LA CUCINA ITALIANA 1942
F A TA MORGANA. — Per le cornici, vi ho già risposto. Quanto alle macchie di umidità sulle incisioni stampate, non c'è nulla da fare.. Non è dalla parte del vetro, che l'umidità penetra: e dalla parte di dietro, dove il quadro sta a contatto col muro. Cambiate di posto alle incisioni e mettetele su una parete più esposta al sole, più asciutta. PUCCETT INO. — Abbiamo rimesso la vostra richiesta a Frida, che vi ri- sponderà. LENA MORTIFICATA. — Amica mìa, fare una buona crema da barba è ancora più difficile che fare un sapone qua- lunque. Nelle buone creme da barba en- trano delle sostanze, come il burro di cacao, l'olio di palma, la stearina ecc., che sono ormai rarissime e costosissime. Per accontentarti, ti segno due ricette fra le più semplici: ma vedrai che non ti riuscirà facile prepararle. Prima ricetta : Compra io gr. di gom- ma adragante. Versala in 900 gr. d'ac- qua, scioglicela e lasciala così per 12 ore. Quindi passa questa miscela da un setaccio che dovrebbe essere riscaldato. Incorporavi 120 gr. di polvere di sa- pone. Mescola e scalda a bagno-maria. Quando togli dal fuoco agita per tutto il tempo del raffreddamento, poi versa- vi due o tre gr. di essenza di cipro o di lavanda, mescola ancora e lascia raf- freddare. Seconda ricetta : Far fondere I 75 . g r - di stearina in 90 gr. di acqua. Aggiun- gere 140 gr. di sapone liquido di potassa (acidità, 20%). Intanto avrai fatto ri- m o t t a Anche la seconda Pasqua di guerra è trascorsa senza che nelle famiglie si av- vertisse molto la mancanza dei dolci tradizionali. E' che, se le farine e il burro e le uova sono ormai riservate ad altre utilizzazioni, le frutta, le gela- tine, lo zucchero, il cacao e molte altre materie prime offrono, ai tecnici del- l'arte dolciaria, il modo di sbizzarrirsi in nulle creazioni geniali. E' inutile dire che i veri trionfatori delle mense sono stati, anche quest'anno, i dolci, le mar- mellate, le caramelle, Motta: tutte le creazioni, prelibate e nutrienti, della grande casa milanese, di fama mondiale. scaldare 18 gr. di: olio di vasellina e 18 gr. di olio di mandorle dolci, insieme con 550 gr. di acqua e 7 gr. di pro- fumo di lavanda. Quando la mescolan- za di queste sostanze è fatta, a caldo, aggiungivi 7 gr. e mezzo di Mietanola- mina. A questo punto unirai le due miscele emulsionandole coll'agitare. Que- sta crema rimane untuosa e dolce, si scioglie bene nell'acqua, ma non fa schiuma. Come vedi, però, si tratta di sostan- ze che devi comprare in farmacia, e che costano care. Se tuo marito si contenta di un po' di sapone comune, serba tutti gli avanzi delle saponette, quelle scaglie residue che per la loro picco- lezza non si possono, più utilizzate: quando ne hai una certa quantità falle fondere a bagno maria e versa il prò- dotto di fusione in un vasetto di vetro a collo largo, o in una tazzina. Otterrai così un nuovo sapone, che non farà una schiuma molto duratura, ma per aiutare a radere servirà. Si capisce che non sarà una vera crema: ma anche tuo ma- rito dovrà ben sacrificare qualcosa dei suoi comodi, no? Se invece trovi un po' di olio di coc- co, per esempio 100 grammi, mescolalo con 50 gr. di lisciva di potassa a 50°, e 350 gr. di acqua. Sbatti a lungo, e versa in vasetti, a freddo. ELENA G. — Ho già spiegato tante volte che esistono in natura, e quindi anche nel tuo giardino, molti detersivi: a incominciare dalle foglie dell'edera. Quando lessi le patate, o fai la pasta ascutta, puoi adoprare quell'acqua di cottura. Se vuoi farti una buona acqua da bucato, prendi una varecchina qua- lunque, un detersivo qualunque: 150 gr.; aggiungici 50 gr. di perborato di: soda, versa il tutto in 15 litri <li acqua bol- lente, mettici la biancheria a bagno, tien- cela tutta la notte, lavala sfregando l'in- domani. È un ranno che vale quello fatto con la cenere. Per farti ie sapo- nette, puoi adoprare le cartine di cham- pioing, sciolte nell'acqua e addizionate con amido da bagno. Mescola nella prò- porzione di 10 gr. di amido per ogni cartina di champomg: 10 cartine, 100 gr. di amido. Quando hai fatto bollire Ti tutto per circa un'ora (il tempo giusto sarebbe 55 minuti) versa il composto in una cassettina di legno e lascia pro- sciugare all'aria. Poi taglia l'impasto so- lidificato in tanti pezzi. Abbiamo spe- dito il necessario da lavoro coi tre roc- chettini di filo, quale premio per gli ab- bonamenti procuratici al Giornale della Domenica e alla Cucina. Affettuosi sa- luti. RARA A VIS. — 1) È il bucato fatto con la lisciva comune a cui si è aggiun- to il vetro solubile. 2) Tutte le sostanze saponacee, che contengono potassa cau- stica o soda caustica, a lungo andare sono corrosive. Tut to sta ad adoprarle con cautela e a non confidare tutta la cura del bucato al liquido, ma un poco anche alla pazienza e alle cure della massaia. 3) Di che colore è il cuoio? In generale, basta una cera qualunque, ma se è verniciato vi darei una ricetta per ogni colore. Non posso più dare rispo- ste private: con tante abbonatel ORNELLA. — Credo che nel tuo ve- neto le chiamino « ciapin ». A Milano si chiamano « prese ». In Toscana, « pugnet- te ». Io ne ho fatte due, con qualche avanzo, e le ho unite con un metro di fettuccia. Quando indosso la mia gran- de uniforme da cucina, ossia il grem- biule, mi metto il nastro al collo e ho sempre pronte le due prese, o i due ciapin, per non scottarmi le mani quan- do debbo ritirare dal fuoco qualche reci- piente. Quanto alle pallottole di carta, se hai pezzi di giornali vecchi, o altri avanzi cartacei inutilizzabili in altro mo- do, mettili in bagno, ritirali quando so- no macerati, fanne delle pallottole, la- sciale asciugare dopo averle ben striz- V i . no de l p i ovano f PURGATIVE-ANTI: 'EMORROlDALl-DIGEiTIVE Jiatofa dfìOpifiefe C 4 neKeprincipatiJamatie 0convagita di£ 5 ala FARMACIA PONCI S.FOSCA-VENEZIA
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