LA CUCINA ITALIANA 1941

Scalzeranno per i nostri sol da H E ' un invito superfluo, lo so: da un capo all'altro dell'Italia migliaia e migliaia di mani femminili sferruzzano con fervo- re, e ogni indumento di maglia messo insieme sembra rivelare un poco la pena di non saper fare più e meglio, il rimor- so di non poter meglio alleviare il fred- do, il disagio, la fatica di coloro che combattono' per noi. Se dunque l'invito è superfluo, mi permetterò di modificarlo cosi : « Sca l e t- tiamo' bene per i nostri soldati ». Pur troppo, in talune delle generose esecu- trici l'abilità non corrisponde al buon volere. Da tanto tempo le calze velate sostituiscono le calze fatte a mano dalle nostre nonne, e la macchina abolisce il lavoro manuale! Il difetto in cui si cade più spesso — come già ebbi a notare per i capi del corredino per neonato •— è di eseguire indumenti troppo piccoli o scarsi. Basta pensare la statura di certi soldati alpini o artiglieri per non fare il pedule d'un calzerotto, di pochi centimetri, co- me invece accade spesso di riscontrare. Le dimensioni sono dunque cosa essen- ziale. Essenziale è altresì adattare i ferri alla grossezza dello stame, perchè la ma- glia non risulti sin troppo fitta, che man- cherebbe di elasticità, nè troppo lenta, chè mancherebbe di calore e durerebbe poco. Il numero delle maglie di un calzerot- to, dipende appunto dalla varia gros- sezza della lana, (che può essere dai 4 ai 6 fili, meglio di 6) varia fra 48, 52 e 56; il numero dei ferri, fra il 3 e mezzo e il tre. Un'altra raccomandazione: avviare le maglie a filo molto lenteggiante per la- sciare al bordo tutta la sua naturale ela- sticità. E ' un po' lunghetto scalzettare un bordo alto a costole di due maglie di- ritte e due rovesce, ma il calzerotto riesce cosi più aderente e più caldo : il vantag- gio compensa il piccolo sacrificio. Facciamo dunque un bordo a costole non inferiore ai 14- 15 centimetri; dopo di che faremo una dozzina di giri a tutto diritto, cor- rispondenti a un'altezza di 3-4 centime- tri, prima di cominciare la stoffa. A questo punto si dividono in due le maglie del calzerotto, mettendone su un solo ferro la metà. Facciamo il caso che siano in tutto 52. Ne individueremo 26, scalzettando queste sole, un ferro a di- ritto e un ferro a rovescio (passare, non fare la prima maglia) per tanti giri sino a che l'altezza della striscia corrisponda all'incirca alla sua larghezza. Qui giunte, consideriamo un centro di 12 maglie; ai lati delle quali diminuiremo, una alla volta, 7 maglie per parte. Ossia : 10 ferro: 18 maglie a diritto; non fare la diciannovesima, fare la ventesima e accavallarvi sopra la precedente, Voltare dal rovescio. 2» ferro : 1 1 maglie a rovescio; pren- dere insieme e fare la dodicesima con la tredicesima. Voltare dal diritto. Similmente, accavallare dai ferri a di- ritto una maglia, e prenderne insieme R E C L A M I Preghiamo le nostre abbonate di pazientare. C'è chi riceve il fasci- colo con estremo ritardo. Si renda- no conto che anche la Posta subi- sce le conseguenze delio stato di emergenza. Ad ogni modo le nostre abbonate sappiano che noi spedia- mo regolarmente la rivista a tutte, e evitino più che possono di chie- derci duplicati di fascicoli che pro- babilmente perverranno loro dopo qualche giorno. due dai ferri a rovescio, fino a che le 7 maglie ai due lati delle 12 centrali siano tutte diminuite. Avremo per tal modo il cappuccio che è alla base del tallone. Ora infiliamo in un ferro libero le ma- glie della catenella formatasi ai lati della stoffa : dovranno essere (sempre a se- conda della grossezza dello stame) 12 o 1 3 . Scalet t iamo le 26 maglie non più lavorate, e infiliamo