LA CUCINA ITALIANA 1942
Risposta. — Dovres te pesare 57 chi l i. Se state bene in salute non è il caso di preoccuparvi. Dove te comunque prefe- rire i cibi che ho consigl iato qui sopra a Ti z i ana. Le patate le noci i datteri le ba- nane il miele il latte il burro ecc. sono prefer ibi li per le persone i l . cui dimagri- mento dipende da catt iva al imentazione ma in alcuni casi se il dimagr imento è eccessi- vo e l ' al imentazione buona, c 'è qualcosa che non funziona bene nel l 'organi smo. Vi - ta sana al l ' aperto e non angust iarsi. Se non avete appetito f a te del mov imento, se siete deperita f a te una cura di sole, e di olio di f egato di merluzzo. Non posso di rvi altro per il mot i vo che non mi avete detto del vos t ro stato fisico e mo- rale, della vostra vta : se att iva 0 seden- taria ecc. Sent i te il medico. C A R I N A . — Seguo con interesse la vostra corr ispondenza, nella qua le ho tro- vato spesso consigli che ho trovato uti- lissimi. Ho 33 anni e già da un po' di Di s t inta s i gnor i na inedia età inse- gnante in istituto di sposta accettare ovunque inca r i co let tr ice dama compagn ia o al t ra supp l enza me s i chiusura i nve rna le s cuo le e vacan- ze es t i ve. Sc r i ve re Mae s t r a, Cuci- na Italiana, R oma . tempo vedo con molto rincrescimento crescere a fianco del dito pollice del pie- de quel lo che tutti chiamano cipolla ecc. Risposta. — Mi dispiace, ma non si tratta di cosa che possa el iminarsi con cure di bellezza. Già non credo che nean- che altre cure potrebbero arrestare lo svi- luppo di quel le deformazioni ossee che in taluni organi smi si ver i f icano col progre- dire degli anni. Comunque sentite un medico. MAR. MAR. Scrivere a MARGHERITA MARCO- ALDI - « Cucina Italiana » - Via Cas- siodoro, 15 - Roma. "Qranòe Ev identemente, 10 non sono nata per f a re la s igncrona. In un luogo di cura, per " restar con persone amiche le quali avevano preso alloggio al « Grande Al- bergo delle T e rme », ho dovuto rinun- ciare al l ' albergo modesto ma buonissimo che mi aveva accolto l ' anno scorso. Ne l- l ' albergo modesto ma buonissimo c 'era gente di media condizione, vecchi pen- sionati, mamme con figlioli, signore o signorine anziane, persone tutte che ave- vano fat to presto a legarsi in cordiale relazione. Ernes to, il vecchio cameriere, si a f f ret tava a servi re tutti con impar- ziale premura. Per il pasto della sera non si mut ava d ' abi to. Tu t to era sempl ice e famigl iare. Al «G r a n de A l b e r g o », la pr ima cosa a impress ionarmi è stata una nuvola di camer ier i, di camer iere, di ragazzi (non diciamo più boys'.l), quale per l 'ascenso- re, quale per i piccoli servizi, quale per sistemare le sedie e i tavol ini del parco. Sotto l ' espress ione ermet ica, ossequiènte, dei camerieri di stile, senti che ti soppe- sano e cercano d ' indov inare quanti extra chiederai, quante mance tirerai fuor i. Anche quei sessanta o settanta ospiti del l ' albergo, immagini che ti os se r v i no: in quale categoria ti met teranno? non capiscono forse tutti subi to che sei un pesce f uor d ' acqua, con quei tuoi ve- stiti più lunghi del l 'usato, quelle tue un- ghie non laccate, quel le tue gambe sem- pre infi late nel le calze, quel le tue scar- pette per nul la ortopediche? Dal canto mio, io pure li osservo sot$o sotto, e non sempre ne r imango edi f icata. La tavola si può ben dire la prova del fuoco della signori l ità. Ora, non so come si picchi di signori l ità quel mio azzimato vicino di destra che porta ogni v i vanda alla bocca — per poco, an- che la salsa — sulia punta del coltello; o quella mia vicina di sinistra che f ra Albergo» una portata e l 'al tra non cessa di s f ru- conarsi in bocca con lo stecchino, ma credendo di . . . nobi l itare l ' ant ipat ica ope- razione col coprire 10 stedchino con l 'altra: mano; o quel gruppo della tavola in f on- do al salone, che non contento di ordi- nare