LA CUCINA ITALIANA 1941

MAL DI G o l à ^ Tutte le svariate afie : zioni che sotto qua» sto nome vengono comprese, sono vit- toriosamente preve- nute e combattute dal le pasti gi te di Pormi t rol Chiedete, nominando queeto giornali, campione grati» NI. 215 «Ila Dilla S , A . Millamos. Autorizzazione Prefett izia n. 33537 del 23-6-941. 1° Contro le punture del le vespe, non c 'è che ritirare il pungiglione se è rimasto -nella carne ladoprare una pin- zetta disinfettata) e applicare sulla fe- rita del l 'ammoniaca. Non avendo ammo- niaca, acqua di colonia. 2" Per evitare le punture delle zan- zare, se non avete reti metal l iche alte finestre, e non volete adoperare i coni di piretro, e non usate zanzariere, etc., fate un decotto di legno quassio, che è ama- ro, e bagnatene il volto, le mani e in genere quanto fuoriesce dal pigiama not- turno e dalle lenzuola. Sulle punture... già avvenute, una goccia di ammoniaca. 3° Per fare in casa un inchiostro verde (o rosso, o di altro colore) pre- parate prima una soluzione di 10 gr. di anilina in 400 gr. di acqua. Preparate poi una seconda soluzione di: I gr. di acido salicilico; 20 gr. di gomma arabi- ca; 1 00 gr. di acqua. Versate la seconda soluzione nella pri- ma, mescolate e tappate. 4" Potete combattere la pinguedine eccessiva con le pillole del dott. Sacchini, chimico farmacista, Via Cavour, Firenze. Per i seni flosci, altre pillole dello stes- so dott. Sacchini. Doti-, E. M. C. - Genova. —- L ' Am- ministrazione ha provveduto a spedirvi quello che desideravate. Quanto alla ri- sposta che sollecitate, volete aver la cor- tesia di ripetere la domanda? Con questo scagl ionamento della redazione, che è parte a Roma, parte a Livorno e parte a Mi lano, le ricerche di una vecchia let- tera sono sempre diffici l i, e di esito in- certo. Cordialità. ROSA - S. Agnel lo. — Vi è stato spe- dito il fascicolo richiesto. Ma quali ri- cet te desiderate? Per cucinare le patate ce ne sono almeno 300. Non potreste ' specificare meglio? F A U S T I N A. — Mol to meglio i centri a « Filet ». Sempre a vostra disposizio- ne... ma, purtroppo, soltanto a traverso la rivista, non potendo intrattenere una corrispondenza personale diretta con le abbonate, che sono... 1 15.000 e scrivono « tutte », o quasi tut te! A B B . C. 175-27372 Non c 'è nes- sun articolo di legge che dica se i grem- biali delle donne di servizio li porta la sposa, col suo corredo da nozze, o lo sposo: e non c 'è neanche nessuna con- suetudine precisa. Questo della dotazione della biancheria da cucina, dei grembia- li, etc., è un po' un problema che ognu- no risolve come crede, a seconda delle possibilità economiche, degli umori fa- miliari, della maggiore o minore dispo- nibi l i tà di tempo, etc. In generale, prov- vede la sposa. E anche per le cifre, non c ' è nulla di pre-stabilito. Di solito i grembiuli delle cameriere non v si marca- no: per i canovacci da cucina, sì: ma in tal caso le cifre sono quelle della casa che si va ad aprire, ossia del nome che la sposa si accinge ad assumere. Come si potrebbe pensare 'ad una divisione netta: i canovacci col vecchio cognome, quello della signora quando era ragazza, il resto con le cifre del padrone di casa? V I N C E N ZO M. — Grazie per le ri- cette, sempre preziose. Appena tornerò a Mi lano mi informerò sul luogo dove si possono trovare i vegetali da voi deside- rati, e ve lo farò sapere. Cordialità. M A R I A B R UNA . — Abbiamo manda- to la vostra richiesta a « Frida », che vi risponderà. Quanto alla razione di burro da conservare, ho già spiegato « v a r i e» altre volte che l ' irrancidimento dipende da quelle goccioline di siero che il burro contiene, e di cui l 'azione