LA CUCINA ITALIANA 1941
C U A R D A V A L L E . - Confesso che non ;ho esperienza del modo come si prepa- ra la polvere di - peperoncino rosso per insaporire le v i vande, perchè nel le vivan- de preparate da me il pepe, lo zenzero, il peperoncino, e in genere tut ti gli ec- c i t ant i sono bandi t i. Penso però che quel- la polvere non si faccia coi peperoni gros- si, gial li o rossi, che hanno un sapore non eccessivamente marcato e si mangia- no arrost i ti o in umido, ma con quegli a l t r i piccol i, rossi e pi ccant i; quel li in- somma che si met tono anche, a pezzi, nel cacciucco, o zuppa di pesce che dir si vogl ia. E questo spiega forse il vostro insuccesso: la pol vere fat ta coi peperoni grossi dolci non può dare certo un gran r isal to! Per le pesche al lo sciroppo abbia- mo pubbl i cato la ricetta una diecina di vo l te! , A B B O N A T A M E S S I N E S E. - Intorno al l 'or t ica ho una quant i tà di nozioni: che si può mangiare, nel le zuppe pr imaver i- li, come gli spinac i; che il bruciore pro- vocato alla pel le dal le fogl ie fresche si at- tenua col l ' alcole canforato.; che, dissecca- ta, non irrita più, e si può dare come fo- raggio al le capre e al le mucche, ment re t r inc iata e mescolata al mangime dei polli .provoca in essi un leggiero r iscaldamen to che af f ret ta la deposizione del le uova; inf ine che è una pianta tessile. Ma co- me si prepari il suo succo, a scopo de- tersivo e st imolante per i capel l i, non lo so. Queste domande vanno r ivol te ai chi- mi c i , non al le modeste massaie. E' come un ' a l t ra serie di richieste che mi v iene r i vol ta: « Come si fa l ' Emmentha l? Vor- rei costrui rmi a casa un apparecchio ra- dio, cosa ci vuol e? », e così via. Se io fossi in grado di dirigere un casei f icio, e fabbr i care l ' Emmentha l, se potessi mon- tare una fabbr ica di apparecchi radio, uno stabi l imento di prodotti chimi ci e far- maceut i c i, leverei la f irma « Ni na » a questa rubrica, e ci met terei quel la di « Leonardo da V i nci ». E forse neanche CALEZ ELASETICH per V E N E V A R I C O S E , F L E B I T I , e c c . Nuovi tipi perfetti e curativi, in lana, [ilo, se 'a. Invisibili, senza cuciture, su misura, morbidis- sime, porose, lavabili, riparabili, non danno noia. Gratsi segroet catàlo,go mood per prender le misuer J ebbr i ca C. S. ROSSI - S- MARGHERITA Ligure il grandissimo empolese avrebbe saputo fluì che sapeva tante cose!) come si fa una lozione di succo d'ort ica. Penso che si dovrà: bat tere le ort iche in un mortaio, raccogl iere il succo compr imen- do bene le fogl ie e i gambi, mescolar lo a una soluzione alcool ica aromat izzata con una goccia d'essenza. .. Ma di più non oso neanche pensare. L I N D A C. - V i r ingraziamo per la ri- cet ta, che è veramente nuova e interes- sante. Ma prefer iamo pubbl icar la quando il burro sarà tornato in l ibera disponibi- l ità. Ce ne vuol troppo, per quel la vostra pi etanza! B I A N C A C A M I N I T I . - Ri t rovo la vo- stra cara lettera e vi mando il mio sa- luto cordiale. Ma vorrei che vi ricordaste dì noi con qua l che ricetta interessante. .. M A R I A T A L L . - La marmel lata di castagne è faci le a farsi: si sbucciano i f rut t i e si met tono al fuoco in acqua bol lente. Quando son cot ti si l iberano della seconda pel le, si r iducono in pa- sta medi ante lo schiacciamento, vi si me t te un mezzo bicchiere di latte, e, tenendo l ' impasto sul