LA CUCINA ITALIANA 1941
jTnclje voi dovete usare M € © L @ I N D Â i.m i om s l È O T T I M A PER TOLETTA E P E R I L B A G N O ! Chiedetel a al voostr Profum, iere oppeur o al Socàiet A. n A. MANIZON & C. - MI LOAN - Vai Sna Pao, lo 1 - cno car taol in vaagl i di : L. 7 0 per il f i se, g r a nde - g r . 8 0 0 ci rca » 3 8 » » med io - » 4 0 0 » » 1 2 » » p i cco lo - » 1 0 0 t> » 6 » » di s a g g i o S P ED I Z IONI FRANCO NEL REGNO E IMPERO GIARDINO ZOOLOGICO DI.CENCI Come ogni anno, come negli anni di « pace e gioia », anche quest'anno senza pace e senza gioia le botteghe rigurgi- tano di giocattoli. Ed è giusto: perchè i bambini dovrebbero condividere le an- sie, le tristezze e le privazioni dei gran- di? O meglio, si, ai bimbi in età di ragione potremo già far capire che tutti, essi pure in proporzione, debbono sacri- ficare alla Patria; e il sacrifizio chiesto loro sarà una strenna meno abbondante e meno bella che per il passato. Ma i piccolini... Ebbene, parteciperanno an- ch'essi del sacrificio, ma senza saperlo; e forse faranno più festa al giocattolo di cencio fabbricato dalla genialità e dalle mani industri della mamma o della so- rella maggiore, che non al balocco fra- gile comprato in bottega. Senza contare che a mettere insieme un giardino zoologico di cencio, le pri- me a divertirsi saranno proprio la mam- ma e le sorelle! I modelli ce li fornisce un'artista romana: Caterina Rampolla del Tindaro. E se vi dicessi che di lei possiedo un asinelio di stoffa a quadri color caffe- latte, con criniera e coda di finto agnel- lino, con orecchie più grandi del vero, muso fra l'umile e il protervo, e che ogni volta che lo guardo sorrido infantilmen- te nonostante i miei moltissimi anni, voi mi credereste se poteste vedere il capo- lavoro. Ma potete copiarlo! In grosso modo, senza conoscenze ana- tomiche e senza ricerca della realtà, si può infatti benissimo tracciare su carta la sagoma di un ciuchino, di una giraf- fa di un pulcino impertinente, magari di un leone inferocito! Questa sagoma si trasporta su una stoffa addoppiata, e si ritaglia lasciando nel tessuto tutt'all 'in- torno una listerellina per la costura. Qua- le stoffa? Ma una stoffa qualsiasi, pur- ché solida, ossia capace di resistere al- l'imbottitura. Non c'è casa senza rita- gli, scampoletti, e non solo di stoffa, ma di pelliccia finta o vera per l 'even- tualità di una criniera e di una coda. Elementi pur necessari: perline per gli occhi, cotone colorato per segnare la bocca, orecchi, denti o unghie. Cuciti insieme i vari pezzi e lasciata un'apertura per introdurvi. .. carne e os- sa, si comincerà a pigiare nel sacchetto paglia o crusca, o segatura, aiutandosi con le forbici per far penetrare l'imbot- titura nelle parti più strette, collo, zam- pe. La criniera, il manto leonino, la coda, gli occhi e la bocca sono natural- mente finiture che vengon dopo. Niente paura se la bestiola — specie la prima — viene un po' sbilenca. Si toglie o si aggiunge imbottitura, si comprime bat- tendo la schiena o il ventre, perfetta- mente insensibili, vi assicuro. Che gioia per un piccino avere un giocattolo che non si rompe, che non gli viene tolto di mano per riporlo, a causa del suo pregio! Si può gettare in aria un leone, mettergli di fronte un papero spa- valdo, far umiliare un ciuchino da due pulcini pettegoli, inscenare insomma qual- cosa che — finalmente! — è diverso dal- la vita vera. • Provate, mamme; provate, sorelline ingegnose. Le vostre risa si confonde- ranno con quelle del minuscolo destina- tario. ZAL Ì 20
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