LA CUCINA ITALIANA 1942

10 spacco. Quando il mastice è secco, passate sopra la. .. ferita cicatrizzata un cencio o una pelle, per restituire il lucido al mobile. Se questo è lustrato a cera oc- correrà, prima, un po' d'encaustico. L' im- portante è che, poi, non si vedrà più nulla, e il mobile tornerà nuovo. Grazie degli abbonamenti alla Cucina e alla Domenica. Spedito il premio. MADAM I NA A V E N E Z I A. — Abbia- mo parlato varie volte, della marmellata di pomodoro. Ad ogni modo, eccovene una ricetta, che è semplicissima: fate bol- lire i pomodori come se doveste prepa- rare la conserva. Passateli allo staccio. Lasciate sgrondare l 'acqua che quella polpa contiene. Aggiungete pari peso di zucchero, fate bollire, unite la scorza di uno o due limoni, a seconda della quantità; versate nei vasi di cristallo e conservate. Con lo stesso procedimento potete fare la marmellata di zucca, natu- ralmente togliendo alla zucca, prima di metterla a bollire, la parte che contiene i semi, e la parte esterna della buccia, se è dura. G E RMANA. — Quante domandel Ri- sponderò più rapidamente che posso: i) Tagl iate i fiori dalle piante colle for- bici o con un temperino: non li strap- pate mai, neanche se hanno il gambo fragilissimo, per evitare che la lacera- dione mortifichi il ramo su cui il fiore è cresciuto. Ne i vasi, se volete conser- vare i fiori a lungo, mettete un poco di sale, se volete : ho visto consigliare delle compresse di aspirina, che sciogliendosi dànno luogo alla liberazione dell 'acido salicilico e dell 'acido acetico: ma il me- todo mi sembra un po' costoso. Meglio cambiare l 'acqua tutti i giorni e recidere, tutti i giorni, quella parte del gambo che essendo stata immersa si è putre- fatta. Cogliete i fiori la mattina presto. 2) Se non trovate presame di origine animale, troverete certo nelle farmacie quello di origine vegetale, proveniente dai fiori del carciofo selvatico, dal fico, ecc. Il presame animale fa coagulare il latte crudo più facilmente di quello bol- lito. L ' al t ro, viceversa. Nel secondo caso 11 latte deve esser molto caldo, nel primo basta che abbia una temperatura a 40. Adoprate sempre il minimo di presame in- dispensabile per evitare che il formag- gio venga con un sapore e un odore poco gradevol i. 3) Per i lamponi, questo è il momento. La facilità con cui essi si riducono in gelatina è data dalla « pectina » che con- tengono. Potete mangiarli crudi, conditi con limone e zucchero come le fragole, o senza. Potete anche conservarli allo stato naturale mettendoli in vasi di vetro ben puliti, e quando sono stivati bene versandovi sopra uno sciroppo della den- sità 30°-35° (occorre il densimetro) in mo- do da ricoprirli completamente. Tappare poi i vasi ermeticamente e quindi steri- lizzarli a bagno maria per 20 minuti cir- ca. Ricoprire i tappi di ceralacca o di cera, paraf f ina ecc. Così i lamponi pos- sono essere utilizzati in qualunque mo- mento per la preparazione di torte, cro- state, ecc. Per il siroppo, non credo ab- biate bisogno di indicazioni. 4) Per far tornare lucente la catena d'oro, mettetela in una boccetta che con- tenga 40 gr. di acqua, ossia 8 cucchiaini da caf fè, 40 gr. di bicarbonato, 2 gr. di sale e 2 di cloruro di calce. Agitate il tutto (la catena e l 'acqua con gli ingre- dienti) per un minuto o due, poi toglie- tela, spazzolatela con un vecchio spazzo- lino da denti, tuffatela nell'alcool, e asciu- gatela nella segatura. Ver rà lucentissima. 5) Mandatemi il vostro indirizzo pre- ciso, e il francobollo; e a questo quesito, che non mi pare possa esser trattato sulla rivista, risponderò, appena ho tem- po, privatamente. INCHIOSTRO NERO. — Se si posso- no fare i dolci coi fagiol i? Perchè no! Ho letto nel Giornale dei pasticceri di- retto dal cav. Ciocca che si possono fare anche di barbabietole, di carote, di f ave, di soja, ho visto perfino la ricetta per fare le pastiglie di patate. Dove non ar- riva l ' ingegnosità e lo spirito di intra- prendenza dei nostri tecnici! La ricetta per fare il dolce coi fagiol i, alla casa- linga, è questa: cuocere bene, con ac- qua e sale, 300 gr. di fagioli qualsiasi. Passarli per lo staccio, amalgamarli con lo zucchero, aggiungere un bicchierino di liquore, due rossi d ' uovo, una bustina di lievito. Al l 'ultimo, quando il tutto è be- ne amalgamato, sbattere a neve i due albumi delle uova e incorporarli. Cuo- cere a forno moderato, per 40 minuti. La ricetta del Giornale dei pasticceri, invece, dice : Adoperate dei fagioli grossi bianchi -—• detti fagioli di Spagna — fateli rammol- lire in acqua tiepida, pelateli e fateli cuo- cere in acqua leggermente salata. Quando sono ben cotti impastateli da fare una purea che passerete allo staccio. Mescolatevi, su Kg . 