LA CUCINA ITALIANA 1940
e i/2 o 2 al massimo di acido solforico (veleno!). Subito dopo, le patate vanno asciugate, sia con uno straccio, sia con della segatura di legno, e poi esposte all' aria perche finiscano di asciugare. Ma io preferisco il metodo della con- servazione più semplice: scelta accurata dei tuberi perchè non ve ne siano di ammaccati o guasti, e deposizione in pa- nieri o su graticci, in una stanza asciut- ta, ariosa, illuminata, volta a settentrio- ne, riparata dall 'umidità. Naturalmente è bene sorvegliare le patate, rimuoverle di tanto in tanto, e togliere man mano quelle che accennano a guastarsi. Per le pellicce, io non ho una grande esperienza : ma so che la crusca fatta scaldare vivamente a secco, con le cau- tele necessarie perchè non abbruci, è un ottimo detersivo e restituisce a molte pellicce chiare il loro primitivo nitore. Ad ogni modo mi informerò. Per il rhum, non soì in generale gli estratti sono venduti con l'indicazione dell'alcole dello zucchero e dell'acqua che occorre. Non l 'ho mai preparato, e non vedo neanche, nei libri dove pesco tal- volta di che illuminare la mia scarsa competenza di massaia, il menomo accen- no alle dosi per fabbricarlo. ABB. 11072. Chiari. — 1 pesci rossi sono commestibili? Ecco una domanda che non mi sono mai posta, personalmen- te. Ho domandato, e mi è stato detto di si : non c'è, voglio dire, nessun pericolo di infezioni o di altri guai, a mangiare un frittino di pesci rossi. Quanto a sapere se sieno buoni, è un altro affare. Pro- babilmente saranno insipidi e sapranno un poco di fango. BIANCA B. - Torino. — Temo che or- mai avrete trovato da voi il mezzo di far ritornare tersi i vetri delle finestre. Se no, provate con una spugna immersa in acqua in cui sano state disciolte po- che gocce di acido cloridrico. Occorre la- vare con poco liquido, per evitare che esso scorra sul telaio della finestra. UNA MAMMA, Lecco. — L'acqua in cui è stata cotta la pasta è un ottimo de- tersivo: se è stato detto il contrario in un corso di economia domestica, deve es- sere stato un lapsus linguae dell'Inse- gnante. Del resto l'esperienza è facile. Quanto al marmo macchiato, se le mac- chie sono di olio, le recenti, si tolgono facilmente con polveri assorbenti (stea- tite, carbonato di magnesia, etc.); se so- no antiche, o se prodotte da altre so- stanze, i mezzi sono diversi: i° si può fare una pasta con pomice finissima in polvere (gr. 10) carbonato di soda (gr. 20) carbonato di calce (gr. 20) e acqua e gli- cerina in parti uguali, in modo da farne una pasta con cui si sfrega tut to il mar- mo vigorosamente. Essa diventa pulito e lucidissimo. Oppure si mescola bianco di Spagna e benzina; o anche si mescola cloruro di calce con solfato di soda; op- pure si mescolano 20 gocce di succo di limone e 20 gocce di acido solforico (ve- leno!) in una bottiglia, e si applica con prudenza, con un cencio tenuto a mezzo di un bastoncino, sulla parte macchiata, e poi si lava e si soffrega. FARFALLA AZZURRA. — Per le pa- tate, bisogna prima farle soffriggere un poco in olio e burro, perchè la crema di latte e uovo (senza gli albumi) si rap- prende subito. Ma avete mai provato a fare le patate gratinate come usa nel Del- finato? E' una ricetta buona: sbucciare le patate, metterle in una terrina con sale, pepe, noce moscata, un uovo bat- tuto, latte bollito e formaggio groviera grat tato: mescolare il tut to e versarlo in piatto di pirofila imburrato (veramente nel Delfinato il piatto è stato preventi- vamente strofinato con l'aglio, ma non oso suggerire questo aroma ad una far- falla azzurra, che, immagino, suggerà il nèttare soltanto da fiori blù). Si spolvera sopra il composto un'al tra manciata ab- bondante di groviera grattugiata, si met- tono dei fiocchetti di burro e si passa al forno di medio calore, per 40 minuti. Grazie per la promessa relativa agli ab- bonamenti : procuratecene molti, e non saranno soltanto ricette, che vi daremo, ma premi utili e preziosi. MARIA P„ Milano. — Non posso dare indirizzi di forni tori: sarebbe pubblicità, e la pubblicità si paga. D'al tronde, voi parlate di mosto, e per il mosto ormai è tardi: il vino riposa già nei tini. E poi i produttori e i negozianti di vino ven- dono il vino, e - non il mosto, ch'è la prima fase, non ancora alcoolizzata dal- la fermentazione, del succo