LA CUCINA ITALIANA 1941
A MOR M I GU I D I . — Per quel che ri- guarda la permanente, veramente avre- ste dovuto rivolgervi alla signora Mar- coaldi. Ma si tratta di una rispostina bre- be breve, e ve la darò io... per brevità: nel vostro caso, meglio la permanente a elettricità. Circa il denaro che avete alla Banca, tutto dipende dal modo con cui è stato depositato. Se è in un libretto « al por- t a t or e», chiunque si presenti, e quindi anche vostro marito, anzi a più forte ragione lui, può riscuotere. Se è un li- bretto « col vincolo della personalità », non c'è barba di marito, o di parenti di marito, che possa toccarlo. Abbiate dun- que l 'amabi l ità di vedere come avete si- stemato questi vostri denari, tenendo presente che qualunque direttore o im- piegato di banca potrà spiegarvi che, se il denaro è depositato al vostro nome, anche in caso di decesso del vostro con- sorte nessun congiunto di lui potrebbe avanzare diritti su di esso. Vi ricambio espressioni di simpatia. Comprendo la vo- stra amarezza attuale. Coraggio! V I A ORME A. — Grazie per le pre- ziose ricette e per la simpatia che ci di- mostrate. Ave te ricevuto le copie per la propaganda? Informateci in cortesia. Cor- dialità. INES. — Perchè no? Gli utensili da cucina di terraglia (di terraglia... gli utensili, non la cucina) rendono ancora preziosi servigi alla massaia. Certi arrosti morti, certi umidi, come vengono in un bel tegame di terracotta... Per lavarli, ac- qua e soda. Evitate di raschiarne il fondo per asportare l 'attaccaticcio: rischiate di portar via la vernice, ossia di rovinarli. Quando in fondo a un tegame c 'è un po' di rimasuglio attaccato, mettete acqua con un pochino di soda, e aspettate che la roba si stacchi. L'uso di fregare il fondo dei recipien- ti nuovi con aglio battuto è antico e te- nace. Sì spalmano gli utensili nuovi, d: dentro e di fuori, e poi si riempiono d'acqua che si porta lentamente all'ebol- lizione. Quindi si lascia raffreddare l'ac- qua stessa dentro il recipiente dove ha bollito. Che cosa fa questa operazione? E che ne so? Pare che eviti ogni screpo- latura della vernice al primo contatto un po' brusco col fuoco: ed è opportuno evi- tarle, le screpolature, perchè le scaglie della verniciatura di codeste terraglie possono, se inghiottite, crear qualche pe- ricolo: sia colla loro stessa presenza, sia col piombo di cui sono costituite le ver- nici stesse. C H I A R I NA A. — Abbiamo provvedu- to per la copia desiderata: ma perchè, C A M D E M O Soggiorno ideale in ogni stagione ) M n K c r l v a ||'incantevole «Pensione Ervedo ». Combinazioni settimanali L 250. Chiedere prospetti " B U K A J l J k , , Pellìccia principe, disegnatimi a sigaretta, dorso marcato, leggerissima, morbida, pelli rare T O F A N A R I G I À ' G I L A R D I N I Corso Umberto (angolo S. Claudio) Roma invece di impiegare lo spazio a prote- stare contro la mancata pubblicazione di certe ricette non bene identificate, non ci avete ripetuto che ricette volevate? A quest'ora ci saremmo levate il pensie- ro, voi e noi. A Z U R E A . — Grazie per i due abbona- menti. Spedito il premio. Non capisco bene la vostra domanda: ho letto che in un paio di calze di seta o di rajon ci sono circa 2 milioni di maglie, ma io non le ho contate di sicuro. Sì, ci sono in tutte le città riammagliatrici di calze: potete, quando andate al capoluogo della vostra provincia, cercare chi possa ac- comodare le molte che mi dite di aver dovuto metter da parte. L U I G I A I NES - S. Cesarea. — Ormai la ricetta della marmellata di fichi è sta- ta pubblicata, nel numero scorso, anzi ne sono state pubblicate due, e quindi l'ab- bonata signora Novi è, a quest'ora, am- plissimamente informata. Ad ogni modo vi ringrazio tanto. Per quel che riguar- da la marmellata di castagne, eccovela: Si lessano le castagne e, sbucciate, si passano. Si pesa il passato e poi si stem- pera in uno sciroppo bollente, dove lo zucchero abbia il medesimo peso del pas- sato: per esempio, 500 grammi di pas- sato. 500 di zucchero, 300 di acqua. Quando le castagne e lo sciroppo hanno bollito insieme almeno mezz'ora, vi si aggiunge il baccello di vainiglia, e, quan- do il composto è tepido, si mette in vasi di cristallo, lo però qualche volta pro- lungo la bollitura, poi verso la marmel- lata su un marmo, la stendo come se dovessi fare la pasta, lasciandola dello spessore di un dito circa, e la lascio pro- sciugare. Poi la ritaglio a losanghe, come se fossero caramelle... E difatti, cosi asciutta, e "cosparsa di un po' di zuc^- chero, la marmellata di castagne diviene come una pasta da caramelle, di lunga e facile conservazione. N A I A . .— Si abbrustoliscono come l'orzo o il caffè, ma naturalmente si ab- brustoliscono quando sono già disseccate- e sbucciate. Poi si macinano. C A R M E LA DI TR ENTO. — Non ci è possibile pubblicare la vostra richiesta, perchè voi volete conoscere indirizzi di ditte che vendano determinati prodotti, e noi dovremmo pubblicarli, man mano che ci vengono, sulla rivista. Cosi, quel- le Di tte avrebbero una immensa pubbli- cità gratuita, e l 'Amministrazione pro- testerebbe. Se credete, autorizzateci a pubblicare il vostro nome cognome e do- micilio: se qualche abbonata vorrà ri- spondere alle vostre richieste, lo farà di- rettamente. TOTA. — Il guaio è che, per ragioni tecniche, non mi dànno che una pagina, questo numero. Vi risponderò nel prossi- mo fascicolo, nel quale mi sono state pro- messe 4 o 5 pagine. Scusatemi, voi e tutte le altre care lettrici che aspettano. MINA. ( A LEZ ELAESTICH per V E N E V A R I C O S E , F L E B I T I , ecc. 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