LA CUCINA ITALIANA 1941

«O le cee, semo giusti, un ermo bone?, Le sentissi alla sarvia! Enno un incanto. . .» NERI TANFUCIO Non ho mai potuto comprendere -— e nessuno ha saputo spiegarmelo in modo esaur iente — perchè le « cee » si pe- schino solo alla foce' de l l ' Arno; o, per essere più precisi, perchè solo nella re- gione de l l 'Arno, da Vi areggio e Livorno, esse ar r i v ino in tale quant i tà da dar vi ta ad una vera e propria stagione pesche- reccia. Le « c e e » , ormai tut ti lo sanno, sono angui l le di nido, piccole come un co- mune stuzzi cadent i, dal corpo ci l indri- forme, biancastro e natura lmente agilis- sime... quanto possono esserlo angui l le adolescenti non per fet tamente educate. Sono state denominate « c e e » dal l 'argu- to popolo rivierasco toscano a causa ap- punto dei loro occhi che grossi e neri co- me capocchie di spi l lo spiccano v i vamen- te sul bianco lattiginoso del loro corpo. Le « cee » vengono di lontano. .. dai ma- ri del Labrador, traversano l 'At l ant i co, ent rano nel Medi ter raneo e prendono terra in Toscana. Perchè? E' un mistero; uno dei tanti misteri che l 'uomo ancora non è riuscito svelare. Par tono a mi l iardi, arr ivano a mi l ioni. I grossi e i piccoli cetacei, mol ti pesci « di caccia » quali la leccia, l 'orata, il dent ice, ne fan stra- ge lungo il percorso, ma il loro numero è tale che le colonne sembran sempre egua lmente serrate. Ar r i vano di solito nel l 'ot tobre e risalgono la corrente del- l ' Arno e dei tanti piccoli f iumi cel lj che fanno del la sua foce una piccola rete. A not te, al chiarore del le « l a mp a r e» l 'ac- qua gial lastra sembra striata di bianco: son loro; sono le piccole infat icabi li viag- giatr ici che non stanche del lungo cam- mino, si spingono ancora su, sempre più su... f in dove? Forse esse lo sanno. Forse esse sanno che ol tre le chiuse, ol tre gli sbarrament i, ci sono i canali tranqui l l i, i laghetti cerulei ove la pastura è abbon- F A T E V I S P E D I RE un numero di saggio del « Ciornale della Domenica » . Po i ché siete una signora f ine, col ta, intel l igente, tro- verete in quel giornale quanto può al- l ietare il vostro spirito, ornandolo di nuove cognizioni. Soprat tut to ricorda- te che chi si abbona al « Ciornale della Domenica » ha di r i t to a far esa- minare gratui tamente dal Grafologo la propria scr i ttura e quel la dei suoi Cari. dante, ove la. vi ta è serena e dove è dol- ce farsi adul te al l 'odore acre dei campi, al canto l impido del le vi l lanel le. Ma esse sanno ancora che il cammi no è seminato di pericoli — ne han passate tante nel viaggio -— e basta che un'om- bra s 'al lunghi sul l 'acqua che una pagl iuz- za: si posi formando una l ievissima in- crespatura, perchè s' inabissino in guizzi fulminei. V i vono de l l ' inf ini tes ima lmente piccolo, di paura e di curiosi tà. Sono f emmi ne e adolescenti . .. D' improvviso, nella strada ora calma che esse percorro- no, un avven imento nuovissimo avv i ene: si forma un'al tra strada più gial la del l 'ac- qua . che le trasporta, un' al t ra strada che ha il potere magico di renderle quasi tra- sparent i. Le piccole angui l le non sanno che cosa sia e si agi tano un poco sgo- men t e; poi la curiosità le v ince:vogl iono vedere da dove scaturisce questa strada che non ha barriere e che s'i al larga, si al larga in forma di cono... ed eccole ag- grupparsi e voltarsi e svet tare, magari cont ro corrente, alla ricerca della sor- gente misteriosa. Quando