LA CUCINA ITALIANA 1940
IL l i d© i D E U ' A N C K E Torno dalla visita fatta a mia sorella con una cupa malinconia che mi accom- pagna, tormentandomi. La piena letizia della famigl ia fel ice spira in quella casa. Tutto è luce e gaiezza. Tre bimbi, tre fiori. E lei, la cara piccola Nel la, incarna i l vero trionfo della giovinezza benedetta e beata. L'ho rivista oggi, come sempre, ' stil- lante di rugiadosa freschezza senza om- bra di artificio che la ravvivi. Nul la o f - fusca il Viso ove gli occhi rìdenti sono come due stelle in un cielo aperto. — Sei bel la! — mi ha detto, abbrac- ciandomi. —• Bella?... Sf ido! dopo due ore di 6tudio e di fatica avanti lo specchio! — e sorrido con una l ieve punta di ama- rezza. Nel la mi guarda con la sua preziosa aria di candore che la rende ancora più giovane. — Non capisco proprio che bisogno tu abbia di affannarti tanto. Mol te in- vidierebbero la tua carnagione e lo splen- dore dei tuoi occhi. — Non sono più giovanissima — ho risposto io — qualche l ieve ruga da na- scondere, qualche sfumatura non più rosea come una vol ta; dei fili bianchi. Nel la ha riso, illuminando ancor più il vol to di fior di pesco. — Che pazzie, Laura! — No, Nel la. Credi forse che Guido mi amerebbe egualmente se io non na- scondessi a lui le tracce che i l tempo incide? Tu lo conosci poco. Egli è un raffinatissimo ammiratore della bellezza, ed io tremo sempre, e mi studio, e tutti i giorni le soste avanti lo specchio di- vengono più lunghe. Non sai quale stra- zio sia per me il timore della vecchiaia. Amo Guido più di ogni cosa al mondo, e se dovessi perderlo, guai! I l visetto di Nel la si è oscurato e ne- gli occhi sereni è scesa una nube di tri- stezza. Al lora, per non turbarla di più con il mio cruccio, ho stretto forte forte al seno Mimmo, l 'ultimo nato, il quale è un vero batuffolo di seta profumata alla vainiglia. Nel la nel congedarmi mi dice: — Io avrei i l coraggio di mostrare a Guido il mio vero volto, quel lo che l 'a- fifaCUlti Roma - Corso Umberto, I • num. 300 p.p. (in prossimità di P . Venez i a) - Te l. 681-219 Calzature - Abbigl iamento P e l l e t t e r i a - O m b r e l l i • di CfKan Moda * ...mi scruta... more gli ha donato, e non una copia de- gli altri, di tutti gli altri. Rientro nervosissima. Ordino alla ca- meriera di lasciarmi sola e di di re a chiunque venga a cercarmi, che sono uscita. La quiete della mia casa mi tur- ba; sono travolta dal desiderio improv- viso di avere intorno dei bimbi che riempiano di grida le stanze, che buttino in aria mobi li e ninnoli, che inondino tutto col fulgore della loro luce. E pen- sare che non li ho desiderati, che non l i ho voluti mai per i l timore di sciupare la mia freschezza, ed anche perchè, una volta schiava dei piccoli tiranni, avrei dovuto dare un addio alle cure di va- nità, agli spassi, e ai deliziosi ozi fatti per l 'amore e che non debbono essere turbati, per aver valore! La pendola segna le diciotto. Tra un'ora Guido sarà da me. Occorre farsi bella molto, e sorridere, e nascondere questo velo di malinconia che mi of fu- sca lo sguardo. Sono avanti Io specchio ed apro tutte le scatoline e le fiale nel le quali sono racchiusi i misteriosi segreti del fascino. Lavoro con cura minuziosa, studiando sfumature e ritocchi con at- tenzione esasperante. Sono stanca, però il mio viso è un capolavoro, ed io l o ammiro col compiacimento di un artista che ha terminata la sua opera. Ma ad un tratto un impulso nuovo mi agita, e le parole di mia sorella tornano vive ad ammonirmi. Penso che un mio atto di coraggio mi donerà forse la fe l i- cità sicura, la letizia vera. Debbo mo- strare a Guido il mio vero vo l to; i l vol to ch'egli forse ha qualche volta ve- duto nel breve periodo del fidanzamento e che io poi mi sono sempre affannata a nascondergli per piacergli molto, per essere giudicata da lui la più bella di tutte. Probabi lmente rischio di distrug- gere il mio sogno d'amore, ma mi avvi- lisce la commedia di ogni giorno, e sono stanca della mia eterna ansia. Senza più riflettere, tuffo i l viso nel- l'acqua fredda e con voluttà passo le mani a lavare l 'artificio che si dissolve sotto l'onda purificante. Una specie di ebrezza che mi fa fremere, e sento fluire nelle vene un sangue più giovane e ar- dente. Passo il pettine tra le onde sa- pientemente accomodate, scopro la f ron- te che è bella, e fermo i capelli sulla nu- ca. Che senso di l iberazione! Mi guardo. Sono bel la? Non so,... ma gli occhi splen- dono di luce prodigiosa. Sento i l passo di Guido nel vestibolo. Non gli vado incontro e penso di affievo- l ire la luce delle lampade. Ma no! Egli mi deve vedere come sono, come sarò sempre da oggi, per lui. Eccolo! Mi fissa un poco sorpreso; mi scruta (l 'anima mi trema) poi mi serra forte forte tra le braccia, e mi trascina sul divano basso e morbido come un nido. — Laura, come sei bella, come mi pia- ci così ! 1 Mi bacia i capelli, il viso, le labbra, con tenerezza nuova, ed io sento cantare nell'anima una musica divinamente soave. — Cara, cara la mia donna che vedo, che sento, che adoro! Mi sollevo lievemente e lo fisso, ebra di felicità. — T i piaccio cosi?... è proprio vero?... non mi trovi brutta?... Una stretta più appassionata ancora mi risponde, poi le sue parole fluiscono e mi dissolvono in un mare di tenerezza. — T i sento finalmente mia così, col tuo vero volto che non è quel lo che gli altri ammirano. E ti vorrò sempre così, adorata mammina dei bimbi che verran- no, si, verranno ora che non sei più la bambola senza anima, ma la donna mia, la donna che adoro! Non posso rispondere. La letizia è tan- ta che l'anima trabocca. Non mi freno più e scoppio in singhiozzi, e tento sof- focarli premendo le labbra sul cuore di Guido che è mio, mi o! Elisa Armeni CAELZ ELAESTICH per VENE VAR I COSE, FLEBITI, ecc. Nugyo tipo perfetto. Su qualsiasi misura, Senza cucitura, morbidissime, riparabili, veramente curative, NON DANNO NOIA Gratis riservato: catalogo N. 16 opuscolo sulle varici, indicazioni per prendere da sè le misure 'Fabbrica di Calze Elastiche C. S. ROSSI uff, dir, di S. MARGHERITA LIGURE 36
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