LA CUCINA ITALIANA 1941

V E C C H I A A B B O N A TA 500. — La ri- cetta per fare il sapone in casa è stata pubblicata varie volte. Non possiamo eternamente ripeterla. Per profumarlo, se volete profumarlo, usate qualche goccia d'essenza di verbena, o di Cipro, o di lavanda. Non usate i profumi già pre- parati, che contengono necessariamente dell 'alcole. La colofonia, o pece greca (da Colofon, città antica della Lidia, fra Smir- ne ed Efeso! è una sostanza che si ag- giunge al grasso e agli alcali. Perchè si aggiunge? E che ne so! lo sono una mas- saia, non una dottoressa in chimica: in fat to di dottoresse in chimica, non co- nosco che il romanzo di V i cki Baum: « Elena Wi l l f uer ». Per servire le cassate, basta il cucchiaio. Per il torrone e le pa- ste, occorrono coltello e forchette: e mi verrebbe la voglia di aggiungere che per il torrone occorrono martello e scalpello. Non c 'è un codice che stabilisca se si debbono servire prima le zuppe dolci e poi i gelati, o viceversa: e poi siamo in guerra, e questa roba, e tutti gli altri dolciumi, dovrebbero esser banditi anche nelle case private, come sono vietate la pasticceria fresca e i biscotti nell'uso co- mune. Il vermuth si serve « solo » nel pomeriggio. I L I A . — Vedete: quando una perso- na colta, ma non specializzata in parti- colari discipline, si mette a leggere cose scientifiche, e particolarmente cose me- diche, finisce sempre per crearsi una confusione di paroloni e di idee non chiare, che falsano il suo giudizio, che dovrebbe esser basato di solito soltanto sul normale buon senso e sulla espe- rienza della vita. Se, senza aver studia- to medicina, prendete un libro che inse- gni la diagnostica, finite per trovare in voi tante di quel le malatt ie (inesisten- ti ) da far la concorrenza a quel perso- naggio di cui parla Jerome, che credeva CAELZ ELASETICH per V E N E V A R I C O S E . F L E B I T I , ecc. 3 nuovi tessuti perfetti e curativi. Invisibili, lenza cuciture, su misura, morbidissime, porose, levabili, riparabili, NON DANNO NOIA. Gratis segreto cataloghi, modo per prendere da sè le misure fabbrica C. S. ROSSI • S, MARGHERITA ligure di aver tutti i mali, compreso il « ginoc- chio della lavandaia ». Questa storia de- gli albuminoidi che ci sarebbero dati sol- tanto dalla carne è un non senso. Dio ha provveduto a fare del l 'uomo il solo animale veramente carnivoro della na- tura: gli altri, come sapete, sono o car- nivori o vegetariani, e hanno l 'apparato digerente costituito in guisa che mentre un leone trova, nella brevità del suo in- testino, il modo di trarre dalla carne ingurgitata tutti gli elementi necessari al suo sostentamento, una capra o un caval lo o un coniglio, col loro apparato digerente lungo e compl icato, traggono gli stessi elementi dalle pure sostanze vegetal i: e voi non potreste dare delle bistecche a una mucca (a parte il fat to che essa non potrebbe mangiarle man- cando dei denti speciali indispensabili) senza vederla deperire e morire. Tut te le sostanze, dunque, forniscono le albumine necessarie, e noi troviamo in tutti i cibi queste sostanze. Soltanto che dobbiamo cercarle nella varietà del l 'al imentazione, e cercarvi, contemporaneamente, gli idra- ti di carbonio, i grassi, i sali inorganici e l 'acqua ugualmente indispensabili alla vita. L 'elemento più importante del l 'al imen- tazione sono gli albuminoidi, perchè essi formano il protoplasma della cel lula: ma un uomo che si nutrisse di sola carne (à parte il fatto che dovrebbe ingurgi- tarne quotidianamente 500 gr. almeno) andrebbe incontro a gravi inconvenien- ti, nello stesso modo di chi si nutrisse di sole mele (occorrerebbero... 25 chili di mele per dargli i .100 gr. di sostanze albuminoidi riconosciute dalla scienza in- dispensabili alla ricostituzione delle cel- l u l e ) . Per i grassi, nessuna preoccupa- zione. L 'at tuale l imitazione può darci qualche piccola noia, nel senso che la massaia deve destreggiarsi fra olio, lar- do e burro a preparare i cibi, e deve rinunziare a quelli .(come un bel piatto di insalata, per esempio) che erano di faci le immediata preparazione, se vuol uti l izzare l 'olio per altre vivande: ma, nel complesso, le tre razioni sono più che sufficienti a fornire all 'organismo le quantità che ci sono necessarie: e d'al- tronde non dovete dimenticare che quel perfettissimo laboratorio chimico che noi siamo provvede a distillare i grassi dalle altre sostanze che mangiamo: dalla car- ne alle noci al pane, a tutto, o quasi tutto. Per gli albuminoidi, poi, non te- mete: un piatto di piselli o di fagioli contiene più albuminoidi di un piatto di carne. 110 grammi di pesce secco con- tengono gli stessi albuminoidi di 650 gr. di carne di maiale e di 3000 gr. di latte. Cont inuate a dare ai vostri piccoli una al imentazione mista e non vi preoccupa- te dei 4 giorni senza carne. I ragazzi troveranno le albumine nel cavolo, nella pasta, nel l 'uovo e nelle patate, nelle ca- rote e nel riso. Solo nelle mele, come vi ho detto... Ma se mangiassero 24 chili di mele per ciascuno andrebbero certo incontro ad altri inconvenienti, oltre a quello di non aver intera la loro razione di 100 gr. di sostanze albuminoidi! E al- lora non basterebbe tutto l'olio di rici- no di una farmacia! A B B . DAL I o N UM E R O. — Saranno stati ceci tostati. Ma anche i semi di girasole, tostati e macinati, e mescolati con qualche surrogato, danno una bevan- da calda aromatica che « pare » caffè. Se i surrogati attualmente in uso, fra i quali sono taluni abbastanza buoni, al- tri meno, non vi soddisfano, e se non trovate l'orzo, che pure è dapertutto, provate i fichi. Con quelli, almeno, siete sicura di quel che date al le vostre crea- ture. Bisogna far seccare i fichi al sole. Si fanno poi a pezzi, e si tostano al for- no: non nella macchina che serviva per tostare il caffè, perchè, dato il loro con- tenuto zuccherino, essi tendono ad ap- piccicarsi l 'uno al l 'altro e non si' torre- fanno perfettamente. Quando sono con- venientemente cotti, e, anneriti, si maci- nano nel macinino da caffè, e la polvere che se ne ottiene si comprime in modo da farne come delle tavolette, che si ri- vestono poi di carta paraffinata, o di stagnola, per evitare che l 'umidità del- l'aria le deteriori. Al momento di usarle si svolgono que- ste tavolette, si sbriciolano, e se ne fa una decozione come se si trattasse di caf- CAPRETTO SICILIANO naturale, pel l iccia di grande fanta- sia, massima durata prezzo conve- niente. TOFANARI già Gl LARDI NI Corso Umberto ang. San Claudio R O M A 213

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