LA CUCINA ITALIANA 1940

netto dell'acqua: se questa scorre ve- loce, occorrerà una tiamma alta: se fate scendere l'acqua meno violente- mente basterà minor gas a riscaldare la serpentina. Cordiali saluti. GIUSEPPINA BRUNA. — Se sono pochi, estirpateli con la pinza. Se sono molti, lasciateli stare. L'estirpazione del capello bianco non provoca affatto la estensione della canizie. Tutto al più, il capello bianco rinasce... bianco. Quanto alle tinture, per carità! Per l'altro pro- blema che sottoponete a me (ma avreste dovuto rivolgerlo alla signora Marcoaldi) non posso consigliarvi che massaggi ma- nuali sistematici con crema < To-Radia », e moto, e vita igienica, e ir testini sem- pre sgombri. ANTONIETTA DI MONDOVI'. — Ri- trovo una vostra cartolina relativa alla polvere di carbone, ma io sono sicura di avervi risposto. Vi è forse sfuggita? E vi è sfuggito anche quanto scrisse « Italica» su queste colonne, un an-' no fa? ABBONATA PORTICESE C. M. — Non posso darvi notizie precise circa quel prodotto di cui mi scrivete. Non l'ho mai adoperato per il bucato casa- lingo, che preferisco fare coi metodi an- tichi più riguardosi verso la biancheria. Le scarpe di camoscio nero di spazzola- no con una spazzola metallica apposita. Se sono malconce adoprare le polveri speciali per pelli di camoscio, note in commercio. Quanto alle camicette nere da lavare, se son di lana lavarle in una soluzione di acqua saponata tepida con ammoniaca, o in acqua tepida con patrie grattate. Per gli indumenti di seta nera occorre.acqua con sapone a scaglie, non alcalino. Ve ne sono di ottimi di molte marche. ABB, 13500, Milano. — La Vostra lettera mi ha fatto ridere volentieri. An- ch'io avevo fatto la medesima osserva- zione. V» ringrazio. FANTASIA ABRUZZESE. — Il di- fetto è certamente nel turacciolo. Non si debbono mai adoprare turaccioli usa- ti, per le bottiglie di vino che si voglion conservare. Se sono forati (e in gene- rale lo sono) il vino viene a contatto con l'aria, e piglia d'aceto: se sono sol- tanto umidi, finiscono per ammuffire, e allora comunicano al vino un sapore sgradevole. Prima di adoprare un tappo di sughero, se è possibile lasciatelo per 24 ore in acqua inacidita con acido solforico (in proporzione di 10 a 1). Lavatelo poi in acqua calda. Se non avete acido solforico, bollite il sughero. Meglio sarebbe tuffarlo nella paraffina calda, per un paio di volte. ELETTRA, Palermo. — In teoria, quei colori sono resistenti alla luce e alle lavature. In realtà, poi, il sole li « smonta ». Provate con acqua e sale di acetosella. E' un veleno, però: state at- tenta a non lasciarlo a giro. Le tendine di seta gialla si ravvivano con acqua e acido nitrico (altro veleno). I fazzoletti di seta a bordi colorati con acqua di semola, ossia acqua che abbia bollito in- sieme alla crusca. Crazie per i 3 abbo- namenti alla «Domenica» e i 10 abbo- namenti alla « Cucina ». Siete meravi- gliosa! Vi ho fatto spedire un... piro- scafo di prodotti « To-Radia ». La Si- gnora Cullo Paternostro, autrice della novella che vi è piaciuta tanto nel « Giornale della Domenica », è come pensavate proprio la molto fine e molto graziosa vostra concittadina. EUGENIA G. B., Venezia. — Non vi preoccupate. Era materialmente impos- sibile che le circolari per sollecitare i versamenti fossero spedite soltanto quan- do fosse cessato l'arrivo dei viglia. Tan- to più che, come è noto, i pagamenti fatti a mezzo dei conti correnti postali ritardano sempre vari giorni. La circola- re è stata dunque inviata a tutte le persone <li cui l'abbonamento nuovo non era pervenuto... a un determinato gior- no. Ma se è pervenuto dopo (come è nel caso vostro) la sola cosa da fare è di prendere delicatamente il foglio con due dita, e cestinarlo con animo fermo e sereno. Le abbonate, invece, che non rinnovano prima della scadenza conside- rino quella circolare come il « Mane, te- lnet, phares » che apparve al convito di S a r à q u e s t a L ' O T T A V A 0 J V L e R A V I G L I A ( Abbiamo sentore che la Ditta