fuoco, 51 segui ta a r imestare perchè le castagne si prosciu- ghino il più possibile. Poi si passa, vi si mescola lo zucchero già cot to a denso sciroppo ( 5 o 600 gr. di zucchero ca- ramel lato per un chi logrammo di casta- g n e ) , si aggiunge un poco dì vanigl ina e si lascia raf freddare, met tendola in va- setti quando è ancor t iepida. Non sì conserverà però mol to a lungo se non co- pr i rete il vaso con un disco dì carta per- gamena imbevuta d'alcole puro, e, sopra a questa, il coperchio. A B B O N A T A C. - Se vol ete avere una casa mol to l inda, mol to lucida, mol to pu- l ita, senza durar fat ica, non vi resta che Comprare un aspirapolvere elet tr ico, un lucida-pavimenti elet t r i co e così via. Ma se, come penso, desiderate far le cose un poco più economi camente, allora c vogl iono granate, granat ini, spazzet ton per i tappet i, spazzet toni pesanti per pav iment i, spazzol ini e cenci per spol- verare ì mobi l i, un piumino, e... sugo di gomi to, come abbiamo fat to tut te noi, madri di famigl ia, senza trovar troppo fat icoso il' lavoro. M A R G H E R I TA C. - Vog l i ate scusare il ritardo, gent i le signora. L ' a lbero del- l ' ippocastano, o castagna d ' I nd i a, non è, di fat t ì, solamente ornamentale. Pr ima di tut to si potrebbero rendere commest ìbi li i f rut ti — così abbondanti e così gros- si — del l ' ippocastano innestando la pian- ta, per due anni successivi, col castagno nostrale. (Confesso però di non avere ippocastani, qui al 3 ° piano di questo pa- lazzot to mi lanese, sicché non ho espe- rienza personale in me r i t o ) . Poi, si pos- sono ut i l izzare le castagne d ' I nd ia come a l imento per i pol l i: si sbucciano accu- ratamente, si tengono immerse per 3 giorni nel l ' acqua, r imovendole spesso e cambi ando spesso l 'acqua. F ina lmente si cuociono e quando son lessate si schiac- c iano unendole agli al tri mangimi (cru- sca, far inaccio e t c . ) . L ' acqua in cui le castagne sono state bol l i te è un discre- to detersivo. Per migl iorarlo, si possono schiacciare le castagne, già lessate, get- tandole di nuovo nel l 'acqua bol lente, in modo da estrarne ogni pr incipio solubi- le: poi f i l trare e adoperare la poltigl ia per i polli, e l 'acqua di cot tura in sosti- tuzione del sapone. L ' acqua di cottura di codeste castagne, gettata (quando è f redda) sul terr iccio dei vasi da fiori, l ibera le piante dai lombrichi, uccidendo- li. E con questo ho esaur i to tut to quel poco che so intorno al l ' ippocastano. I DA . - Cosa vuol dire, « ricetta di grassi » ? Come si togl ie al latte la pan- na, ossia quel lo che è la mater ia prima per fare il burro, è stato det to al tre vol- te, e comunque v i en r ipetuto in questo fascicolo: ma « r icetta di grassi » se si- gni f ica r icet ta per « creare » i grassi, è un po' una frase priva di contenuto pra- tico. Non possiamo cer to met terci a spre- mere in casa mandor le o arachidi o al tri f rut t i oleosi per ot tenere qual che gram- mo di un ol io che verrebbe a costare esa- geratamente! Né posso, per quanto cer- chi di ecci tare le mie meningi con am- pie bevute di decot to d'orzo abbrusto- lito, inventare dei grassi nuovi, da so- s t i tu i r si al l 'ol io, al lo strutto, al grasso di pelle lucida, marezzata-, morbida, leggera di grande eleganza. TÓFANARI già GILARDINI Corso Umberto ang. San Claudio K O M A 77
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