LA CUCINA ITALIANA 1942

i correggere la forma di una scaloppina, o di un polpettone, o a completare l 'a- malgama di un composto. Ma oltre al- l 'agi l i tà ed alla prontezza, alle mani si richiede un requisito essenziale: la pu- lizia. E se non si ha la certezza assoluta che, durante la manipolazione degli ali- ment i, la cuciniera non contravviene mi- nimamente alle norme della pulizia e del- l ' igiene, si va a tavola sconcertati e si mangia di malavogl ia. Questo non è cer- to il tuo caso. E tuo mari to potrebbe ri- sparmiarsi quegli scherzi, di catt ivo ge- nere, che ti af f l iggono. Non t ' inganni giudicandomi compren- siva dei tuoi guai, grossi e piccoli. Se tu fossi una vecchia abbonata, sapre- sti quanta consapevolezza io abbia sem- pre dimostrata in questa rubrica delle ardue difficoltà che una vera massaia in- contra — ora specialmente —- nel l 'a- dempimento del suo compito giornaliero. Fatti coraggio, amica mia: ed abbiti, i miei migliori auguri. A B B O N A TA V . M. , Verona. — Se tutte le abbonate meritevoli del rimpro-, vero da me loro rivolto ne l l ' A.B. C. del numero di novembre mi esprimessero, per iscritto, con la tua stessa affettuo- sa semplicità, una cortese resipiscenza, quante lettere avrei da leggere! Ora, non solo vogl io assicurarti che « il pec- cato del ritardo » ti è stato più che ri- messo : ma anche ringraziarti della sod- disfazione che mi hai procurata, attri- buendo ai miei suggerimenti il merito di averti aiutata a formare nella volente- rosa Rosina la coscienza della brava dome- stica. Credi, amica genti le, che non c 'è "nulla di più caro, per noi collaboratrici del la « Cuc ina », della certezza di essere utili alle abbonate, e di meritarci il lo- ro af fet to! La tua lettera esprime un lu- singhiero attaccamento alla Rivista ed a me. E di tutto ti sono grata. G R O T T A D ' AL I G I . — 11 duplice, cor- tese rimprovero non è af fatto meritato. Appena ebbi ricevuta la vostra lettera la rimisi senza indugio alla persona in- teressata che s ' impegnò di rispondervi direttamente. Trattandosi, di una signora tanto cara e genti le, mi stupisce che non l 'abbia fatto. Capirete che, dopo la sua promessa, io non avevo nessuna ra- gione d' interveni re fra voi e lei. La causa della mancata pubblicazione delle ricette va forse ricercata nella man- canza di spazio; quest ione che si fa di gior- no in giorno più grave, come tutti san- no. Una cosa però è cer ta: io quelle ri- cette non le ho avute. Non mi è possibile rispondere qui, per ragioni pubblicitarie, al l 'ultima vostra domanda. V i risponderò direttamente, se vorrete inviarmi - V i a Magenta, i o, Li- vorno - il vost ro indirizzo, a proposito del quale sono un po' incerta. V i saluto cordialmente. FRIDA Invecchiare è un fatto normalissimo e comune ad ogni essere di passaggio su questa terra. Un giorno al l 'una, un gior- no all 'altra, càpita a tutte. E ' seccante, ma noti c 'è rimedio. Tu t - to sta a soggiacervi con arte e con di- sinvoltura. Ma poche donne, per quanto intelligenti e di buon gusto, sanno, ad u- na certa svolta della loro esistenza, ras- segnarsi a questo fatto inevitabile ed af- ferrarlo in pieno, cercando di renderlo il meno sgradevole possibile a sè e agli altri. Saper invecchiare; è questa un'arte delle più difficili e delicate. Ma ad aiu- tarci abbiamo un grande ami co: lo spec- chio, amico sincero che non sa mentire e che ci irride, quando siamo noi stesse a voler ment ire, disperatamente, a tutti i costi, forse perchè sappiamo come as- sai più che per l ' uomo sia assolutamente necessario per una donna rimanere bel- la e giovane il più a lungo possibile. Ma quando il limite estremo è sorpassato, af- front iamo almeno la situazione con co- raggio e dignità, ricordandoci che qual- cuno ci sta in agguato alle spalle, per colpirci se vogl iamo ancora illuderci sul- la nostra data di nasci ta: il ridicolo. E ' per salvarci da questo mortale ne- mico che dobbiamo imparare, ad invec- chiare, senza querimonie inutili, col sor- riso sulle labbra. Per prima cosa riduciamo ai minimi termini il « trucco », perchè non c 'è niente di più