LA CUCINA ITALIANA 1940
Lasciando che la vostra tot carnagione diventi arida, secca, priva di vitalità, vi \ sottraete a ogni possibi- l i lità di successo. Usate - 1 quindi il Palmolive, fa- moso in tutto il mon- do per le sue preziose e benefiche qualità. • • LO SHAMPOO PALMOLIVE COMPLETA NEI CAPELLI LA BELLEZZA CHE IL SAPONE DONA AL VOLTO A sco ir Are UN CONSICL'O AWCHWOLGA Il Sapone Palmolive è fab- bricato con oli d'oliva e di palma, cioè con i migliori cosmetici che la natura vi offra. Ecco perchè la sua schiuma è cosi benefica per le carnagioni avvizzi te. Il Palmolive libera i pori da ogni impurità e lascia l'epidermide morbida e fresca. Provatelo! LUCCHESE A NAPOLI. — lo non ho perle, purtroppo: come la madre dei Gracchi (ma io ho... un Gracco solo) non potrei che mostrare il mio figliuo- lo. Ma so che per far riacquistare la lucentezza alle perle « v e r e » occorre lasciarle per mezza giornata in acqua e ammoniaca, in cui sia stato discolto un po' di bianco di Spagna. Conserva- tele, normalmente, in una scatola dove sia della magnesia in polvere. Per la va- sca, vi consiglio le bianche ninfee, i miosotidi, la menta acquatica, e gli aco- ri. che danno bellissimi fiori gialli e violacei. Mettete liberamente nella va- sca i pesci rossi: non è affatto vero che portino disgrazia, anzi mangiano le uova delle zanzare, e in questo portano for- tuna. Del resto, se proprio avete quel- l'ubbia, procuratevi delle tinche o delle carpe. Animeranno ugualmente la vasca. 62674, Bologna. — Le lampadine elettriche è meglio pulirle quando sono accese: il filamento metallico, quando è incandescente, è molto più elastico e si rompe quindi molto più difficilmente. Se adoprate, per pulirle, alcool denatu- rato da applicarsi con un po' di cotone idrofilo, state attenta a non toccare la parte metallica delle lampadine. Non so dove siano gli stabilimenti che si occu- pano della rigenerazione delle lampadi- ne vecchie, ma se ne avete molte ri- volgetevi al vostro elettricista, e vi aiu- terà certo a venderle. Grazie per i 3 abbonamenti: spedita la cipria. RARA AVIS, Polignano. — Ritrovo una tua lettera tanto cortese e tanto simpatica. Ma non so ricordarmi se ti ho risposto. Hai saputo « tutto » quello che chiedevi? O vuoi ripetere quelle, delle domande, a cui per avventura non avessi risposto ancora? Non occorre uni- re la fascetta ad ogni lettera che ci scrivono le abbonate. Quando esse f ir- mano col loro cognome, la qualità di abbonate vien subito accertata dalla se- greteria, prima che le lettere ci vengano mandate perchè rispondiamo. BIONDA PISANINA. — Anch'io so- no pisanina, ma sono bruna. Il colore dei capelli ci divide, ma la torre pen- dente ci unisce. Leggi la rubrica « Au- tarchia in casa», della dottoressa... « Italica ». Ci troverai la descrizione della cassetta di cottura. La segatura di legno è un ottimo isolante. In sostan- za si tratta di fare quelli che da noi si chiamano « coltroni » ossia coperte imbottite. Solo che invece di farle per il letto si fanno per le pentole. Quan- do la cassetta di legno è foderata di un coltroncino in fondo, e di uno più lungo torno torno, con un bel buco in mezzo in cui la pentola entri giusta giu- sta, si aspetta che il fuoco abbia fatto bollire la pietanza che si vuol cuocere, e poi si ficca la pentole « coperta » den- tro il buco lasciato dall'imbottitura. So- pra ci si mette la terza coperta, e poi il coperchio. Non essendoci possibilità di dispersione di calore, l'acqua conte- nuta nella pentola continua a cuocere la vivanda... E' semplicissimo: ma vai a farlo entrare nella testa delle dome- stiche! Quelle ti aprono tutto il rubi- netto del gas... E' appunto per questo che la buona massaia deve insistere: tu sapessi che economia porta una buona cassetta di cottura... Perchè non cerchi di essere una nostra propagandista, a Pisa, per la « Domenica » e la « Cuci- na »? Proprio non ti farebbe piacere ri- cevere una bella scatola di cipria « To- Radia », o un vasetto di crema per la notte, o un astuccio di belletto « To- Radia » in polvere? - v ABBONATA MILANESE. — Abbia- mo cercato di, «accontentarvi. Ricette, ricette... Va bene così? D. P. V. SINC. — Ci sono, per l'in- conveniente che lamentate, rimedi e- nergici e definitivi. Ma è necessario che se non voi, almeno vostro marito si ri- volga ad un medico e chieda consiglio. GRIGIA, MA... — Il cacao è un al- bero strano. Come l'arancio, porta, in- sieme, contemporaneamente, i frutti e i fiori: soltanto che il cacao fiorisce e fruttifica continuamente. E' originario dell'America dei Tropici. In Africa è stato introdotto nel 1870. La raccolta, la preparazione e la spedizione delle fave di cacao è interessantissima, ma a voi interessa saper se possa esser peri- coloso per il vostro stato di salute. Ef- fettivamente, agli uricemici non è favo- revole, per le purine che contiene. Co- irle energetico è certo uno dei più pre- ziosi alimenti. CESIRA P. — Grazie infinite. Man- date altro e vi saremo grati. ROSA LIGURE. — Grazie, cara, per le tue espressioni cortesi e per le ot- time ricette. Anch'esse partecipano al concorso. Auguri e cordialità da noi tutti. ABB. 89426, Reggio. — Saracèno è il nome di un frumento minuto, trian- golare, e scuro: non è affatto, come cre- dete, il granturco, tondeggiante, giallo. Il saraceno è una varietà del « Poligo- lum tataricum ». Il nome gli viene dal colore, simile a quello dei saraceni, che erano scuri di viso. Ma anche qui biso- na stare attente: comunemente si crede che dire saraceni, o arabi, sia la stessa cosa. Gli arabi invece non si son mai chiamati saraceni. Questi erano, secon- do Plinio il Vecchio, e Tolomeo (ma come sono brava, quando sono vicina alla mia biblioteca!) erano dei nomadi del deserto d'Africa e di Sìria. Quanto al granturco, a cui dobbiamo quella buona farina gialla con cui si fanno tante belle cosine, oltre alla polenta, ¡1 34
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