piatti diversi da quelli della l ista, f a pompa di un . . . patr imonio raro e invidiabi le : formagg io grattugiato a cuc- chiaiate, conchigl iette di bur ro, zucche- ro aggiunto alla f rut ta cot t a: il tut to uscente da una bella scatola laccata che una delle signore porta con sé ad ogni pas to: il vaso di Pandora . .. Dopo tavola, gli ospiti escono sulla grande terrazza, e immediatamente si formano i tavol ini dei giocator i: scopone, pinnacolo, ponte. L ' a r te del discorrere è dunque tramontata? L ' omb ra della pineta vicina, il canto del l 'us ignolo, il nastro- della bella strada che sale dolcemente ver so la montagna, non hanno f asc ini? Inutile f are della poes i a: si possono detestare le carte, ma bisogna saper gio- care se si è in a lbergo: non fosse che per f are cortesemente da quarto, non fosse che per non appar tarsi da musoni. Ed' ecco che mentre mi dibatto f r a le di f f i- coltà di un « pinnacolo », ile mie orecchie percepiscono una conversazione che si svolge in un vicino gruppo f emmini l e. Dio sia r ingraziato: par lano di casa, di cucina! Una pingue signora anziana in- segna come valersi del latte inacidito, che tanti usano buttare. Con la par te caseosa si f anno dei buonissimi f ormag- gini; col siero si lucida a meravigl ia l ' ar- genter ia, si l avano magl ier ie e f lanel le. E non sanno che in Germania il lat te ac.ito è freiquentis^im(o ingredi ente di pietanze, e per f ino di dolci? — Di dol c i ?? . .. Ho perduto a pinnacolo, ma ho impa- rato la seguente ricetta, che mi ha . . . in- dennizzata. .. della vi ta al grande a lbergo: « Un giorno per l ' al tro, si mette in un piatto f ondo mezzo litro di latte, vi si spreme sopra qualche goccia di l imone, e senza più toccarlo lo si lascia inacidi re. Il domani si prepara un piccolo fogl io di pa s t a: 1 50 grammi di f ar ina, una presina di sale, una nocciola di burro, un cucchiaino di zucchero, e 20 cente- simi di l ievi to di birra sciolto in un cucchiaio d ' a tqua t iepida, oppure un cuc- chiaino di polvere f ermentante. Men t re la pasta appal lottolata riposa, si r imesta un uovo intero con un cucchiaio di zuc- chero, e lo si aggiunge al latte che, ina- cidito, sarà ridotto a crema omogenea. Una presina di sale, la scorza grattugiata- d ' un l imone, e — se si è ricchi — uvet ta, pinol i, cedro candi to sminuzzato. Stesa a fogl ia ila pasta, se ne fodera f ondo e pareti di una tegl ietta; vi si versa la miscela, e senza coprirlo con altra pasta, si mette la forma in forno. Calore mode- rato, fino a che la pasta sia dorata, e la miscela rassodata ». Di r i torno a casa, imi sono af frettata a provar la. Buoni ss ima. ZA LÌ Uan preaz ios nàovit l ibrar i a siu tapi pet peirsian e or i en t a l i ! E D O A R DO E R CO L I IL TAPPETO ORIENTALE nella storia - nel l 'ar ie - nel comme r c io con un breve studio sui tappeti rustici italiani G r aned ed e l egaen t v o l uem di olet r 40 pa.g r iccameent i l lustorat cno t a veo l f uoi r tesot e car tein geograef ich = ED I Z I ONI " V E R B U M . . R O M A - L I RE 1 8 0 NE T TE = Questa pubblicazione offre agli amatori, cultori e commercianti di tappeti e a quanti amano arricchire le proprie cognizioni artistiche, una chiara, rióca ed esauriente trattazione dei tappeti orientali in genere e di tutti gli altri tappeti. Questo libro è nato per offrire una nozione sistematica e pratica e perciò indi- spensabile per una conoscenza sicura e completa del tappeto e dell'ambiente vasto e multiforme che lo produce. Storia, arte, tecnica, geografia, etnologia, cultura generale ed esperienza diretta di vita e di commercio, hanno contribuito a ren- derlo vivo, sicuro, brillante. Questo libro non può mancare in ogni biblioteca, in ogni studio, in ogni salotto aristocratico, in ogni negozio d'arte In deposi lo presso l ' Au r o r e: V I A DEL BABU I NO, 45 - R O M A i 4 7
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