LA CUCINA ITALIANA 1942

Era un'ora mattutina quando arrivai, senza avere avvertito in precedenza, nella casa di campagna della mia amica Olga, e pensavo che tutta la famiglia fosse an- cora pigramente avvolta nel tepore delle lenzuola. Invece, con mia sorpresa, ecco sopraggiungere subito, attratta dalla mia voce, Gabriella, la figlia minore. Fresca, graziosa nella pettinatura semplice, rial- zata al sommo della testa, indossava un grembiulone d'incerato scuro per preser- varsi, sul davanti, il vestito di lana: tutto un modesto, ma grazioso abbiglia- mento che le dava un'aria infantile e tanto attraente! Abbracci affettuosi e un incrociarsi di domande : — Che cosa facevi? — Il mio lavoro di ogni mattina e voi mi farete compagnia. Ma prima volle ristorarmi con un taz- za di latte caldo e, data la limitazione della farina di grano, sensibile anche in campagna, mi offrì, per complemento, calde fette di polenta dolce, che mi par- vero deliziose e quanto mai opportune. Intanto mi spiegò che la madre e la so- : m 5-H - * .*• VITA IN CAMPAGNA relia erano già al vicino paese dove, in giorni alterni, si dedicavano ad opere pie in aiuto del parroco, ormai vecchio e malazzato. Insegnavano la dottrina ai bambini i quali avrebbero fatto a Pa- squa la prima Comunione, e iniziavano un gruppetto di adolescenti alla soavità dei canti corali che la madre, musicista esper- ta, accompagnava col suono dell'organo. ' Dopo la frugale colazione, Gabriella mi condusse nel magazzino dove stava la conigliera, dicendomi che, in ogni sta- gione, faceva il possibile per trasportare i gabbioni all'aria aperta appena l'atmo- sfera lo permetteva. — L'ar ia libera, senza eccessi di sole, di vento e di freddo, —• spiegava — è il miglior aiuto per rendere floridi i co- nigli, gli antenati dei quali, non bisogna dimenticarlo, spaziavano in libertà nei boschi e nei campi. — E, armata di sec- chio e di granatino, procedette alla pu- lizia delle gabbie, che aveva rinnovate e fatte fabbricare nel modo più razionale. Il fondo era scorrevole per facilitarne la nettezza, la mangiatoia convenientemente in alto e due cabine ai lati chiuse da sportelli, per il sicuro rifugio degli ani- mali durante la pulizia. Con orgoglio ella mi raccontava intanto le gravi difficoltà che, in momenti così difficili per gli approvvigionamenti, do- veva superare per nutrire i suoi conigli, sensibilissimi alla negligenza delle cure di cui abbisognano, e d'altra parte così indispensabili all'economia domestica. Soddisfatta m' informava di averne sempre constatato la buona salute e il buono stato d' ingrassamento, tanto da permettersi di vendere alcuni capi sul pubblico mercato. Per alternare i cibi freschi a quelli secchi, come farine e fieno, li aveva abituati a mangiare tralci di edera, fronde di olivo e di cipresso, che aveva fatto tagliare con giudizio an- che in inverno, e che spesso aveva do- vuto liberare dalla neve e fare asciugare prima di costituirne il pasto per i piccoli roditori. — Tutto è superato ormai, continuava la mia bella interlocutrice, perchè la sta- gione alla quale si va incontro, offrendo abbondanti erbe fresche, diminuirà tante ristrettezze nel mangime. — Per l 'anno prossimo un disegno è già in via di attuazione, perchè abbiamo iniziate, in tutti gli angoli disponibili di terreno, piantagioni di topinambour. I conigli sono ghiotti delle loro foglie e dei loro tuberi, che si raccolgono in autunno. I campi, l'orto e il giardino saranno ral- legrati dallo sbocciare rigoglioso di que- sta pianta di facilissimo attecchimento, la quale cresce alta e fiorisce in una stella gialla che viene chiamata, tra i tanti nomi, anche astro del Perù. E se vi sarà eccedenza di tuberi, ne consumeremo noi per il nostro vitto : sono buoni e nutritivi ancora più delle patate! Una candida, ravviata e florida coni- glia, bella per quanto fosse di razza co- mune, la guardava quetamente come se l 'approvasse. Dopo la conigliera visitammo il pollaio e la fagianaia, quest'ultima di propor- zioni modeste e in via di esperimento, la Disponib,ile pre quanot in temp,o collezioen anno 1340 rilegat de La Cucein Italian Spedire L. 28 , 40 per l'invio raccomandato. cui sorveglianza era compito dell'altra sorella. — Ci siamo divise il lavoro e non conosciamo la noia! — disse infine Ga- briella. Il tempo volava e, di ritorno dal ru- stico giro, mi accolsero il caldo abbrac- cio dell'amica e la cordialità dell'altra figlia di lei. Restate sole, Olga ed io trovammo sor- gente di gioia nel poterci abbandonare alle reciproche confidenze sulle ansie fa- miliari e, soprattutto, sulle notizie per le persone care combattenti, il cui ri- torno vittorioso e in piena salute aspet- tiamo trepidando ma fiduciose. — Vedi, — ella mi diceva — forse in nessun altro luogo come in questo, ci sentiamo maggiormente degne di loro; nessuna distrazione mondana nella sem- plicità di questa vita che ci avvicina di più agli umili e a Dio! Con semplice compiacenza mi raccon- tava di quanto aiuto e di quale incorag- giamento fossero le sue due figle per le famiglie coloniche, per gli abitanti dei dintorni, aiuto che prestavano sia in pri- vato, sia collaborando col Fascio locale nell'Ufficio Notizie e nelle altre varie attività assistenziali. L'ora della posta ci trovò tutte riunite in un salotto : non caso fortuito proba- bilmente! Dalla commozione che lessi sul volto giovanile e bello delle figlie della mia ospite capii di essere giunta in un giorno felice : il fratello al fronte, e gli amici in guerra avevano dato notizie di sè. Intuii allora che la dimora in campa- gna aveva anche un altro fine : quello del ritiro dalla vita cittadina in attesa che facessero ritorno le persone più care, combattenti lontano, nell'eroismo e nel sacrificio. VIRGINIA OTT 103

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