LA CUCINA ITALIANA 1940
Quaond al gastronomi a diventa. . . man! ia E' noto c ome i Borboni di Francia ebbero fama di essere emeriti buongu- stai, e forse, se i piaceri della tavola non li avessero asserviti troppo ai l oro d i - spotici capricci, gli affari del lo Stato ve- duti più l impidamente, sarebbero andati talmente megl io da evitare al l 'ul t imo disgraziato sovrano la sua terribi le fine. Luigi X IV nacque con tre denti e su- bi to diede prova evidentissima della sua futura voracità. Groni o, il celebre pub- blicista ed ambasciatore di Svezia a Pa- rigi, così scrive in proposi to al Gran Cancel l iere Oxenstiern pochi giorni do- po la nascita del reale infante: « I l De l - fino ha già cambiato tre vol te di balia perchè non solo dissecca il l oro seno ma glie lo lacera. Che i vicini di Fran- cia si mettano in guardia d'una così pre- coce rapacità ». Considerando tale esordio, non sor- prenderanno le portate che abitualmente costituivano i pasti del sovrano. Egli ini- ziava con una grande quantità di frutta ghiacciata; le minestre erano parecchie ed abbondanti condite con salse e molte spez i e; seguivano intingol i, arrosti, e per finire venivano portate altre frutta e pa- ste inzuccherate. A cena, in tutte le sta- gioni, Luigi divorava copiosissime insa- late, tutto innaf f iando con molta acqua e p o c o vino di Borgogna o di Sciampa- gna. Per tale suo eccessivo appetito, non da uomo ma da lupo, ogni mese doveva ricorrere ad un energico purgante, ed al- lora rimaneva in letto dove con tutta la comodi tà ascoltava la messa e riceveva suo fratel lo e la signora di Maintenon. Al le quindici si levava ed al le ventidue si faceva servire una lautissima cena per ristorare le sue forze. .. esauste. Nel le circostanze solenni, Luigi X IV faceva or- nare la tavola con ricche argenterie e vasellami d ' oro, a proposi to dei quali è piacevole narrare un aneddoto. Dichiarata la prima guerra alle Fian- dre, la Francia difettando di metalli e di denaro, il re rivolse un appel lo vi- brante ai ricchi cittadini perchè of fris- sero alla Zecca del lo Stato i l oro gioiel- li e le stovigl ie preziose. Egli, per il pr imo, donò la sua argenteria, ed i cor- tigiani, per conservare il regale favore, l o imitarono. Sembra però che le o f - ferte non fossero tanto soddisfacenti quanto Luigi aveva sperato, ed un gior- no, incontrandosi con l 'allora ministro della guerra cardinale Luvois, gli chiese se aveva anch'egli fatto il suo dovere di patriota. — No, Maestà — rispose i l cardinale. — Come ! . .. eppure io ho mandato la mia argenteria! I cortigiani che a mal incuore si erano spogliati dei l oro preziosi servizi, gon- golavano mal ignamente sicuri che il mi - nistro avrebbe perduto il portafogl i, ma questi, conservando imperturbabi le la sua calma, r ispose: — Sire, quando Gesù morì il venerdì, sapeva bene che sarebbe risuscitato la domeni ca. E con tale argutissima risposta il mi - nistro, che d'altra parte era uomo di forte ingegno e di ben provata onestà, dote quest'ultima più unica che rara in quei tempi, se la cavò senza danno. Reumatizzati Fate r e g o l a rme n te la vostra cura di EVITERETE : D O L O R I SC I AT I CA EMICRANIA O B E S I T À Aut. Frei. Milano Pre«o tuli» I« farmacie 5927 del 31-1-3® Trodazlons italiana E' un Prodotto di Fama Mondiale Questa tendenza supergastronomica si trasfuse nei successivi Borboni, tanto che Luigi XVI anche nei momenti più cri- tici della vita non smentì mai il suo f ormidabi le appetito. Infatti, dopo le ore drammaticissime di Versailles, appena tornato con la sua famiglia a Parigi