LA CUCINA ITALIANA 1941

Jla spagina dei Lai)ozi Nessuna lettrice avrà forse osservato . ° rimpianto — che per qualche mese la pagina dei lavori sia stata occupata da altri argomenti. Come parlare di ricami, oggi che la vita si riduce alle pure còse necessarie, e rimanda ogni gentile super- fluo a ricordi di ieri che già sembrano remoti, o a speranze d'un domani mi- gliore? Tuttavia le mani della donna non ri- mangono, non possono rimanere inopero- se; e con quel senso della bellezza che accompagna ogni suo lavoro, . aggiunge grazia a cose dimesse, non solo rimetten- do in efficienza le vecchie, le logore, quelle che giorni più comodi avevano re- legate in soffitta, ma riuscendo perfino a ringiovanirle e ad abbellirle. Quasi ogni casa possiede in solaio o in soffitta qualche vecchio baule, pieno di roba eterogenea. Come nel corso degli anni si sia là ammassata e ammontic- chiata, non si saprebbe dire... Tutti quei relitti, se potessero scrivere o parlare, narrerebbero la storia della famiglia: un anno di « larghezza» si mutò il tessuto d'un salotto, ma il vecchio, più sbiadito che logoro, non si ebbe il coraggio di buttarlo... Un lilfro, fu la volta dell'abo- lizione dei cosi detti «s tores» . .. Si era alla moda delle case squadrate e aride, simili — diceva Bontempelli alla tomba d'un geometra; e gl'interni non comportavano più tendine gentili, ten- daggi ricchi di balze e di tramezzi di merletto Rinascimento. Quanti chilome- tri di spighetta cuciti in tortuosità infi- nite, interpolati di sbarrette e di retine! Come buttar via tanto lavoro? Nel baule, in attesa d'un ritorno di moda... E poi, indumenti di bimbi, inutilizzati dal loro' rapido crescere; copertine di minuscoli letti troppo presto sostituiti da letti nor- mali; giubbetti di maglia, grandi, piccoli lunghi, corti, di colori svariati... E an- cora, e ancora; e ogni cosa ben lavata e ben piegata, e se di lana, protetta dal suo bravo prodotto, antitarmico; ma emanan- te con l'odore di naftalina, un odore di abbandono. Presto, presto, è questo, o mai il momento di tirar fuori bgni cosa, di spie- garla, di esaminarla, di trarne tutta l'u- tilità che può dare. Separiamola in grup- p i alle cose leggere penseremo in pri- mavera; oggi il freddo implacabile ci Ci- nema verso tutto ciò che può creare uno strato protettivo riscaldante. Che ne direste d'una coperta... d'Ar- lecchino? Sia essa fatta con una vecchia coperta di lana tutta buchi, rattoppati in PRESTIIT LE m i g l i o r i troppo per il sottile. Ci basterà sferruz- zare un gomitolo dopo l'altro, senza cura alcuna dell'accozzo dei colori, in tante sfriscie larghe 22 cent imet r i 'e lunghe m. 2,40 circa: una cinquantina di maglie Javorate su bacchette d'alluminio,' a di- ritto e rovescio scambiati ogni due giri. Quando il numero delle strisele sarà tale da fornire una larghezza totale di m. 1,80, allora uniremo l'una all'altra con un sopraggitto. Ed ecco una coperta, che... come Arlecchinata non vedrà più la luce. Si tratta infatti di servirsene, unicamente come imbottitura, in mezzo a due strati di tessuto: una specie di coltre. Prima di comprare. il tessuto da rico- prirla sotto e sopra, riapriamo il nostro baule. Non servirebbe per caso la stoffa sbiadita del nostro vecchio salotto? Se fra tènde e ricoperture di poltrone ve n e abbastanza per i due strati, tanto meglio. Ci limiteremo alla spesa del tintore, per dare all'insieme una tinta omogènea possibilmente chiara. Se sarà poca, ne faremo lo strato inferiore; ^ sono certa che col tessuto si sarà pur messo in di- sparte un involto di galloncini color avo- rio, o giallo, che serviranno benissimo per dissimulare le aggiunte. Non occor- reranno... molti punti per comprare la sola stoffa di raion rosa, o celeste, o cre- ma, che dovrà coprire superiormente i due strati. I due pezzi di stoffa sono tagliati due centimetri di più all'intorno. Il pezzo su- periore dev'essere ripiegato sul contorno della coperta di maglia. Il pezzo inferio- re è piegato su se stesso all'interno, e . verrà poi cucito sull'altro a piccoli punti. Ma non si creda di poter subito unire con una cucitura i tre strati. Il lavoro, anzi, non è tanto facile, ed esige una preparazione meticolosa. In mancanza di una tavola abbastanza grande per sten- S ' f ^ ' V " 0 0 0 1 2 0 " t e mensili ad impiegati e onerai di Pubbliche Amministrazioni e di importanti Amminisfrazlon / n n / T O p ' S -Perfezionamento mpidiììlmò. ISTITUTO PER LE CESSIONI DEL QUINTO - ROMA r n V« B c r * a m " ' « - rei. 850.784 - FIRENZE, Via demen to t i c O N P 1 Z I O N I P R A T I C A T E I N I T A L I A grosso modo e magari con panno di co- lore diverso; risulti essa dall'impiego di tutti gli stami di tinte diverse, ricuperati dai più vari indumenti sfatti... vi assi- curo che nulla di brutto, di non decoro- so, di miserevole apparirà! Nel caso dell'utilizzazione di indu- menti di maglia, sarà lavoro per la sera sfare via via e ricuperare grossi gomi- toli di lana. Se il lavoro che poi ne ri- sulta fosse visibile, vi direi di fare di ciascuno una matassa; di immergere le matasse in acqua tiepida e di appenderle infilate in un bastone, perchè il peso stesso dell'acqua che cola distenda lo stame. V e anche il mezzo di distendere lo stame passandolo fra le dita inumidite mentre lo si dipana... Ma non andiamo 1 l a coperta, si farà la preparazione sul pavimento, a furia di spilli e di im- bastiture traversanti i tre strati, fino a questi risultino perfettamente uniti, sen- za rigonfi e senza stiracchiature. In seguito, aiutandoci con una lunga bacchetta, con un metro di legno o con una striscia di solido cartone, segneremo con una nitida riga di matita delle pa- . rallele incrociantisi a quadrati o a lo- sanghe. Per finire, basterà cucire a filza o a impuntura i tre strati seguendo le "linee seènate. Una coperta cosi fatta è, v'assicuro, graziosa, calda,, e non denun- cia affatto la sua modesta origine se non per lodare l'ingegnosità dell'abile esecu- trice. ZALÌ l i l s E o ^ ™ - ™ Specializzato per prematrimoniali - Rintracci - Indayini delicate - Accertamenti nvunqu 240

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