grottesco, di più pietoso, di una bocca color ceralacca o ciclamino, di- segnata infant i lmente a cuore, di gote chiazzate, o troppo in alto o troppo in basso, di color mandarino, di capelli in- verosimi lmente corvini, o di innocenti boccolet-ti color platino, su di un viso devastato dal l 'età. Osservando con vero occhio critico, proprio come facciamo con le nostre ami- che, il nostro corpo, rendiamoci effetti- vamente conto, se tali disgrazie ci han- no colpito, se siamo ingrassate un po' troppo o aff l i tte da una magrezza ec- cessiva. Ne l primo caso, scartiamo risoluta- mente le stoffe a quadri, a grandi fiori, a disegni troppo bizzarri, i rossi troppo accesi, gli azzurri troppo idilliaci, i rosa troppo ingenui e diamo la preferenza ai toni caldi di marrone, ai grigi ferro, alle tonalità violacee, al blu scuro e sopra- tutto al nero, serio, dignitoso, sempre di suprema eleganza. E per carità non mostriamoci in gonna e camicetta, mai! E una tenuta adatta per le f igurinette giovani, agili e snelle. A una certa età, sopratutto quando si tende a ingrassare, occorre sempre completare la propria toeletta, sia d' inverno che d' e- state, con una giacca corta o a tre quar- ti, un mantel lo pesante o un leggero spolverino. E non mostriamo troppo le gambe an- che se sono rimaste belle; al lunghiamo invece leggermente le gonne e tutta la figura ci guadagnerà in distinzione. At tenz ione alle scollature quando le ossa saltano fuori e le spalle si fanno a- guzze, e niente maniche corte quando non si hanno più due braccia ben tornite da far vedere,; Quanti artifici sapienti esistono per occultare la magrezza! Con l 'ausilio di u- na brava sarta possiamo farci magnifi- che toelette che arricchiscano il nostro corpo immiserito,, nascondendone le de- ficienze e ampl iandone i contorni. La donna magra, invecchiando, ha più ampio campo di quella grassa nella scel- ta del suo guardaroba, specialmente per quanto riguarda le tinte, ma tuttavia è preferibile che anch'essa si attenga alle tinte sfumate, el iminando tutto ciò che è troppo appariscente. Tan to le une che le altre rinunzino poi ai cappellini troppo eccentrici e alle forme che scoprono eccessivamente la fronte e di due occhi ne fanno vedere uno solo con intenzione sbarazzina, ed abbiano cura invece di. aver -sempre a portata di mano un cappello misericor- dioso, con una breve faldina che sappia nascondere e ombreggiare le pieghe del vol to che ogni giorno si fanno più pro- fonde. Un velo di cipria, una bocca legger- mente ritoccata, una foggia discreta di pettinatura, una linea di suprema distin- zione nel l 'abbigl iamento, perchè invec- chiare non vuol dire affatto non essere più eleganti, ria soltanto esserlo in un modo diverso. Equi l ibrio. Anche nel contegno. Vo i che invecchiare non interessatevi troppo ad argomenti frivoli nè fate da spaurac- chi, criticando e condannando le pecche della gioventù. Non seccate la gente gio- vane ripetendo la classica frase : « Ai miei tempi! » o tirando fuori ogni cinque minuti il vostro « Parco delle Rimem- branze » per far sì che dietro alle vostre spalla le bocche giovani sbadigl ino: «Oh . che barba! ». Ma nemmeno abbandona- tevi a vivacità ostentate, a gesti troppo bruschi, nè per carità adottate quel ger- go dei giovani, appena appena passabile in bocca loro! Anzi neanche in bocca loro. Quanta pace, quanto conforto può ir- radiare attorno a sè la donna che sa in- vecchiare! -Con serenità, con dignità, con sorridente mal inconia. .. perchè soltanto^ la donna che ha « saputo » invecchiare- può guardare indietro nel tempo non ri- trovandovi più brutture, nè angosce, nè: miserie, ma solo bellezza, poesia e amore.. ROSA D'ESTE PRESI TIT rimborsabili in 60 o 120 rate mensili ad impiegali e operai di Pubbliche Amministrazioni e di importanti Amministrazioni Private. Antìcipi immediati - Perfezionamento rapidissimo I ST I TUTO PER LE C E S S I ONI DEL QU I N TO - R O M A Via Bergamo, 43 - Tel. 850 . 734 - FIRENZE, Via del l 'Ariento, 11 L E H I K L I O B I C O N D I Z I O N I P R A T I C A T E 1 1« I T A L I A

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