Giu- seppe Moneta di Milano — Via San Vincenso, 20-22 — Prima Fabbrica Italiana Articoli Ferro Smaltato, sta lanciando una padella, denominata Friggitutto « Melior », con la quale si friggono in maniera ineguagliabile i più diversi cibi, messi insieme, con- temporaneamente e nello stesso con- dimento. La meraviglia consiste che, in tali condizioni di promiscuità, le vivande non si trasmettono minima- mente il proprio sapore e neanche il condimento ne assorbe, cosicché può servire, inalterato, per numerose frig- gitore successive. Con la Friggitutto « Me l i or», quin- di, non soltanto si possono friggere insieme: dolci e... cipolle, pesci e... uova, carne e... frutta, impareggiabil- mente, ma con questi altri immensi vantaggi: friggiture rapidissime, mi- nimo consumo di condimento, massi- ma digeribilità dei fritti a motivo dello scarso assorbimento di condito. Vale la pena di chiedere alla Ditta Moneta l ' invio gratuito dell'opuscolo illustrativo di una simile meraviglia, ammesso che non si desideri acqui- starla subito presso i migliori negozi di casalinghi di tutta Italia! Baldassarre: perchè essa significa che la « Cucina Italiana » del mese successivo non la riceveranno. Cordialità affettuose. A. TRON, Bologna. — Ma naturale! Dovevano essere 2, i grammi del bi- carbonato, non 20. Grazie della segna- lazione. Ah!, questi correttori di boz- ze !!.... RINA, Roma. — L 'idea di regalare agli sposi novelli un abbonamento alla « Cucina Italiana » è gentile e geniale. Cercheremo di attuare la vostra idea. Crazie degli auguri che ricambiamo col cuore. Continuate nella vostra propa- ganda. CUORE IN ATTESA. — 0 cara, spe- ro che non sarà mica in attesa della mia risposta il vostro cuore! Tanto più che quello che mi domandate riguarda for- maggi, antipasti, ed io spero che nel vostro giovine cuore ci sia posto anche per .altro. Parliamo dunque degli anti- posti. Non è esatto che « siano stati abo- liti ». Nessun Decreto, vi assicuro, si è mai preoccupato degli antipasti. La mo- da, fuggevole, instabile, ha in alcuni luoghi assicurato che l'antipasto era poco elegante. E non è vero. Altrove si è constatato che l'antipasto... impediva il pasto, nel senso che rappresentava già una buona parte del pasto, e dopo ri- maneva poco posto, nello stomaco, per il resto. E questo è vero. Nelle campa- gne, dove, senza comprenderne le ra- gioni scientifiche, si è osservata l'azione stimolante, aperitiva del brodo, non si comincia mai un pasto « gagliardo » sen- za una scodella di brodo, a cui segue, naturalmente, la pasta aciutta e il re- sto. Sicché, riassumendo, direi che l'an- tipasto non è proprio da scartarsi. In una bella colazione, al posto del tradi- zionale piatto di spaghetti, un antipasto assortito può fare ancora la gioia di com- mensali dallo stomaco saldo. I formaggi si offrono, in fine di pasto, in un sol pezzo per ogni qualità. La preparazione anticipata di « porzioni » sa un po' trop- po di « pensione per famiglia », dóve tutto è misurato. Quanto al resto, di- stinguiamo: se gli ospiti sono di grande, di grandissima confidenza, il caffè si può bere a tavola, e l'apparecchiatura rima- ne, come è, finché essi non si alzano: se gli ospiti sono di riguardo, o comun- que non i'ntimissimi è bene sempre far servire il caffè nella stanza accanto. E' la padrona di casa che dà il segnale di alzarsi, e di passare in salotto: e mentre gli ospiti sono con lei, e coi familiari, in salotto, la domestica, o le domestiche, sparecchiano, puliscono, riordinano la sala da pranzo. CHIARA À., Adelfia; CLAUDIA S., Casalbuttano; RARA AVIS, Polignano; LUISA G., Lecce; VECCHIA ABBONA- TA DEL 930, Gioiosa Marea; SIGNORA D'UN MEDICO; MARIA ANTONIETTA, Roma, e tutte le altre amiche che mi hanno scritto: Abbiate pazienza! Ho centinaia di lettere a cui rispondere, e il Direttore trova che 5 pagine tutte per me, sulle 24 a cui ci ha ridotti la ridu- zione dei consumi, sono anche troppe. A quest'altro fascicolo! NINA 58

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