LA CUCINA ITALIANA 1942

I RENE . — Le mele servono benissi- mo per fare la marmellata.: servono an- che per fare una quantità di preparazio- ni diverse, dolci, carlotte, torte, etc. Si possono preparare ripiene, con guarni- zioni e canditure diverse. Ma I tempi non mi pare consiglino eccessive raffina- tezze dolciarie. La marmel lata, se avete un poco di zucchero in disparte, potrete farla così: pul i te le mele, lessatele, pas- sate la polpa, pesatela. Intanto met tete al fuoco, nel l 'acqua calda che ha servi- to a cuocere le mele, dello zucchero, in misura uguale al peso della polpa pas- sata dei frutti. Fate bollire lo sciroppo schiumandolo. Poi aggiungetevi la polpa passata, e la scorzai, triturata, di due li- moni, o di un limone e un arancio, dei quali avrete prima strizzato il sugo en- tro lo sciroppo. Quando la marmel lata in- comincia a esser densa togliete e inva- sate. E' buonissima e salubre. Con le bucce potete fare la gelatina che è astringente e vitaminica. Per dimagrare senza pericolo, usate le pillole del chi- mico dott. Sacchini, farmacista a Fi renze ' V i a Cavour ). LAURA . . . LOR I S. — Grazie della ri- cetta pel- i fichi, ormai da pubblicarsi un altr'anno. La colpa è forse mia, che ar- rivo alla vostra lettera, con ritardo. Quan- to ai « Kaki », o « Diospiri », la mar- mellata si. fa presso a poco come quella delle mele, _ma la polpa dei « Kaki » si versa quando lo sciroppo è più den- so. Aggiungete qualche cucchiaino di rhum, e un poco di sugo d'arancio, ma non di limone. A DA S. — Conosco due di quelle ricette: ma entrambe contengono un ve- leno. La prima è: acqua parti 20, tripo- lo parti 2, al lume parti 2, acido nitrico ( ve l eno ') parti 1 ; l'altra è: acqua* parti 10, tripolo parti 9, acido ossalico (ve- leno!) parti ì . Si mescolano agitando: naturalmente bisogna agitare ogni volta che si usa il liquido per lucidare i me- talli. Non usate nè l 'uno nè l 'altro per oggetti di al luminio. C A B R I E L L A. *— Non c 'è nulla di più semplice, o Gabriel la, della ricetta del castagnaccio: ma non c 'è nulla di più diffici le a farsi di un castagnaccio pre- parato bene e cotto bene. Perchè o vie- ne troppo alto e allora sa di polenta dolce: o viene carbonizzato e allora... Insomma, la ricetta è questa: stemperare in acqua della farina di castagne, e un pizzico di sale. Fare una farinata discre- un cent imetro al massimo. Met tete ora la teglia al forno, e se non avete il for- no cuocete con fuoco sotto e sopra. For- no di medio calore, perchè non avvam- pi. Quando il castagnaccio assume il co- lore della cioccolata è cotto. Se vi avan- za un po' di impasto, e se avete un po' d'ol io, fate qualche frittel l ina dolce ai vostri bambini. Udrete inni di gioia... specie se le frittel l ine saranno molte A B B O N A TA CAMP I C L I E S E. — Trop- po tardi! La pubblicazione di quella ri- vista, che del resto era destinata ai tec- nici, agli industriali della specialità, e INOSSIDABI LE C O L U M B U S Macchina moderna per (are la pasta in casa IMPASTA - SFOGLIA - TAGLIA Si vende nei principali negozi CATALOGO GRATIS ARTICOLI UTILI PER LA CASA GAVAZZENI - Bergamo - Casella Postale 75-C tamente densa. Aggiungervi tutto quello che si vuole, eccettuati i pennini ruggi- nosi o gli spilli di sicurezza: aggiungervi, voglio dire, pinoli, uva passa, gherigli di noce, pezzetti dì cedro candito, pezzet- ti di cioccolata, nocciole tostate e fran- tumate, pezzetti di fico secco: tutto... e anche nulla, chè il castagnaccio è buo- no anche nella sua umi ltà primordiale: acqua, sale, farina di castagne. Una volta fatto l ' impasto lo versate in una teglia:, meglio se è di rame sta- gnato, se no di terra-cotta, leggermen- te unta d'olio. Il segreto sta nell'ado- prare una teglia così grande, o una quantità di farina così piccola, che lo spessore delia pastella, una volta versa- ta nella teglia, non superi l 'altezza di non alle signore, è stata sospesa, in vi- sta di economizzare la carta. Sarà ripre- sa dopo la vittoria. Ma voi che ve ne state lassù (e rabbrividisco al solo pen- sare al freddo che ci farà, mentre vi in- vidio i panorami meravigliosi e gli alti silenzi e l ' intimità accogliente delle case) e siete una intel lettuale della cucina, non avete mai avuto l'idea di prendere qualche cartella bianca (o di altro co- lore). e una penna .(o anche la macchi- na da scrivere), e buttar giù un arti- colo che le nostre amiche abbonate leg- immenso piacene? SIATE PREVIDENTI i i i tenendo sempre in casa qualche scatola di combustibile so- lido di sicurezza M E T A in tavolette. Sostituisce anche il cjas nei periodi di eventuale sospensione. Pr e s so i g r a n di Ma g a z z i ni e d il Vo s t ro D r o g h i e re gerebbero certo con Mol t i auguri cordiali. P R A T E L L I NA - Torino. — Temo di non esser capace di favorirvi. Per quel che riguarda la polvere annidatasi nel le a n f r a t t u o s i di cornici dorate, non c 'è che l'acqua calda e un pennello duro: può darsi che un po' della doratura se ne vada, ma potrete ridarla. Quanto alle macchie di bacche di sambuco e di... ricòrdi della digestione dei colombi, vi confesso che non ho esperienza. Ho cer- cato inuti lmente nelle enciclopedie, nei manuali, e nei miei appunti. Ho trovato 22 ricette per cucinare i colombi, ma nessuna che parli delle loro... sì, insom- 4

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=