scolaretto avrebbe potuto avere, su discussioni prò e contro certe pro- fessioni o certi mestieri, su induzioni circa un più rapido sfruttamento del diploma, su approssimativi calcoli di posti vacanti in questo o in quel setto- re del lavoro, ragionando press'a poco così : è meglio che nostro figlio faccia il ragioniere, che l'avvocato: troppi av- vocati ci sono in giro, e nella maggior parte dei casi si doveva per forza te- ner conto del bilancio domestico, e quindi delle tasse e del numero degli anni di una data carriera scolastica: il ginnasio è per i figli dei signori! Necessità economiche bene spesso in- dirizzavano i nostri figli piuttosto a questo che a quel tipo di scuola, e ne risultavano, alla fine, dopo tanti sacri- fici, troppi impiegati che sospira- vano di fare il meccanico o l 'uomo di lettere e viceversa : tutta giovane gente, trovatasi alla fine di una car- riera scolastica intrapresa a caso, com- piuta alla men peggio e spesso finita li, a quel diploma, senza possibilità al- cuna di continuare gli studi superiori, l'università, per esempio. La Scuola Media unica offre invece a tutti i nostri figli per quattro anni gli stessi mezzi di formazione del ca- rattere e dell'intelligenza; nascerà così la « selezione » non più dettata da con- siderazioni estranee all'alunno, ma fon data su un piano comune di studi e di osservazioni (quest'ultime che vanno dalle valutazioni del profitto ai giudi- zi sulle inclinazioni, sulla volontà, sul- l'assiduità e sull'efficienza fisica del ra- razzo, saranno segnate nel «libretto scolastico », Specchio della complessa attività dell'alunno nella Scuola, nel- la G. I. L. e nella famiglia. La Scuola orienta l'alunno verso quella carriera di uomo, alla quale tende naturalmente la sua giovane in- dole e nello stesso tempo seconderà e svilupperà la tendenza più spiccata, permettendogli, una volta finito il cor- so di studi, di valorizzare nel miglior modo possibile le sue energie e di ren- dersi massimamente utile allo Stato, al- la sua famiglia, a sè stesso. Il problema dell'orientamento pro- fessionale è stato affrontato nella sua pienezza di responsabilità umane e so. ciali della Carta della Scuola: è que- sto, certamente, il motivo che ha im- messo la Scuola nel cuore e nei voti di tutte le famiglie italiane. Ai capaci non abbienti Io Stato assi- curerà la continuazione degli studi; ec- co un'altra provvidenza che attua il principio della giustizia mussoliniana. I Collegi di Stato cureranno, a loro spese, l'educazione dei meritevoli. A nessuno sarà preclusa la più alta carriera, fino agli ordini superiori, f i- no all'Università, non ci saranno più compartimenti chiusi a separare per sempre dalle cime della cultura il gio- vane che ha intrapreso un dato corso di studi (per esempio una scuola di avviamento) ; gli « esami integrativi » gli consentiranno di elevarsi secondo le sue capacità. Questa è la scuola, a cui oggi man- diamo fiduciose e serene i nostri figlio- li. Un'armonia esatta di educazione in- tellettuale, morale e fisica, attraverso l o stretto nesso che chiama oggi la scuola e la G. I. L. a partecipare al fatto educativo, ci garantiste l 'armo- nioso sviluppo dei nostri ragazzi, sot- to ogni rispetto. La partecipazione viva, quotidiana, della famiglia alla scuola ci offre il modo di entrare nell'intimo del fatto scolastico, di coordinare mo- ralmente la nostra azione educativa di genitori con quella degli insegnanti. Il lavoro manuale nella Scuola, che già ha avuto le sue felici applicazioni, completa la formazione dei nostri figli, che arricchiranno di una nobilissima esperienza umana la loro anima e, c o » s^pevoli della fatica delle braccia, avranno della vita una visione più rea- le, in conformità dell'ordine sociale in- staurato dal Fascismo, in cui il lavoro è posto c^me dovere, come pietra di paragone alla quale si misurano i va- lori degli individui. Il Partito, la Scuola, la Famiglia sono i tre fondamentali maestri che eduche- ranno in collaborazione e comprensione reciproca le nuove generazioni; studio e lavoro le formeranno in modo che esse abbiano della cultura e della vita una concezione unitaria, le. intendano e le giustifichino in quella sintesi su- prema del nostro vivere mortale che è l o Stato. ELEONORA DELLA PURA 219
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