LA CUCINA ITALIANA 1940

(Ba/diamtf' del Mwi Avrei dovuto rispondere particolar- mente a una gentile signora abbonata di Cucina Italiana la quale mi ha scritto per espormi alcuni suoi dubbi, dubbi che le danno perplessità tormentose, che l'amareggiano e per i quali ella desi- dera un consiglio che le permetta di scegliere una linea di condotta da tenere in circostanze così delicate e che possono avere gravi conseguenze per l'avvenire, non solo morale ma anche fisico dei nostri figli. L'argomento è quanto mai complesso e delicato, ma altrettanto pieno d'inte- resse per tutte le mamme; questo pensie- ro mi decide a non rispondervi diretta- mente, cara signora, ma a farlo per mez- zo del nostro amato giornale. Oggi perciò non parleremo dei nostri bambini nell'età più tenera ma... di quel- li più grandi, dei figli che già stanno per mettere le ali ed iniziare i primi voli nel mondo! Ha ragione la mia buona amica d'im- pensierirsi per la grande crisi della ado- lescenza, quando la natura compie la trasformazione che li fa diventare adulti. Essi sentono allora scorrere nelle loro vene un sangue più impetuoso, più vivo. I l giovinetto si accorge che qualche cosa di nuovo è entrato nel suo organismo, nella sua vita materiale e spirituale. Pro- prio allora la mano affettuosa e intelli- gente della madre deve stendersi ad in- dirizzare i primi passi dell'uomo verso una mèta di luce e di dolcezza. II compito non è facile ed i mezzi buoni sono oltremodo delicati ed ardui. A mano a mano che i figli crescono aumentano le nostre responsabilità, si fanno più difficili i nostri doveri e più spesso ci troviamo a non essere ben certe sulla opportunità di un nostro in- tervento. La maternità non deve credere di avere assolto il compito sublime e grande solamente nel breve periodo del- la prima fanciullezza; essa si deve evol- vere e rinnovare per essere pronta a por- gere una mano soccorritrice nell'ora delle necessità morali. Non di rado dovremo sfiorare argo; menti delicati, ma è doveroso farlo se si pensa che la creatura nel momento in cui si trasforma — uomo o donna — si trova ad essere sola come in mezzo ad un deserto. Sola! E tutto un mondo d'istinti sel- vaggi urla e freme nel suo cuore che non è più quello di prima! Le persone amate sono lontane, nes- suno — se la mamma non vigila — si è accorto che un nuovo essere si forma e che ha bisogno di aiuto! Se la madre non ha il coraggio di sol- levare, con mano tenera e guardinga, il velo che ricopre i segreti della maturità, vi sarà chi si sostituirà a lei, ma ella sa- prebbe farlo con più intuizione e volge- rebbe i l pensiero dei figli più in alto e farebbe loro intendere quello che vi è di sublime nel fine dell'amore e fa- rebbe loro capire che l'unica via por- tante alla felicità è quella del sentimento puro, mentre le torbide passioni non fan- no che avvelenare l'esistenza. Ma se la madre per pudore o per ne- gligenza tace, la scuola dell'amore verrà fatta da altri, da compagni spregiudicati o indegni, da giornali di dubbia fama, da miserabili donne.« e solo già per que- sto l'adolescente potrà traviarsi. Certo non è facile trovare la parola pacata che non turbi il cuore e la mente ma che sappia insegnare a guardare con animo sereno la vita e il fiore di questa, in lui, o in lei, da 1 poco sbocciato e ispi- rar loro il rispetto per il meraviglioso dono che deve essere destinato a finalità alte é sublimi e non avvilito nel fango. Non lasciamo che il più sacro dei senti- menti diventi la più ignobile delle pas- sioni; rendiamo l'uomo degno di se stes- so, togliamolo anche all'ultimo, e forse unico residuo dell'animalità, ed elevia- molo dalla terra al cielo. Quando i figli hanno raggiunto l'età in cui i sensi cominciano a cantare i l loro inno devono assolutamente essere sorretti, consigliati ed elevati ad alti ideali, perchè l'assalto delle nuove pas- sioni non devasti e degeneri le loro bel- le giovinezze. Per le figlie il compito è spesso più facile perchè quando esse sopranno che la nuova vita le prepara alla maternità si sentiranno orgogliose di contribuire al- l'incessante rifiorire di nuove esistenze nel mondo. Ad esse che già sentiranno la maestà di essere donne per essere madri, bisogna ancora insegnare a sentirsi fiere di di- mostrare che l'unica via che porta alla felicità è quella dell'amore che conosce il sacrificio, la dedizione, il dovere. Ave Longt GIORNATA DI BUCATO GIORNATA DI PIACERE Di piacere si, perchè la buona massaia gode di esporre al sole capi dì biancherìa dal candore immacolato, abbagliante. £ la fatica? dirà qualcuno. Oh, il bucato faticoso è roba d'altri tempi come il sec- chio del pozzo e la lucerna Le donne d'oggi che marciano col progresso adot- tano Giglio che in 10 minuti lava splen- didamente da sè. Giglio sviluppa ossigeno e il tessuto vie- ne purificato da questo gas rinnovatore. Giglio fa risparmiare tempo e fatica e fa durare di più la biancheria perchè evita di sbatterla e sfregarla. Bastano 10 minuti per gli In- dumenti delicati e 25 minuti per lavare quelli di colore. '/QUO AUTOBUCATO ITALIANO I NDUSATR I CF.RARI .!. BFRT0N1C1N • BERGOAM 41

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