LA CUCINA ITALIANA 1941
MA R GOT B l CO S E NZ A. — Le cami- cie di seta da uomo si lavano con acqua tiepida, e il sapone adatto: e si risciac- quano in acqua ugualmente tiepida. Non le fate asciugare completamente al l 'aria, ma stendetele poi sopra un panno e ar- rotolatevele. Quando le stirate, abbiate l 'avvertenza di tenere, fra il col letto del- la camicia e il ferro, un panno bianco. Evi terete così gli inconvenienti lamen- tati. Quanto all 'altro, ben più disgustan- te e noioso, inconveniente, dovete ren- dervi conto che quegli animali pullulano dove trovano da mangiare. Quindi non fate coricare la domestica, la sera, se pri- ma la cucina nop è stata rigovernata, spazzata, pulita con ogni cura; se le im- mondizie non sono state ben chiuse nel ricettacolo apposito, e questo messo fuori di casa; se i cibi eventualmente avanzati non sono stati di l igentemente serbati nel frigorifero o nel l 'armadietto a rete metallica o almeno nel l 'armadio di cucina o in dispensa, in luogo ben serrato e inaccessibile a quegli insetti. Fate, dunque, prima di ogni altra cosai, il vuoto innanzi a loro. Poi ricercate il buco, nel muro, nel cammino, o nella ri- tirata, da dove provengono. Fate chiu- dere le valvole dei lavandini, della vasca da bagno etc., perchè possono risalire dalla fogna: mai molto probabilmente troverete qualche foro nel pavimento o nel muro- della cucina. Versateci un aci- do qualunque, o un veleno, e chiudete il foro con del cemento o del gesso o della calce. E finalmente, per il caso che ce ne fosse rimasta qualcuna girovaga, ponete per terra, in cucina (se non esistano bambini o animali domestici capaci di mangiarla) della farina di castagne mi- sta ad un arseniato. Vi sarà di ff ici le procurarvelo senza ricetta, ma ad ogni modo tutte le farmacie vendono il ve- leno da topi: grainellini di frumento im- bevuti di tossico. La farina dolce av- velenata è un'esca sicura: gli insetti, so- prattutto se li avete prima af famati fa- cendo far la pulizia rigorosa, la mange- ranno... e ne morranno, che è quel lo che voi desiderate. Per il resto: abito nero: o l 'abito lungo grigio ferro coi calzoni a righe. Grazie per la vostra simpatia: vi raccomando la « Cucina ». Procuratele molte abbonate nuove a Cosenza, e vi manderemo un bel premio. AB B . 98465. — . Perchè non potete fare l'acqua panata al vostro caro am- malato? Il pane attuale si presta benis- simo, per l'acqua panata. Abbrustol ite aJcune fett ine di pane f ino a farle di- ventare scure, e versatevi sopra dell'ac- qua. Lasciate un'ora in infusione, poi fil- trate, aggiungete zucchero, e, se il me- dico non si oppone, un pochino di latte. E' un dissetante ottimo, lo sono sempre stata favorevole ai vecchi rimedi sempli- ci, dei nostri nonni. Il the di orzo per- iato ( tre ore di permanenza di un po' di orzo in acqua bollente, con zucchero, e mezzo limone) è ott imo nei raffreddo- ri: il the di mele, che non si fa come lo fanno tutti, facendo bollire quarti di mele nel l 'acqua, ma si prepara facendo arrosòlare del le mele «co l la bucc i a», e possibilmente acerbe; e poi versandovi sopra acqua bollente, e dopo che l'acqua si è freddata, colando, dolcificando, e ri- scaldando di nuovo; l'acqua di riso, che si prepara mettendo 2 cucchiai di riso in 2 litri d'acqua, lasciando cuocere un'ora e poi salando, o raddolcendo con zuc- chero, come si preferisce: e l'acqua di semi di lino, che si fa versando 4 cuc- chiai di semi in 2 litri d'acqua bollen- te: lasciando in bagno per 3 ore, poi fil- trando e aggiungendo sugo di limone e zucchero: e f inalmente il latte d'aran- cio, che si prepara strizzando il sugo di un arancio entro mezzo litro di latte dolcificato: si fa poi scaldare questo latte a fuoco dolce, e si raggruma: allora si passa per un setaccio e si lascia raffred- dare... Taccio a questo punto dell 'acqua albuminosa, del latte di sagù, dei the di menta, malva, tiglio, cedroncella, rosma- rino... Quale meravigliosa ricchezza di rimedi avevano i nostri antichi ! Vedo che ora, con la rarefazione del the, che ha attinto al tezze vertiginose, alcune case di erboristeria si son messe a pre- parare eleganti pacchetti di erbe aroma- tiche, per bevande calde: the di menta, di fiori d'arancio, etc. Ritorniamo alla natura. Al le cose buone semplici elemen- tari. Sarà tanto di guadagnato per la nostra salute. MA S S A I A I NE S P E RTA. — Probabil- mente ne sapete più di me: ma vi ac- contento ben volentieri lo stesso, ben- ché la parte tecnica della cucina non sia, come direbbe una venditrice di un grande emporio, del « mio reparto ». Ec- covi due ricettine semplici semplici. La prima è per una frittata. Non mi ve- nite a dire che per fare la frittata ci- vuole l 'olio e le uova: lo so anch' io. Mi sono già spiegata, su questo argomen- to: e vorrei non tornarci più sopra, ma bisogna che lo faccia, visto che qualche abbonata mi scrive con tono polemico, come se dicendole « prendete del burro » io avessi voluto dire che si possa sguaz- zare nel burro. Prendere del burro, per fare, per esempio, una purea di patate, vuol dire esattamente: quando avete di- sponibi l ità di patate e di burro fate una purea. Ma nei giorni in cui patate e burro non ce ne avete, perchè avete già consumato la vostra razione, arrangiate- vi con qualche cos'altro. Ha massaia in- telligente è quella che si sforza di supe- rare le inevitabili difficoltà alimentari di cui tutto il mondo soffre (e quanto più di no i ! ) , facendo tutto il suo meglio, come intelligenza, buona volontà, spiri- to di iniziativa, etc., per alternare i cibi in modo da dare ai propri cari un nu- trimento vario. Dunque, tornando alla frittata, pren- dete due uova, due cucchiaiate di feco- la>, sale, pepe, formaggio grattugiato e sbattete bene molto. Con un goccio di olio — il meno possibile, tanto per un- SIATE PREVIDENTI i ! E tenendo sempre in casa qualche scatola di combustibile so- lido di sicurezza Ifi E T Jk. in tavolette. Sostituisce anche il gas nei periodi di eventuale sospensione. Presso i grandi Magazzini ed il Vostro Droghiere 253
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