le sono vicine, quando si ac- corgono che la strada nasce da un punto luminoso, da un piccolo globo proiettan- te una luce tanto v i va da non potersi neppure guardare, un' al t ro fenomeno so- praggiunge, si lenzioso pauroso e tremen- do. Il let to del f i ume pare che si sol levi adagio adagio sino a loro e che muragl ie al te, liscie, infrangibi li si innalzino in- torno intorno. Che cos 'è? Che cosa sarà? Le piccole non sono eccessivamente spau- r i te: è ancora un'esper ienza da correre. .. i vecchi avevan ben predet to loro che la via era lunga e perigl iosa... e guardano curiose e tentano col capino le muragl ie che non cedono. E d ' un trat to si trovano fuori del loro elemento, l 'acqua, nel fon- do di uno staccio enorme, ammucch i a te le une sul le al tre in un brul icare con- vulso. Erano sfuggi te al le balene, al le focene, ai, rapidi scorridori del mare e sono ve- nute a, cadere nel le trappole tese loro dal nemi co numero uno, dal nemico più for- te di tut t i, sono cadute nel le mani del- l 'uomo che le at tendeva proprio quando più si credevano sicure. E ' la f ine? Per mol te è la f ine; e se vogl iamo, non eccessivamente al legra: avv iate rapidamente sui mercat i, dove so- no un boccone ghiott issimo, saranno an- cor più rapidamente acquistate da infi- niti buongustai: get tate allora tut tora v i ve nel l 'ol io bol lente (nel quale sarà stato fat to saltare qual che spicchio d'a- gl io e un mazzol ino di fogl ie di salvia) daranno' origine a quel piat to spiccata- mente mar ino, dal sapore singolarissimo, « le cee alla salvia » che ha avuto l 'onore di essere celebrato : — per la sua squisi- tezza — da un fecondo let terato tosca- no. E questo è forse il postumo compenso che l 'uomo ha dato al le sue piccole vi t- t ime. Cer to è bel lo sapere che un poeta esalterà le nostre v i r tù, « dolce è il mo- rir, il ricordo resti ». .. m a | e piccole an- gui l le lo sapranno? E potranno quel le soddisfazioni, cer tamente grandi, lenire il cruccio di un trapasso cosi scot tante? Al t re, tante al tre, sono più for tunate. Dest inate al r ipopolamento dei v i va i, sa- ranno mant enute in vi ta nel l 'acqua sal- sa, viaggeranno in vagoni special i, saran- no oggetto di inf ini te cure, e quando sa- ranno arr ivate a dest inazione sembrerà loro di aver f i na lmente t rovato il laghet- to ceruleo, il canale tranqui l lo tanto lun- gamente cercato. E la vi ta scorrerà an- cora serena. Saranno pr igioniere del l 'uo- mo, è vero, ogni anno mol te di loro sa- ranno ripescate per soddisfar tante « bra- mose canne », ma nel complesso la loro vi ta non sarà mol to dissimi le da quel la di tut ti gli altri mortal i, prigionieri sem- pre di qual che cosa o di qualcuno, in at- tesa di que l l ' at t imo che pur verrà. Il pensiero della morte, intesa come una fatal i tà inelut tabi le, non è ossessio- nante. .. ed io ho conosciuto una angui l la viva, ultra centenar ia, che, pur conscia che ogni ora poteva essere per lei, l 'ul t i- ma, era riuscita a pesare ol tre 25 chi l i. L. A. BRONI D O P O L ' I N V IO di questo fascicolo, che è il 12 ° , gli abbonamenti 1941 saranno tol ti di corso. Il fascicolo del gennaio 1942 ( X X ) non sarà inviato che a coloro che ci avranno rimesso la quota del nuovo abbonamento in L. 10. Preghiamo perciò le nostre abbo- nate gent i li a voler sol leci tare la spe- dizione della loro quota, per evi tare la sospensione dopo questo numero. 250

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