è naturalmen- te favorita dalla luce, dal calore, etc. Se non avete ghiacciaia, mettete il burro in una cassettina di vetro, e questa in un vaso di terra molto porosa, contenen- te acqua. La porosità del vaso determina il raffrescamento dell 'acqua, e per ciò del burro. Se no, mischiate 5 grammi di sale raffinato in polvere per ogni 250 grammi di burro, lavorando bene con un mestolo perchè il sale si incorpori. O an- che, mettete il burro in un vasetto di grès, non troppo grande; pigiatelo in modo che non ci sieno rimaste bolle di aria, e copritelo con una salamoia com- posta di una parte di sale e tre di acqua. Fra il burro e la salamoia, un disco di carta pergamenata. Oppure far fondere il burro, che volete conservare, in una pen- tola. facendolo bollire per un po' a fuo- co vivo ma non vivissimo. Deve avere, quando è raffreddato, un bel colore gial- lo oro. Ci sarebbe poi il metodo cosiddetto scozzese, che consiste nello spremere il burro per espellerne il siero, e impastar- lo poi con 5 gr. di zucchero, 5 di sal- nitro e 10 di sale per ogni libbra del prezioso condimento. Ma la più sbrigati- va, è di « l a vo r a r l o», con mani pulitis- sime e bagnate, spremendolo per farne sgorgare il siero: meglio se l 'operazione si fa tenendo il burro « dent ro» l'acqua. Poi si conserva (per qualche giorno) in un vaso circondato d'acqua fresca, lon- tano dal luce e dal calore. Per il bagno, preferirei gli accappa- toi. Il bucato, sempre. F E R N A ND A. — La marmellata di po- modori è buonissima, nutriente, salubre e vitaminica. Si fa cosi: si prendono dei pomodori ben maturi, si sbollentano un minuto, si sbucciano, si passano per il setaccio. Poi se ne raccoglie il sugo e si fa addensare sul fuoco, come per le usuali conserve. Quando la massa appa- re densa si toglie dal fuoco, si pesa col solito sistema (prima si è pesato il te- game vuoto, poi si pesa col suo conte- nuto, e la differenza è, naturalmente, il peso netto del sugo del pomodoro ormai cotto) e vi si aggiunge ugual peso di zucchero. Di nuovo sul fuoco, rimestan- do sempre, f inché la marmellata non ab- bia la densità voluta. Ce ne accorgere- mo quando non riesciremo a distaccarla dal mestolo. Si mette allora nel vaso di cristallo... e si mangia a comodo. E L I SA S. — Vi ho fatto mandare in dono cordiale il tubetto di crema « To- Radia » per la notte, e la copia per la quale avevate graziosamente mandato l ' importo. Come vi siamo grate per la vostra così assidua affettuosa opera di propaganda! Voi siete veramente un'ami- ca preziosa per la « C u c i n a » , e tutta la nostra simpatia vi è acquisita. Non vi stancate di diffondere la rivista fra le vostre amiche, e, se potete, se le vostre occupazioni vi lasciano un po' di tem- po, mandateci anche delle belle ricette, come sapete farne voi. Tanti cari saluti. M A R G H E R I TA B. - Cenova. — Com- prate dell'orzo « p e r i a t o »: poco, perchè rigonfia. Lavatelo, e mettetelo a bollire nel brodo di carne o, meglio, nel bro- do d'un minestrone d'erbe. E' semplice, buono, nutriente e gustoso. M A R I A DI ME S S I NA. — Ho tardato a rispondervi perchè ho voluto rileggere tutto quello che ho, in biblioteca, sulle macchie e sugli smacchiatori. Ho trova- to il modo di levare alla biancheria le macchie di fango, di sangue, di causti- ci, di vino, tè, caffè, cicoria, cioccola- ta, catrame, inchiostro, cera, anilina, er- ba. fuliggine, grassi, olii, orina, sangue, permanganato, ruggine, resina, muffa, umidità, stearina, cera, sudore, vernici, resine, pitture a olio, vino, succhi di frutta, giallo d'uovo, bianco d'uovo: ma per le macchie di « tinta a colla » non 215

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=