dall'altro lato della stoffa le 12 o 13 maglie. Avremo così in tutto da lavorare (se 12) 12 + 12 + 26 + 12 maglie = 62. Ma a ciascuna delle basi della stoffa dovremo, ogni secondo giro, diminuire una maglia : per modo che verrà formandosi nello spazio fra le maglie della stoffa, tirate su, e quelle diminuite, un angolo acuto. Le diminu- zioni cesseranno quando le maglie totali sui tre ferri si saranno ridotte a 50; due di meno delle maglie iniziali del calze- rotto. Ora si può correre diritto a fare il pe- dule. E potremo scalettarlo per 23-24 cm. prima di cominciare la punta, che non allunga il pedule, e va contata oltre la lunghezza. (La quale, nel suo totale, corrisponde normalmente al giro d'un pugno chiuso d'uomo, chiuso col pollice in dentro). Per la punta, mettiamo rispettivamente sui tre ferri 16, 17 e 18 maglie. Alla fine di ciascun ferro si prendano insieme due maglie e si facciano tre maglie ptrese dal ferro seguente. Sempre così, fino a che il numero delle maglie sia ridotto a 8. Allora si rompe il filo alla distanza di 10 cm., si tira fuori il capo da oigni ma- glia, e voltato il calzerotto dal rovescio, con un ago da lana si dà col capo rima- sto qualche punto nascosto. Il calzerotto è terminato... E se la ma- no è svelta, ha durato giusto una sera- ta : mentre la musica della radio accom- pagna il ritmo accelerato dei ferri, e il bollettino di guerra induce a prestare più e più l'opera nostra. Z A LÌ PICCOLI AVVISI UTILI Centesimi 70 la parola oltre la tassa erarialedel l ' 1 ,80 percento e imposta sulle entrate COMPERO VOCABOLARI di qualsiasi dialetto d' Italia. Scrivere : Boldori. Ca- sanova Lanza (Provincia di Como). SANREMO: Soggiornate all'incantevole « Pensione Erveda ». Combinazioni setti- manali 250. Prospetti. Le calze rotte Le calze sono la disperazione di tutte le donne. Anche le signore più fa- vorite dalla fortuna debbono riconoscere che le calze costituiscono una forte tas- sa che paghiamo alla eleganza e alla moda. Inutile parlare, alle lettrici della Cucina, degli accorgimenti buggeriti dal- l'esperienza, per veder di far durare il più possibile questo fragilissimo indu- mento. Se non viene la moda, che pare stia attecchendo in America, di . .. dipin- gere le calze sulle gambe stesse, me- diante una vernice speciale che simule- rebbe, dicono, la più fine tela di ragno, il problema minaccia di rimanere quello che è. Ma una nostra gentile abbonata, la contessa Cristina Zannoni Cipelletti di Pegli, ha sviluppato l'idea di utilizzare le calze vecchie e rotte ricuperando il filo e servendosene per intessere tap- peti, portiere, cuscini, borse, pantofole, Vediamo in un vecchio fascicolo di Domus Rustica questa foto, che rap- presenta un tappeto A, in cui le calze per costituirlo sono state tinte in azzur- ro (3) arancione (2) verdolino (7) e mi- schiate con altre a colori naturali grigio chiaro (1) scuro (5) nero (6) marrone (4). La signora ha aggiunto tutti gli avan- zi di filo perlé, di lana, di spago colo- rato, al cordoncino ottenuto dalle calze ormai inservibili, aumentando la resi- stenza e la vivacità delle tonalità, lavo- rando a punto basso ininterrottamente e annodando i fili dei vari colori secon- do il bisogno per ottenere il disegno e l 'effetto desiderato oppure lavorando a punto tela (una maglia a diritto, passare una maglia senza farla, trascinando il filo davanti, poi una maglia a diritto, ecc.). Al secondo ferro lavorare a rovescio la maglia non fatta nel primo giro, poi passare una maglia senza farla, trasci- nando il filo ecc. Al terzo ferro, come si è fatto per il primo. Le maglie deb- bono essere dispari di numero.

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