LA CUCINA ITALIANA 1942

SIATE PREVIDENTI 515 tenendo sempre in casa qualche scatola di combustibile so- l ido di sicurezza M E T À in tavolette. Sostituisce anche il gas nei periodi di eventuale sospensione. Pr e s so i g r andi Maga z z i ni ed il Vo s t ro Dr ogh i e re che, siccome, come vi ho detto, il ta- glio si determina dove l 'olio finisce, os- sia in alto, era inutile sciuparne molto, e bastava che esso fosse nella quantità sufficiente a subire l'espansione imme- diata e violenta determinata dal con- tatto col ferro rovente. Non riesco a comprendere perchè la cosa non vi sia riuscita che con dei vasetti piccoli. Teo- ricamente deve riuscire sempre. Forse il ferro non era abbastanza rovente? Cordialità. A . A . B. — Fatalmente, per la porosità del guscio, le uova conservate a lungo nella calce finiscono per assorbire il sa- pore caratteristico del liquido in cui so- no immerse. Per questo vi è stato detto che esse non erano bevibili. Ma per gli usi di cucina avreste potuto certo ado- prarle. Chi vi ha parlato del guscio rotto avrà voluto dirvi che sul guscio si era de- positata la calce del liquido, e quindi codeste uova non avrebbero potuto es- ser cotte (mettiamo, sode) immergen- dole nel brodo. Ma per fare una frittata dovrete ben romperlo il guscio, no? Scusate il ritardo veramente eccessivo e vogliate accogliere, coi miei ringrazia- menti per le vostre espressioni cortesi, la manifestazione della più viva sim- patia. IOLE. — Perchè non offrite delle coppe di, passato di mele? Prendete mez- zo chilogrammo di mele ranette, e cuo- cetele al forno. Passatele. Aggiungete 100 grammi di zucchero e un albume di uovo. Sbattete a lungo colla frusta da fare la panna montata: vi verrà una specie di manteca morbida e dolce che porrete in coppe e lascerete gelare nel refrigerante. Ogni coppa potrete deco- rarla con uvetta, pezzettini di_ canditi o , ciliegine sotto spirito, o quello' che ave- te in casa di buono. E se non c'è niente, niente. FIORENZA. — Sapete già che non abbiamo molta fiducia negli olii sinte- tici: meglio poche gocce di vero olio di oliva che tutti i miscugli di cui ci son state fornite le ricette. Ad ogni modo se credete potete sperimentare questa, che sarebbe l'ultimo strillo dell 'arte di inventare condimenti per l ' insalata: mez- zo litro d'acqua; mezzo litro di aceto; mezzo etto di fecola di patate; un bic- chiere d'olio. Sbattere bene, e far bol- lire per 5 minuti. Quando si deve ado- perarlo « agitare prima dell'uso », co- me c'è scritto sulle bottiglie di tante me- dicine. MARGHERI TA, Bologna. — Cara, prima di tutto vi rinnovo i miei auguri più fervidi. Per voi, naturalmente, e per •il vostro fidanzato, che verrà pre- sto in licenza e vi condurrà subito din- nanzi al Sacerdote. Che dirvi, per il rinfresco tradizionale? Non fate spese inutili, e non sprecate roba preziosa. Se gli invitati, come immagino, li ricevete di mattina, offrite loro qualche piccola cosa fatta in casa: un dolcetto econo- mico, dei biscotti, se avete un poco di farina risparmiata, o una coppa di ma- cedonia di frutta al liquore, o, se riu- scite a procurarvela, un po' di ciocco- lata in tazza. Mettete in tavola qualche bottiglia di vino liquoroso (Marsala o vin santo) o di vermouth. Fate una cosa sbrigativa, e semplicissima, come 1 tem- pi suggeriscono, come la disciplina co- manda, e anche come vi consiglia di fare l'interesse, che avete, a non spre- care denaro prezioso. Dopo la vittoria, quando il vostro bel militare sarà tor- nato fra le vostre braccia, e non ci sarà più bisogno di stare così attente alle spese e al consumo della roba, ripren- derete in esame la lista dei vostri invi- tati, e sarete libera allora di offrir loro, separatamente o tutti insieme, nel vo- stro nido, un buon ricevimento o una buona colazione. Se mi promettete, per quel giorno, le tagliatelle al prosciutto, vengo anch' io da Milano. Scherzi a parte: se passate davvero da Roma, in viaggio di nozze, passate anche dalla direzione della Rivista. Noi non ci saremo, perchè Frida sta a Li- vorno, Zatì a Torino, io a Milano, ecc. ecc. Ma qualcuno ci troverete, che sarà contento di salutare la nostra cara ab- bonata e di rinnovarle i nostri fervidi auguri. MARGHERI TA. — Cara, ho inco- 61

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