LA CUCINA ITALIANA 1941
Collaborazione delle abbonate E. U. M. — Abbiamo tanto gradito le vostre ricette e Vi ringraziamo dell'in- teressamento che dimostrate per la Rivi- sta. Ma alcune di quelle ricette com- prendono sostanze razionate, o altre che non si trovano .più in commercio. Per il momento è, quindi, impossibile pubbli- carle. Scusateci per questa involontaria limitazione, a cui ripareremo in un fu- turo che ci auguriamo prossimo. Per pulire l 'alpacca Al lume di rocca gr 2, cremor di tar- taro gr. 4, bianco di Spagna gr. 6. Intri- dere in un po' d'acqua queste sostanze e stendere la pasta ottenuta sugli oggetti da pulire. Quando la pasta sarà secca, sfregare gli oggetti con uno strofinaccio, quindi sciacquarli nell'acqua fredda e a- sciugarli. L'argento si conserva lucente se viene sfregato con poche gocce di ammoniaca diluite nell 'acqua. Con la stessa soluzio- ne si puliscono i pettini. L'avorio ritorna bianco, quando sia stato immerso per due ore in una soluzione piuttosto concentra- ta di al lume ed acqua. Dopo l'immersio- ne l'avorio si frega con un panno di lana o con un pannolino. Un rimedio di pronta efficacia per i piccoli tagli di rasoio o d'altro, è una miscela di acido tannico, allume, gomma arabica in parti uguali. Volendo conservare il brodo per qual- che giorno anche d'estate, immergervi un pezzo di carbone, dopo averlo lavato e ben pulito. E. U. M. Un consigl io utile Per cicatrizzare le ragadi al petto del- le donne che allattano, far bollire nell'ac- qua un pugnello di bucce di melagranata. Immergere in questo decotto, quando è tiepido, del cotone idrofilo e applicarlo sulle ragadi. M. P. OTT. Melenzane per l'inverno Una gentile lettrice, la signorina Anna Masci di Bocchignano (Riet i) ci scrive a proposito della domanda rivolta da « Nina » alla nostre abbonate: « Ho letto che non sapete come si conservano le melanzane. Ve lo dico* io. La mia mamma tutti gli anni ne conser- va per l ' inverno notevoli ott ime quantità. Essa prende le melanzane e le lava ben bene, poi le affetta, (senza togliere la buccia che è la parte migliore) nel senso longitudinale. Le fette hanno lo spessore di un centimetro circa. La mamma le sala, lanciandole una buona mezz'ora in una scolatoia, poi, prende ago e filo, quest 'ultimo resistente, e le infila -facen- done una o più corone, così preparate le mette al sole dove si seccano; più i- gienico se si mettono nel fornetto. Pro- sciugate che siano, le pone in una scato- la e le conserva per l ' inverno. Quando le vuol consumare, prende la quantità ne- cessaria e le mette in bagno il giorno in- nanzi per ammorbidirle e poi le cucina come meglio le piace. Dico sinceramente che a me piacciono più così che fresche. Provate anche voi e po¿ r ingraziente la mia mammina che con tanta pazienza tutti gli anni se le prepara e per mio mezzo ne trasmette a voi la ricetta. Arrosto di conigl io al latte Per l'abbonata « P e p è » : . Si taglia convenientemente il coniglio la sera avanti disponendolo —• senza la- varlo — in un colapasta e ricoprendolo abbondantemente di sale. Il mattino suc- cessivo si vedrà quanta acqua ha butta- to. eliminando in questo modo il « sel- vatico » Si lavano senza economia i pezzi del coniglio, si asciugano. In una pentola che possa contenere i pezzi sen- za sovrapporsi, si mette circa 20-30 gr. di burro (secondo quanto si può dispor- r e ) , appena comincia a schiumeggiare si aggiunge il coniglio e lo si fa rosolare (senza salare essendo la carne già sapo- rita dal sale assorbito nella notte) da ambo le parti, poi si ricopre di latte. Co- perta la pentola, assicurarsi che bolla adagio, rivoltare ogni tanto e badare che r.on attacchi al fondo. In un'ora circa il latte è assorbito e il coniglio cotto. Si può servire asciutto o ricoperto con la salsetta che resta sul fondo — ma sem- pre caldo. Marsilia d' Incerti Altre pietanze di conigl io. Il nostro egregio collaboratore da Sa- ludecio, sig. Vincenzo Majol i, a cui già dobbiamo tante ricette gustose, ha ac- colto il nostro invito di trascrivere qual- che altra ricetta di piatti fatti col co- niglio: questo umile rosicante non si im- magna certo di esser ormai assurto ad una iama e ad una importanza così uni- versali, dopo tanti secoli di ingiusto oblio! Ma ecco le ricette: R I FREDDO DI CON I C L IO — Ar- ( mate di pazienza quanto è necessa- rio, provatevi a disossare diligentemen- te un coniglio in modo che a scheletro tolto ne risulti una bella braciola senza lacerazioni nella schiena: cosa non facile ad ottenersi. Lavate un pannolino di bucato in acqua pura, sicché perda l'odore e il sa- pore del bucato e del sapone, e disten- detelo sul marmo o sulla spianatoia. Su di esso collocate la larga braciola della carne disossata in modo che sotto resti la parte che era aderente alla pelle. Con opportuni tagli orizzontali potrete assot- tigliare ed allargare le coscie se sono troppo spesse. Salate e pepate la carne in giusta misura. Tagl iatene il fegato a strisce, il cuore e i reni a dadini. Così potrete ammannire un fegatino di pol- lo, o qualche avanzo del medesimo, pur- ché senz'osso. Vi sarete provviste di mez- zo etto o poco più di prosciutto grasso e magro, crudo o cotto che sia, una fet- tina di lingua, o di mortadella di Bo- logna, o magro di maiale, o di vitel lo, o di parte dell 'una o del l 'altra cosa: ma non in quantità eccessiva, cioè un ,100 grammi su per giù in tutto: che pure tagl ierete a IisterelIe per il lungo. Apri- te la testa del coniglio ed estraetene il cervel lo che unirete alla dadolata del cuore e rene sommariamente tagliato, ed aggiungete quella poca carne che potete ottener ripassando lo scheletro del coni- glio. Se avete qualche funghetto secco fatto rinvenire (e tanto meglio un tar- tuf ino) finemente tagl iuzzato capirete che non disdice. Ci vorrebbe anche un uovo sbattute con due cucchiaiate di par- migiano grattato; ma ora si può omet- tere. Ora incominciate a distendere sul coniglio, a cominciare dal lato della testa e al l 'altezza delle spalle alternativamen- te, le varie striscioline una presso l'ai tra. Su aueste spargete la dadolata di cuore, reni, cervella, carne e funghi. E sul tutto spargete, se l 'avete, l'uovo sbattuto col parmigiano, ma che, volendo, potete so- stituire con una besciamella nella misu- ra di un paio di cucchiaiate, piuttosto sodetta, e su questa una spolveratina di parmigiano grattugiato. Arrotolate il co- niglio cominciando dal lato in senso' leg- fcr^p: ki B f rAo i M Aif l f [ e STHE«! I ASSENZA DI GUARNI Z IONI * NESSUNA SORVE- GL IANZA • MASS IMA UTILIZZAZIONE DEI SALI NA- i TURALI E DEI GRASSI CONTENUTI NEGLI AL I MENT I ! [SOC. COHDMS. APPARÉCCHI ELETTHODOMESTICF - MSIAMOJ VIA REGINA ELENA52-T EL. 480.170
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