LA CUCINA ITALIANA 1941

È UN PRODOTTO COMP. ITALIANA LIEBIG S.A. MILANO pancetta o di prosciutto, al burro, alla margarina, etc., insomma ai grassi ali- mentari finora conosciuti. Ditemi se vo- lete delle ricette di cibi in cui il condi- mento grasso entri il meno possibile, e cercheremo di accontentarvi, tra noi tut- te: ma non mi chiedete, articoli di fan- tasia, invenzioni nuove. Non è roba per me. U N ' A B B O N A TA CA L A B R E S E. - Gen- t i le signora, voi sarete certamente abbo- nata, poiché lo dite: ma siccome non avete f i rmato col vostro nome, né avete uni to la fascetta con cui ricevete la ri- vista, io non posso sapere se siete vera- mente abbonata o pur no. E perciò non rispondo, visto che questa rivista è fat- ta per le abbonate, e a loro soltanto dob- biamo ricette, consigli, etc. Se potessi permettermi di darvi un consiglio, direi di firmare, un'altra volta, col vostro vero nome. Mi rendo conto che una signora desideri evitare ogni pubblicità intorno al proprio nome: ma, vi assicuro, chiede- re come si cuociono i fiocchi d'avena, o la farina di ceci, è una cosa lecitissima, che si usa anche nelle migliori famiglie. E non c 'è bisogno di mettersi una ma- scherina sul volto, di ricoprirsi d'un cu- po mantello, e di assumere arie cosi mi- steriose e romantiche. Per così poco! P. A. - Civitavecchia. - Grazie per i molti abbonamenti alla « Domenica » e alla « Cucina ». V i abbiamo fatto spedi- re in dono da Firenze un flacone grande di « Lat te detergente To-Radia » ; vedre- te come la vostra pelle si avvantaggerà. Per quel che riguarda il ginepro, posso dirvi quel poco che so. Le bacche del ginepro- si raccolgono mature fra l'otto- bre e il novembre, quando hanno assun- to un tono azzurrastro. Servono per in- saporire la cacciagione — specie i tor- di e i crauti. Si adoperano quando sono mature, ma non secche. Abbrucia- te sotto un prosciutto, gli conferiscono col loro fumo armatico un sapore apprez- zato dai buongustai. Messe a macerare in un litro di grappa, con l 'aggiunta poi di un litro di sciroppo, costituiscono un « gin » familiare, che migliora invec- chiando. L UC I L L A. - Vi comprendo perfetta- mente. Ma potete rivolgervi con fiducia al laboratorio chimico del dott. Sacchi- ni a Firenze, in Via Cavour. Esso vi man- derà le pillole necessarie ad ottenere un razionale, armonico sviluppo del seno, senza far ingrassare le altre parti del corpo. Per il fegato, e in generale per riatt ivare le funzioni digestive, norma- lizzarle, etc., voi sapete che l 'ultimo ri- trovato della scienza è l 'estratto di car- ciofo. Ora il dott. Sacchini prepara del- le pillole di estratto di carciofo che so- no veramente preziose, e non hanno nul- la di comune coi consueti lassativi, co- lagoghi, etc. Grazie per i tre abbonamen- ti alla « Domenica ». Spedito il premio. L U I S A. - L'avremo detto venti volte, cara: si vede che non leggete attentamen- te. Si fondono a bagnomaria i pezzetti di saponetta o di sapone avanzati e non più servibili: per facilitare la fusione si sbriciolano, prima, tutti i pezzetti. Poi si versa l'impasto fluido in qualche reci- piente, e si lascia seccare. A B B O N A TA F I U M A N A . - Purtroppo l ' inconveniente che lamentate capita an- che a me. Evi tate di seccare le pelli al sole: raschiatele mol to bene dalla parte interna, mentre sono ancora fresche: quando sono seccate, e appaiono rigide, pergamenate, smuovetele in tutti i sensi, poi tuffatele in una soluzione tiepida di 1 litro e mezzo di acqua, 150 gr. di al- lume, 75 gr. di sale per ogni pelle. La- sciatevele immerse per 48 ore, poi riti- ratele, stazzonatele bene con le mani per ammorbidirle, e finalmente lasciatele asciugare in luogo che non sia caldo ma neanche umido. Di tanto in tanto stira- tele in ogni senso con le mani. Prima che sieno completamente secche sfregate la parte interna con pomice in polvere, talco e bianco di Spagna mescolati. Così le ammorbidirete ancora. Cordial ità. Gra- zie per la fedeltà e la propaganda. E R S I L I A, Messina. - Rispondo a voi, ma mi rivolgo, contemporaneamente, al le 112.000 amiche abbonate, molte delle quali, da tutte le parti d' I tal ia, ci scri- vono bombardandoci coi loro declami. Sì, la « Cucina » di gennaio, di febbraio e di marzo sono uscite in ritardo: ma la colpa non è nostra, o delle nostre colla- boratrici: i loro manoscritti erano da un pezzo pervenuti. La tipografia ( le let- trici non si sono accorte che in un anno abbiamo cambiato quattro t ipograf ie?) era in ritardo: quando la rivista era pron- ta, e tutte le 112 mila copie venivan portate, con un furgone, alla posta, il ritardo era già notevole. Ora abbiamo di nuovo cambiato tipografia, e conf idiamo di esser fuori il 1° di aprile. Ma bisogna che le nostre abbonate si rendano conto delle difficoltà del momento: e, come abbiamo già detto il mese scorso, prima di protestare e di chiederci un duplicato della copia che attendevano, duplicato che non possiamo spedire perchè noi fac- ciamo stampare le copie necessarie e non di più, aspettino con un pochino di ras- segnazione e di pazienza che il fascicolo arrivi. La vostra lettera era senza data, sicché non so se la pazienza e la rasse- gnazione che raccomando genericamente sieno mancate a voi troppo presto. An- ch' io non ce la metto mai, la data, nel- le lettere: chi, sa perchè, quella consul- tazione del calendario m'è antipaticissi- ma. Forse sarà perchè ogni giorno è un pochino della mia giovinezza che se ne 78

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