LA CUCINA ITALIANA 1940
s t ù p m c U o d e M & m a s s a i a La società femminile d'un paese più freddamente pratico del nostro, ha pro- posto che ogni moglie venga regolar- mente stipendiata dal marito, in misura proporzionata alle disponibilità finanzia- rie di lui, e proporzionalmente ai servigi che gli rende. E questo perchè — ha di- chiarato la presidentessa dell'associazio- ne — una delle cause fondamentali delle divergenze coniugali è appunto costitui- ta dal fatto che in molti casi, ogni qual- volta la moglie ha bisogno di denaro de- ve letteralmente andare a mendicarlo dal marito. Enunciata la proposta, non v'è da du- bitare che susciterà le più vivaci discus- sioni, e molte voci discordi s'incroce- ranno. L'una dirà : « Giustissimo ! è ora fi- nalmente che il lavoro domestico della massaia venga considerato alla stregua di un altro qualsiasi lavoro salariato o stipendiato ! » . « Non solo — incalzerà una seconda — ma è ora che si consideri altresì che il lavoro della casa merita un compenso maggiore d'ogni altro compiuto dalla donna o dall'uomo in una fabbrica, in un'officina o in ufficio. Infatti, che cosa fa l'operaio? l'impiegato? Presta l'ope- ra sua esattamente un numero di ore stabilite per giorno. Ha davanti a sè un capo fabbrica o un capo ufficio che gli toglie e che si addossa di fronte ai pa- droni ogni responsabilità. Le sue mani e il suo cervello lavorano, si, ma ai « particolari » di un immenso lavoro del cui insieme non è l'operaio o l'impiegato a doversi preoccupare. Quando ha sbri- gato la sua pratica o fatto girare un tor- nio secondo indicazioni precise e gesti sempre uguali, non ha da pensare più in là. L'ora esatta suona per l'inizio del lavoro, suona per la fine che lo libera Reumatizzati Fate ' regolarmente la vostra cura di URODION EVITERETE : C O L O R I SCIATICA EMICRANIA OB E S I TÀ euech iaino do caffè, mattine c tcto én tm po' d'acqua. fretto tu»« le farmaci» Aut. ProL Milano - 5927 del 31-1-38 1*roduzione italiana E' un P r o d o t t o di F ama Mo n d i a l e da ogni pensiero. Ma la massaia! V'è forse per il suo lavoro un numero sta- bilito di ore? Può essa, dopo otto ore di prestazione, i l pomeriggio del sabato, l'intera domenica, incrociare le braccia e riposare? V'è di più: l'opera sua non ha nè la guida nè il controllo d'un capo ufficio o d'un capo fabbrica che le tolga di dosso ogni responsabilità. Tutto, tutto ciò che compie per la casa e pei familiari è sog- getto a una importante e spesso grave autodecisione. Se l'andamento di casa va bene, è dover suo; se va male, è colpa sua e le disapprovazioni (che d'altra parte è la prima a rivolgersi da sè) non le mancano. II suo lavoro non ha gesti uguali, non si compie intorno al solo particolare di un tutto, ma è molteplice e vario all'infinito. Non ha terminato un'occupazione che già deve avviarne un'altra, e siccome molte sono le esigen- ze di una casa, ella deve comporre di tutte quante le occupazioni un mosaico armonico che stia nella cornice d'una giornata lavorativa. Giornata senza limi- ti: chè se il numero dei figli è... quale deve essere, la giornata comincia all'al- ba — se pure non ha avuto i suoi pro- dromi la notte — prosegue l'intera mat- tinata, non lascia riposo all'ora di tavola, sèguita il pomeriggio intero e magari fino a sera inoltrata col rammendare cal- ze e rattoppare calzoncini mentre gli al- tri sono a letto... Nè la prestazione lunga e faticosa rap- presenta l'essenziale. L'essenziale è sa- pere come lavorare. Ora, ciò esige un numero svariatissimo di cognizioni: così che a volta a volta la massaia è nutrice, educatrice, cuoca, domestica, cucitrice, sarta, smacchiatrice, insegnante, compa- gna di giochi e consolatrice di pene. Non rasenta questo cumulo di cognizioni un sapere quasi enciclopedico? E non è dunque la sua prestazione degna d'uno stipendio corrispondente al valore mate- riale e spirituale dell'opera sua? » . Ma ecco una teTza voce : « Tutto quan- to è stato detto finora è verissimo. Sol- tanto bisognerà considerare se il fissare uno stipendio alla massaia non la ugua- gli a una domestica, o quanto meno a una direttrice di casa, o nella migliore delle eccezioni, a un'operaia, a un'impie- gata. Con ciò, nulla di umiliante, s'in- tende: ma ella stessa ha da ritenere l'o- pera sua — appunto in forza delle diffi- coltà che presenta — spiritualmente su- periore a una retribuzione servita in li- re e soldi. Se i desiderata di quella tale associazione venissero accolti, ciò dareb- be luogo a certe trattative commerciali fra marito e moglie, che se non fossero comiche sarebbero penose. « Proverò le tue abilità casalinghe per un periodo di tre mesi — dirà il marito — assegnan- doti per ora tanto. Ogni tre anni, un au- mento del dieci per cento. Firma il contratto » . Oh no! Sono certa che non una mo- glie accetterebbe. Non accetterebbe, ap- punto in ragione della superiorità del suo lavoro, e in ragione di una umana ammissibile fierezza che non le rende- rebbe accetto il giudizio del compagno, espresso in un salario più o meno ade- guato ed aumentabile. Eppure, è pur giusto e legittimo che ella abbia uit compenso. Ma sarà essa stessa a stabilirlo in modo lodevole e non umiliante per alcuno dei due. Ecco come : stabilito in principio di anno l'importo delle entrate domestiche (stipendio fisso, onorari o entrate stra- ordinarie in cifra approssimativa) fissare in accordo col marito un bilancio dome- etico, secondo il quale verranno netta- mente e proporzionalmente distribuite le entrate fra vitto, alloggio, riscaldamento, istruzione, villeggiatura, cure mediche, elettricità e gas— E' più facile camminare su una via ben tracciata; e qui vi cam- mineranno insieme marito e moglie. Insomma, non è il marito che stipen- dia la moglie; non è la moglie che men- dica da lui il denaro, o ne dispone in modo cervellotico ed egoista. E' invece l'unione stretta, ragionevole, equa di due forze: guadagno-lavoro. Non uno dei due compagni preponde- ra; e se pur la massaia deve assumersi la parte maggiore di lavoro, essa la fon- de nel comune sforzo per il benessere familiare. Ma per giungere a questo, che non ci adonteremo a chiamare accordo coniu- gale-commerciale, occorre un sentimento da scriversi in tutte maiuscole... Lidia Morelli PICCIOL ftUUISI UTIIL Centesimi 70 la parola oltre la tassa erariale dell'I,80 per cento CAPELLI GRIGI? Non tingeteli! Con una cura rigeneratrice ritornano coloriti, ra- pidamente. Informazioni gratis. F. Pel- acchia - Secondigliano (Napoli). LAM BRUSCO in damigiana spediamo ovunque. Chiedete listino: Pisani - Sas- suolo ( Modena ) . ATHOS CASTONE BANTI, Direttore FANNY DINI, Condirettrice e gerente A.T.E.N.A., Via del Gazometro 25, Roma 47
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