LA CUCINA ITALIANA 1940
ANNO NUOVO, VITA NUOVA L'anno che ci lascia è un bel vec- chione con tanto di barba bianca che sembra abbia sulle spalle 365 anni anziché 365 giorni soltanto: appena un giro di sole. L'anno nuovo invece è un vispo pargoletto con una rama di vischio in mano al quale tutti vanno incontro festosi, sturando bottiglie di spumante e facendo mille pazzie. In fondo in questa figurazione del ve- gliardo e del fanciullino che s'incon- trano sulla soglia dell'anno che muo- re e di quello che nasce è contenuta tutta la vita umana con le sue delu- sioni e le sue speranze, il fardello del le sue pene che vuole esser lasciato dietro le spalle e la fiorita delle illu- sioni che si affacciano al sorgere di una nuova serie di giorni. C'è questa premura di gettar via nel sacco che è sulle spalle del vecchione noie, dolo- ri e disinganni sofferti, c'è quest'ansia di gioia, di voler credere a tutti i costi che il pargoletto ridente non ci por- terà che ore liete, questa pella illu- sione che gli uomini si regalano, a ogni nuovo principio d'anno, di ri- cominciar vita nuova. E' perciò che si usa in molti paesi — sebbene l'usan- za abbia i suoi inconvenienti — di gettar dalla finestra la notte di S. Sil- vestro quanto di vecchio c'è in casa, ciottoli, pentole, bussoli con... poca fortuna del malcapitato che si trova a quell'ora sotto le finestre. Forse si pensa che nessuno abbia da passeggiar per le strade in questa notte dove tutti hanno un tetto che li accolga, domestico o amico, a far loro senti- re più dolce e più viva nella comuni- tà la gioia di questo nuovo principio di vita. Anno nuovo, vita nuova! La ragazzina butta nel sacco del vec- chione un vasettino di lacrime picco- lo piccolo, che sta tutto nel cavo della sua mano, il vasetto del pianto versa- to sui cinque in latino e sul primo amoretto incontrato lungo la strada di scuola. Il vecchio, che somiglia all'anno che muore, come una goccia d'acqua so- miglia un'altra goccia, getta volentie- ri in quel sacco le sue pastiglie con- tro la tosse, e sogna che l'anno fan- ciullo, al cui pargoleggiare si sente vi- cino, gli debba comunicare qualcosa della sua fresca baldanza di vita. Il sacco del vecchio, una volta sca- S u O M O J M U f r f A l l e vecchie abbona te che f ede lmen te ci d imo- st rano la loro ami c i z ia pre- z iosa: al le nuove abbona t e, venu te ad accrescere l 'eser- c i to i nnume r evo le del le no- stre ami che, la Di r ez i one, l ' Ammi n i s t r a z i one e la Re- daz i one del la « Cuc i na I t a- l iana » augurano, con cuo- re sincero: buon anno! ricalo sulla soglia dell'eternità, sot- to gli occhi di Dio, svela agli sguardi meravigliati e divertiti degli angeli bambini la più fantastica mercanzia: sospiri di uomini innamorati, tramon- tate bellezze di donne, migliaia di ro- see bamboline, festose immagini della nostra giovinezza perduta; una sorta di Paradiso come quello che immagi- nò la sorridente fantasia dell'Ariosto nel cielo della luna: minestre versate, cicale scoppiate, boccette rotte, come quelle che gli uomini in terra buttano ora dalle finestre, tutto il ciarpame del tempo perso, delle menzogne, compre- se quelle che diciamo noi a noi stes- si, degli errori di cui ci consoliamo, quando la vita ce li rivela nella loro Note di vita pratica Non sciupate il Vostro denaro per acquisto di Acqua di Colonia. 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Ma ora non abbiamo altri occhi che per il lusinghevole anno nuovo, quello che ha recato alla nostra mensa un fiore o un dolce di più, ha diffuso per tutta la casa un'ondata di caldo benes- sere, ha richiamato da un cantuccio dimenticato il vecchio grammofono, i dischi di passate canzoni care al nostro cuore: ritorna a possederci un sottile romanticismo, un misto tenue di no- stalgia e di intenerimento fatto di: «La chiamavan capinera... », di: «Ad- dio, mia bella signora... ». Anno nuovo, vita nuova! Il bimbo promette che sarà buono e che studie- rà, i grandi. non mettono la letterina sotto il piatto, nè recitano la poesia d'occasione, ma si promettono tacita- mente a vicenda maggiore bontà e comprensione reciproca. E' questo il punto più saldo tra la fine e il principio dell'anno: il tacito voto che non svanisce col ritmo della canzone nè col traboccare della schiu- ma dorata dalla coppa dello spuman- te. E' questo l'anello che aggancia la lunga catena degli anni che resiste ad ogni prova nella concordia familiare; su di essa s'infrange il potere del tem- po che vi logora inutilmente la sua falce d'acciaio ; nessuno di quegli anel- li porta via il vecchio nel suo sacco. Al di là del passare degli anni si stende per ogni famiglia la lunga ca- tena, forgiata per forza d'amore, che unisce i morti ai futuri. Eleonora della Pura. 3
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