e sopito alquanto il clamore della fol la in del irio, egli chiese e vol le una abbon- dantissima cena a base di piatti comp i i- PICCIOL ftUUISIUTIL Centesimi 70 la parola oltre la tassa erariale dell'I .80 per cento CAP E L L I B I ANCH I? Usando erbe inno- cua ritornano coloriti, evitando terribili pericoli delle micidiali Tinture velenose! Opuscolo gratis. Borrelli. Secondigliano. LAMBRUS CO in damigiana spediamo ovunque. Chiedete listino: Pisani - Sas- suolo (Modena). PER T U T T I SONO R A C COMANDA B I- L I SS IME le sane, fresche, prelibate spe- cialità R I PAMONT I : Industria del Dolce BORCOMANERO. Dietro vaglia di l i- re 32, riceverete franco scatola Cr. 1000. GUS TATE IL TORRONE DE L LA NONNA alimento tenero, prezioso, squisito. As - saggio L. 5, dietro vaglia oppure fran- cobolli. catissimi. Tale straordinaria ed i nco- sciente esigenza sconvolse la mente dei suoi cuochi ancor tremanti per il per i- co lo corso e tutt'altro che scongiuralo. Tennero degnamente bo rdone al l ' infe- l i ce Capeto le sue z i e: Maria Adelaide, Sofia e Vittoria, personaggi buffissimi da farsa, vecchie zitelle che vivevano ser- rate nella rigida corazza dell'etichetta più severa. Non conoscendo altre voluttà che quella della buona tavola, esse te- nevano un cuoco, di cui erano gelosis- sime, che si rese famoso per un certo piatto di pesce preparato, secondo un suo segreto, in maniera tale da sembrare carne. Queste principesse mangiavano a- vidamente: le loro discussioni quasi sem- pre cadevano su piatti da perfezionare o da creare; i l ibri preferiti erano quel li di cucinaria ; sapevano a memoria l ' elen- co dei piatti rimasti celebri perchè scelti e consumati da personaggi eminenti della storia nei momenti più tragici della l oro esistenza; meditazioni di più giorni o c - correvano l oro alle volte per la prepara- zione di qualche nuovo intingolo. E' fa- cile immaginare quanto la triplice c om- pagnia fosse gradita a Maria Antonietta la quale consumava i suoi pasti in dieci minuti ed era nemica dei piatti prelibati e di qualsiasi compl i cazione gastrono- mica. Qualunque avvenimento era buono per ricavare da esso una nota opportunissi- ma e creatrice di un manicaretto comp i i- " cato, e tale mania è chiaramente mani- festa nei diari particolari del le degne emule di Gargantua. Niente spunti senti- mentali o drammat ici; non pagine di ricordi o di riflessioni spirituali, ma r i - cerca del le vivande più sol leticanti; mi - nuziosa descrizione del tale o del tal altro manicaretto; e l ogio di un frutto o di un do l ce particolare. Vivere per mangiare... fu il vangelo del le figliuole di Luigi X V ; indugiare a tavola il più possibi le, assaporare tutte le più seducenti del izie del palato, con voluttà superiore a tutte le altre gioie umane. Si racconta che nel 1789, durante l 'as- salto alla reggia, le tre ghiottone più che del per i co lo gravissimo si pr eo c cu- passero del le loro cucine, del le dispense e del le cantine fornitissime che l ' orda rivoluzionaria invase devastando selvag- giamente. E tale furia forse non fu sol- tanto sfrenata dalla fol l ia che arma ed acceca i popo li nei supremi istanti in cui il l oro destino precipita, ma pr in- cipalmente dal desiderio di vendicare con la dispersione delle pingui provviste, la fame insultata dalle diecine e diecine di mi l ioni che si sperperavano ogni anno, togl iendoli alle casse già troppo dissan- guate del lo Stato, per saziare la ingorda e mai esausta brama degli ultimi Bo r - boni di Francia! E L I SA ARME NI 262
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