LA CUCINA ITALIANA 1942
IL N I DO E L 'UCCELL INO Per appagare il desiderio di alcune abbonate pubblichiamo il ritratto della piccola orfana che un fida e cara amica, in pieno accordo col marito, ha adottata. Da qualche mese l'uccellino cinguetta nel nido, in un clima di dolcezza, in un benessere materiale da cui la sua ignara innocenza sembra accogliere tutte lé pro- messe della vita. E la sua grazia ed il suo sorriso sono già un compenso ineffabile per le cure vigili ed amorose che lo cir- condano. -— Con questa piccina — ci ha scritto la madre adottiva — in casa nostra è entrato il sole, è entrata la felicità. Ora la mia vita e quella di mio marito hanno uno scopo sacrosanto al quale mirano tutte le nostre forze spirituali. Nessun sacrificio ci sembrerebbe gravoso, quando dovessi- mo sopportarlo per il bene di questa crea- turina che ci sorride, ci chiama, ci tende le braccia!... La madre adottiva conclude la sua let- tera augurandosi che tutte le donne alle quali il dono divinto della mater- nità è stato negato, possano cercare in una maternità spirituale quella stessa fe- licità di cui il suo cuore trabocca. E noi siamo liete di riaffermarle anche per questo voto la nostra affettuosa soli- darietà. F- PEPERONI ALL ' AST IGI ANA Una fedelissima amica della « Cucina », Stella del Mindino, sarebbe grata a chi sapesse indicarle il modo di preparare quei « peperoni all'astigiana » che si tro- vano in vendita nelle pizzicherie del Piemonte. Fra le Abbonate Piemontesi ce n'è qualcuna che sia in grado di compia- cerla? QUE STO NUMERO DELLA " CUC I NA , , È IN ONO RE DELLE ORTICHE MASSAIA IN AT T E S A, Rimini. — Se dovessi elencare, in base alla mia personale esperienza, le peculiarità del- l'ortica, mi limiterei a rievocare il ricor- do di un furibondo e rovente prurito ca- gionato alle mie incaute mani infantili dalle sue foglie irte di pungiglioni. Ma la mia personale esperienza è in arretrato con i tempi. Da quando l'ortica dell'orto che una L'uccel l ino ha trovato un nido amoroso paterno non costituiva per me temuta minacfcia 'di grattate a lungo me- traggio, essa è stata pienamente riabili- tata. Ora l'ortica non viene più consi- derata come un'erba selvaggia, malvagio ornamento di terreni incolti, ma come una pianta coltivabile al cui prodotto si possono dare varie ed utili applicazioni. Non solo le sono state riconosciute qua- lità terapeutiche, alcune delle quali ven- gono rese note al pubblico dagli annun- zi pubblicitari dei giornali: ma in certi paesi del Nord, dove essa è largamente coltivata, le è stato assegnato un buon posticino nel campo dell'alimentazione. Si assicura che quest'ortaggio « sui ge- neris » può sostituire egregiamente gli spinaci. Non è dunque una panzana ciò che vi hanno narrato a proposito di una « zuppa d'ortiche » al cui pensiero vi sembra di sentirvi prudere la bocca e la gola. Pri- ma di tutto è da rilevarsi che per qual- siasi preparazione gastronomica si usa- no ortiche molto giovani e perciò tene- relle. Per la minestra, poi, le ortiche, convenientemente stufate, in un abbon- dante battuto di cipolle, rosolate nel bur- ro, vengono fatte bollire nel brodo e poi passate dallo staccio. Nessun pericolo dunque di prurito per chi volesse ingeri- re quella zuppa. La quale certamente esu- la dalle tradizioni gastronomiche nostrane anche per il fatto che alle ortiche viene unito qualche mazzo di acetosella; ortag- gio poco comune fra noi a causa del suo sapore agro, non accetto al nostro pa- lato. Il brodo con le due erbe passate, vie- ne legato con rossi d'uovo e panna di latte, e condito con parmigiano grattato. Si versa poi, bollente, su fettine di pane arrostito o riso cotto a parte. Tut to questo a titolo di curiosità. Per completare la didascalia sull'ortica aggiungerò che que- sta ha proprietà detergenti. A quanto si dice, le macchie d'olio sulla tela spari- scono dopo una frizione delle sue foglie più tenere. IL DOLCE DI ROCCA R A SO Una nostra gentile abbonata, la signora Agnese Napolitano di Termoli, ricorda di aver mangiato in un ristorante di Roc- "Paprika Marich,, pepe fosso italiano Nno edev meancar ni neassun f ami g l i Chiedetela presso le migliori drogherie e salsamenterie Ditta M. MARICH TORBE ANNUNZIATA CENTRALE (Napoli) caraso (Abruzzi) un dolce squisito che ritiene fosse una specialità gastronomica di quel paese. "Si trattava di una prepa- razione a forma di frittata rigonfia che molto probabilmente era fatta di patate. Qualcuna delle nostre amiche abruz- zesi — abbonate o lettrici — sarebbe in grado di dare alla signora Napolitano la ricetta del saporito dolce di Roccaraso? 100 MANIERE. .. Ho letto la domanda della abbonata Vera, e la risposta di Frida, intorno al vo- lumetto « 100 maniere di cuocere le pa- tate ». Il volumetto fa parte della Biblio- teca Casalinga edita dalla Casa Sonzo- gno di Milano. Reca il N. 7. Quando lo acquistai io, tanti anni fa, costava 40 centesimi. L ' ABBONATA 29954 UN LIBRO Una vecchia signora, possedeva nella sua prima giovinezza un libro — una traduzione dal francese — che col tempo le è andato smarrito. Di esso ricorda il titolo: Viaggio intorno al mondo, ma non l'autore. Poiché certi luoghi descritti in quell'o- pera con suggestivo realismo e vivo senso del colore, (Giava, Sumatra, Ba- tavia, Bangook) sono stati ripetuti, come da un'eco rovente, nelle notizie di guer- ra, la « vecchia signora » prova un no- stalgico desiderio di rileggere quel libro. Ma come farne ricerca senza indicarne l'autore, presso le varie Case Editrici? Trattandosi di un'opera di remota pub- blicazione, la signora si rivolge alle ami- che più anziane della « Cucina » nella speranza che qualcuna di esse possa rintracciare nella propria memoria i dati che le occorrono, e di comunicarglieli in questa rubrìca. ATHOS GA S TONE BANTI, Direttore F ANNY DINI, Condirettrice e gerente Stab. Tip. E. Armani di M. Courrier Corri spott densa fra le abbonate 100
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