1 di purea : gr. 500 di zucchero a velo, gr. 250 marmel- lata di ribes o di altre qualità, un bic- chierino di buon liquore a piacere. Fate scaldare il tutto a fuoco debole mescolando con un cucchiaio di legno. Se non vi riesce sufficientemente densa per fare delle creme o interno di dolci potete aggiungere qualche cucchiaio di fecola. Ora non mi dite, per carità, che le due uova,, lo zucchero, ecc., sono cose irrag- giungibili, come mi ha scritto un'abbonata la quale sperava che io le dessi la ricetta per fare un dolce. .. senza niente. Prima di tutto perchè non è vero. Se proprio ci tenete, a fare un dolce, due uova e un po' di zucchero, sulle assegnazioni fami- liari, potrete risparmiarli. Poi . .. A B BONA TO DI P E S CARA. — È certo che i primi uomini, e le prime donne A N N U N Z I S A N I T A RI Gom. m D.ott G. DAL MOENT MALATTIE DELLA PELLE (Sol-e artificiale'Diatermia'Alta frequenza) ROMA Vai in Arcio, ne 141 ( Tr a f )o r o Tel.ef 6 4 -14 5 Ore 9-11 - 17-20 o per appuntamento (non quelle del Tea t ro: parlo delle nostre progenitrici del tempo dei Patriarchi) vivevano lunghissimamente. Adamo ha vissuto dal 4963 avanti Nostro Signore fino al 4033: ossia 930 anni. Seth, dal: 4833 al 392 1 ; Enos, dal 4729 al 3824;: Ca'inan, dal 4639 al 3729; Malaleel, dal 4569 al 3674; Jared, dal 4504 al 3542; Enoch, dal 4348 al 3478; Matusalemme, dal 4277 al 3408; ossia, rispettivamente, 912 anni, 901, 910, 895, 962, 870, 869. Mi sono fermata a Matusalemme, che nel linguaggio comune viene indicato (campare quanto Matusalemme) Vome se fosse stato il longevo per eccellenza, men- tre in verità sarebbe morto, come vedete, nel . .. fiore degli anni. Ma poi vengono Lamech (633 anni); Noè (950); Sem (600); Ar f axad (438); Cainan junior (360); Saleh (433); Heber (404); Falez (241); Reu (239) e Sarùg (230). Abramo, Isacco e Giacobbe non hanno vissuto che come la rosa di Ma lherbe: Vespace d'un matin; Abramo 1 75 anni, Isacco 180 e Giacobbe 145. Come si spiegano queste prodigiose esistenze, in confronto dei 70 anni che ci dànno, in media, da vivere, non sol- tanto al i ° verso della Divina Commedia, ma anche le statistiche delle Società di Assicurazioni? Presso a poco, e senza tutti questi da- ti, la domanda che voi mi formulate dice così; e « perchè, mi domandate, se è vero che prima la gente campava così a lungo, ora che abbiamo tanti ritrovati scienti- fici e tante applicazioni igieniche viviamo molto meno? ». Mah! Prima di tutto, certo, i primi uomini, e le prime donne, dovevano vi- vere molto tranquillamente, senza preoc- cupazioni e senza dolori, senza lotte, in- vidie, cattiverie. .. e tasse. Certamente Iddio aveva creato l 'Uomo, e la Donna, perfetti, nelle proporzioni, nelle forme, negli organi. E se non conoscevano l'i- giene, a quei tempi, è anche vero che non c'erano le malattie, e quindi il pe- ricolo di contrarre contagio non esisteva. Certamente, i primi discendenti della cop- pia iniziale dovettero risentire dell 'equi- librio di forze, di salute, e di carattere, dei Progenitori. Poi, col moltiplicarsi del- la gente, si moltiplicarono i dispiaceri, le insidie, e venne la decadenza. Un' a l t ra ragione della longevità dovette essere la frugalità di quei primi uomini. Ma una terza e importantissima deve risiedere nel fatto che i frutti della terra erano allora ricchi di tutti i princìpi nutritivi e salubri che poi hanno perduto coll ' invec- chiare del suolo e colle concimazioni de- stinate a restituire alla terra le sostanze perdute col vegetare delle piante. Era una terra nuova, allora, vergine e vi- gorosissima. Vi è stata però una ragione che non dipendeva nè dal cibo nè dal modus di v i vere; ed è che Iddio volle che quei patriarchi vivessero a lungo per- chè il mondo, ch' era allora spopolato, si popolasse. A questo punto non mi domandate se non c'è una speranziella di poter tornare a vivere come Jared, che è quello, della discendenza d 'Abramo, che ha battuto il record... in lunghezza. Perchè non saprei cosa rispondervi. NINA

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