dell 'uva. Se volete indirizzi di produttori meridionali (ma perchè poi bere vini meridionali, ge- neralmente generosi ma forti, quando nel veronese e in Toscana ci sono vini da pasto leggeri, frizzanti e più adatti al palato femminile) potete rivolgervi alla Federazione competente, a Milano, o al Consiglio Provinciale dell'Economia. DONATELLA - S. Lorenzo. — Bisogna intendersi prima di tut to sul nome. Quand' ero ragazzina io, mi dicevano che il latte nel quale era stata disciolta la cioccolata si chiamava « alla bavarese ». Poi, ho sentito chiamar « bavarese » una crema di latte al cioccolato, dolcificato (il latte) con zucchero già caramellato. Ma voi mi parlate di gelatine... Volete spiegarvi meglio? PESCIOLINO. — Non c'è, purtroppo, un metodo per conservare indefinitiva- mente quel prodotto, di cui due dei com- ponenti essenziali, il latte e i grassi, sono per loro natura facilissimi a decomporsi col tempo. L'unico rimedio è di invol- gere il blocco nella stagnola, e preservar- lo il più possibile dal contatto dell'aria- Ma vi consiglierei di serbare piuttosto il prodotto senZfl latte. Il grasso solo irran- cidisce più difficilmente. ROMANINA, MAMMINA, GIÀ DI FIRENZE, ZEILA, SABBADINI, VEC- CHIA ABBONATA MARCHIGIANA, MATILDE DI BELVEDERE, TERESA M. DI PESARO, NAJA, ABBONATA MESSINESE, BADIA DI S. MARTINO, ESTER I. — Vi prego scusare: lo spa- zio mi manca, risponderò al prossimo numero. N I NA Casa, dolce casa.. Giunge Natale, la festa suggellata per eccellenza da un alito di raccoglimento. La mensa natalizia, in tutti i luoghi e in tutti i tempi, è circondata da riti tra- dizionali, più o meno elaborati, più o meno ghiotti e costosi. II Natale che sta alle nostre porte, è di guerra, quindi Natale d'eccezione. Certuni penseranno, con il cuore stret- to, che la loro mensa natalizia di que- st ' anno segnerà un posto vuoto. E chi, per ventura, potrà riposare lo sguardo sulla famiglia riunita, al completo, lo fa- rà —• per solidarietà umana — con una ombra nel sorriso, o con un sospiro. Anche i più abitudinari, dunque, ri- nunzieranno in gran parte ai loro dorati sogni luculliani; e, tanto la cena « di magro » della vigilia (cara alle consuetu- dini meridionali) quanto il grasso ban- chetto del giorno di Natale, si spoglie- ranno di una opulenza superflua. Sarà, questa, una nuo-va prova di de- ferenza, alle direttive della Patria, la quale, come la più saggia delle Madri, vuole suddividere con precisione le sue riserve ed i suoi raccolti, per il più gran bene dei propri figli. « Ma dunque, non si deve più com- prare nulla di tutte quelle allettanti « specialità » che stanno in bella mostra, dal dolciere, e dal salumiere « mago del- la gastronomia? ». Sicuro che si deve comprare, ma so- pratut to per gli altri... Le signore, le si- gnorine che in tempi passati si conce- devano mille svogliature d'occasione, fa- ranno, oggi, una breve e semplificata lista di compere, per la tavola. Certo, non lasceranno mancare ai loro cari qualche piccola delicata preparazio- ne, particolarmente gradita, un piatto d : « fine tavola » che affermi la circostanza festiva, ma sentiranno l'orgoglio della giusta misura, e quello (vero balsamo dell'animo) di poter destinare un rispar- mio meritorio ad utili doni di benefi- cenza, a doni sostanziosi per i lontani combattenti d'Italia, che Dio benedica. Vige, in un paese amico, una abitu- dine natalizia, che merita d'essere ricor- data, e forse seguita: oltre alle strenne che largamente si scambiano tra parenti, si provvede pure, in famiglia, ad un re- galo per la Casa. Ognuno versa la sua quota, e, finite le discussioni, si decide di colmare tale, o tal'altra lacuna. Nella maturità della vita, si andrà ri- costruendo il passato, collegando — tra loro — anniversarii e date: quel tappeto rappresenta il Natale del 19..., quello specchio fu scelto nell 'anno 19..., quelle posatine da frut ta furono prese nel rigido inverno 19... Ogni mistico anniversario della Divina Natalità porta una nuova pagliuzza al nido, per renderlo più confortevole e più soffice. Anche nella presente annata di restri- zioni e di più severi calcoli, auguriamo che una nota gaia illumini le vostre ca- se e specialmente che questa sia, del titolo di questa rubrica, eco vivente. A C Q U AMA R I NA 273'
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