LA CUCINA ITALIANA 1942

Anche questo è qualche cosa Delle varie specialità regionali in cui entrano i pinoli (pinocchi o pignoli) i più ne ricordano vagamente la « pinoc- cata perugina » a piccole lasagne, che compare tra le feste di Natale, Capo- danno, della Befana, o taluno se ne ri- corda per la deliziosa « pignolata messi- nese » composta di pallottole delle di- mensioni delle ciliege, fritte nel grasso suino e poi intrise nel miele d'arancia o nella cioccolata, indi sovrapposte a pigna. Altri, meno golosetti, del pino cono- scono soltanto quei derivati dalle gemme resinose del prnus silvestés che in infusi al 3 per cento, in essenze — io, 30 goc- cie al giorno — sono da millenni consi- gliati durante i raffreddori, le bronchiti, le malattie ordinarie, anche impastate nella gomma. Altri avrà apprezzato il giovamento delle inalazioni delle es- senze. Assai pochi usufruiscono della nozion- cina che i pinoli contengono oltre a sostanze plastiche circa il cinquanta per cento di grassi: grassi anche fosforati o lipoidi: affini alle lecitine, con . fun- zione analoga ai grassi della mandorla, delle noci, delle nocciole, delle arachi- di, purtroppo divenuti rari. Cotesti semi di pino si presentano nell'imaginazione come avanzi di quel- l'epoca in cui le famiglie si raccoglie- vano intorno al braciere insieme al gatto appisolato. Su la brace si- deponevano due o tre pine. A misura che il calore scostava le scaglie, ne esalava una gra- devole nebula fragrante d'incenso do- vuta alla trementina e al mattolo. Appena i ragazzi vedevano la pina con le scaglie socchiuse se ne impadro- nivano: la sbattevano su l 'orlo del bra- ciere o la facevano ruzzolare sul pavi- mento tra grida gioconde. Ne schizza- vano fuori tante ditine color cioccolato : i pinoli. Sbucciati of frivano una piace- vole razione di sostanze azotate e grasse sotto forma di un morbido avorio aro- matico. Da altre pine si raccoglievano i pi- noli che, mescolati a zibibbo secco e a residui di maiale s' incorporavano in fa- gottini o panini o focaccetti di: polenta che s' infornavano, magari nel forno di campagna. Ed erano gustosissimi. Oppure i pinoli uniti a zibibbo e a Pane bagnato o grattugiato mescolati a u o v a sbattute con formaggio entrava- n o nella composizione di squisite polpet. tme di carne, che, innaffiate con salsa di pomodoro, davano sicuro affidamento di riuscire digeribili anche da costituzioni delicate. Ed era questo uno dei segreti di certe massaie per far consumare il les- so da quei pretenziosi folletti che dete- stavano perfino l 'odore della carne les- sata, mentre si leccavano le dita se mascherata dalla bravura materna, bra- vura che ora subisce nuove prove, per la necessità di trovare nuovi accorgimenti. A loro volta, di quei resinosi scrigni di pinoli, vuotati e ammucchiati, se ne faceva uno schioppettante falò, intorno al quale trillavano e danzavano festosi i bambini. Non è detto che una linda cucinetta a gas non possa servire a cuocere le pigne. Anche da soli, senza miele e ciocco- lata, i pinoli sono un alimento sanis- simo e si prestano per i gai raduni in- vernali del pomeriggio e della sera. # # w Ed ora due parole alle massaie che hanno la fortuna d'essere congiunte di possidenti. _ • , , Se in conseguenza delle limitazioni del- la guerra ci si stendesse davanti un qua- dro delle possibilità concretabili col dif- fondere nozioni del potere commestibile delle diverse sostanze alimentari e col provvedere con aocorgimienti adeguati alle culture agricole atte a riparare a certe deficienze di prodotti, si darebbe un prezioso contributo alle necessità au- tarchiche della Nazione. Oggi dovrebbe essere almeno più fa- cile vedere cosa succede quando un pos- sidente — sia di migliaia di ettari di terreno come d'una modesta villetta campestre o urbana —• non pensa a utilizzare l 'appezzamento di suolo di- sponibile piantandovi alberi da frutta, anziché alberi d'un lusso sterile. Osservando usi e costumi rurali, sì nota che la produzione di certe piante è stata considerata, sovratutto pe* quel tanto che fornisce alle industrie dolcia- rie, farmaceutiche, della profumeria, po- co o nulla per un largo e semplice uso commestibile. Tra questa produzione si devono annoverare i pinoli, semi della pigna, cono dell'albero Pinus pìnea, vi- goroso, pittoresco, balsamico. Ed ecco che gran parte della super- ficie del nostro bel suolo è occupata da pini silvestri, da pinastri marittimi, da pini selvatici, o da altre varietà che non offrono nulla di mangiabile; mentre il Pinus pinea e il Pino cembra (cirmolo o zimbro da frutto) potrebbero trovare eccellente abitazione in tutte le zone mediterranee a clima temperato : fino a 400 metri nell'Italia centrale e a 800 metri nell'Italia meridionale, nelle isole, nelle Colonie. Il risultato è che, per ora, il nostro Giardino d'Europa produce da trenta a trentacinque mila quintali di pinoli - + equivalenti a meno di un etto per abi- tante — mentre si potrebbe agevolmente moltiplicarne la produzione. Siamo ormai alla grazia della prima- vera. Chi può fare impianti ci pensi, ci pensi, sul seno: aumentare la dotazione di piante di noci, di mandorle, di noc- ciole avellane, d'arachidi, di pini da pinoli — è vera benemerenza. ITALICUS BUCATO IMMEDIATO Quando voi usate Gi g l io per il vostro bucato, bastano 10 minuti per gl i i ndumenti del icati e 25 minuti per lavare quel li di colore. Durante la not te, ment re voi dormi te, Gi g l i o l avape r voi la C vostra biancher ia. '¡QUO AUTOBUCATO I T A L I ANO (Ki iOOTIE RICOTTE l . BZBTOaCÌHl « BER81W0 55

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