LA CUCINA ITALIANA 1941
JH F © li I l ì 0 IDRIZ D J D mangiare l'erba in abbondanza, ma sen- za sporcarla con le loro deiezioni: rifor- ni te la mangiatoia 3 volte al giorno, al mattino, a mezzogiorno e al pomeriggio, ma rifornitela abbondantemente, e vedre- te che raggiungeranno rapidamente quei minimo di peso di un chilogrammo ch.s fa il coniglio eccel lente per essere cuci- nato, lesso, arrosto, fritto, in salmi, in umido e, meglio di tutti, « alla diavola )>, ossia alla griglia. Non ci sono qualità na- ne, e anche i vostri, grigi o .neri che siano, dovrebbero, anche se non sono di razze giganti, svilupparsi sufficiente- mente. Evi tate di tenere troppo tempo i giovani maschi insieme alle giovani fem- mine. Quando il coniglio maschio Ha 4 mesi... è bene che se ne stia a filoso- fare in una gabbia a parte. Quanto all 'altra domanda, non vi na- scondo che mi prende alla sprovvista. Ho sempre sentito dire che la tisana di li- chene è utilissima nei raffreddori, se si ha l 'avvertenza di gettar via la prima acqua di ebollizione e di usare !a se- conda: ma che il decotto di lichene gua- risse o evitasse la carie dentaria non lo sapevo e non l'ho neanche trovato nei miei libroni, lo per evitare la carie non conosco che lo spazzolino, la grande ou- lizia e, se la saliva è eccessivamente aci- da, gli sciacqui, di tanto in tanto, col bi- carbonato che alcalinizza i succhi bocca- li. Ma quando la carie c'è, non conosco che il trapano del dentista, e le 50 lire necessarie all' otturazione. Scusatemi. Può darsi che il lichene sia vitaminico. Grazie per le ricette e affettuosi saluti. E L E ONORA DI R A P A L LO A VENE- Z I A . — Che cosa sono i « brigidini»? Sono una specie di cialde, che si fanno in Toscana, e che si vendono soprattut- to nelle fiere, sui banchi mobili che si impiantano sulle pubbliche piazze. Più specialmente quotati per la loro bontà quelli che si fanno a Lamporecchio, nel Pistoiese. Occorre una pasta densa, for- mata di farina (mett iamo 200 gr . ) , zucchero ( 1 0 0 ) , uova ( uno ) , presina di - sale, 10 gr. di anici. Fatto l'impasto, si lascia un po' riposare, si fanno dei ro- toli con le mani, si tagliano a tocchet- tini, e con uno stampo da cialde, di quel- l i ' b i va l v i, che si chiudono a libro, leg- germente unto nella parte interna (do- po che è stato un po' scaldato), si schiac- cia fra le due valve ogni tocchetto, men- tre si espone lo stampo per un minuto al calore del fuoco. Debbono riuscire croccanti: ma hanno il di fetto delle ci- liege: uno ne tira un altro... e tutti poi finiscono per far prendere un' indige- stione. G I U S E P P I N A, Foggia. — Ci son tan- ti mezzi, per toglier la ruggine. Su quel- le piastre sarebbe uti le passare polvere finissima di carbone duro, sfregando poi con uno straccio di lana unto nel l 'ol io minerale: o se no 5 gr. di paraffina bian- ca raspata sciolta in .100 gr. di petrolio, e fregare; o se no 2 parti di bisolfato di soda in polvere e .1 parte di sale da cu- cina, inumidendo appena. Si mette que- sto miscuglio sulla piastra arrugginita e poi sii lava con acqua e bicarbonato o al- tra soluzione alcalina, per neutral izzare l'acido. Dopo di che, al solito, petrolio e sugo di gomito. Quanto al le pernici (congratulazioni !) si capisce che debbono essere sventrate e ripulite degli intestini. Non ho gran pratica di quella cacciagione, ma credo che il modo migliore per mangiarla sia in salmi. A N G E L I NA DI P ADOV A. — Ho aspettato molto a rispondervi, cara si- gnora: ma in realtà, avendo fat to già mo- dificare la targhetta, come desideravate, mi son data un po' meno premura, visto che lo spazio è poco e le abbonate da accontentare sono tante. D'altronde, non vi nascondo che avrei desiderato trovare il momento per scrivervi personalmente a domicilio: voi siete una vecchia abbo- nata fedele, di quelle la cui presenza nel- la nostra grande famiglia ci è più cagio- ne di gioia e di orgoglio. Undici anni! Non vi potete immaginare come vi sia- mo grate di averci seguito con tanta co- stanza. Cercheremo di accontentarvi in quel pochissimo che ci chiedete, circa la stampa del giornale. Ma ora voglio man- darvi tutti i nostri auguri, affettuosi e rispettósi. M A R I A M. F., Pademo. — V i prego scusare: anche a voi non ho risposto di- rettamente come avrei dovuto. In realtà io propongo... e il lavoro dispone diversa- mente. Penso che nel fare essiccare le mele abbiate proceduto un po' (come di re?) violentemente, facendole prosciu- gare in modo brusco e tutto in una vol- ta. In realtà l'essiccazione, o essiccamen- to, delle mele, come delle pere e di altre frutta, se nel l ' I tal ia meridionale dovrebbe essere aff idato interamente al sole, in quella settentrionale e centrale deve es- 129
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=