LA CUCINA ITALIANA 1942
in forno non vi riesce di tarlo arrostire, è segno che il vostro forno funziona male o che non avete la pazienza di aspettare che il calore sia abbastanza for- te per cuocere ed arrostire simultanea- mente il pesce. Non saprei a quale altra causa attribuire il cattivo esito che vi mortifica. Perchè aspettate ad ungere il pesce al momento di cucinarlo? Un'ora almeno dovete tenerlo in una marinata d'olio, prezzemolo, ramerino, alloro e un po' di pepe in grani infranto. Niente sale e niente succo di limone. Il pesce lo salerete quando lo avrete tolto dalla marinata, e ripulito dal prezzemolo e dagli altri ingredienti che gli fossero ri- masti attaccati. Intanto avrete messo al fuoco con sufficiente olio la teglia scelta per la cottura. Quando l'olio stà per bol- lire, infarinate leggermente il pesce, met- tetelo nella teglia e fatelo scaldare — solo scaldare —• prima da una parte e poi dall'altra. Quindi passate il recipiente nel forno caldissimo, e via via, serven- dovi di un cucchiaio, ungete il pesce con l'olio di cottura. Quando sarà ar- rostito da una parte, voltatelo, perchè possa arrostire anche dall'altra, sem- pre bagnandolo con l'olio di cottura. Appena cotto, servitelo, perchè il pe- sce arrosto — come quello lesso, del resto — guadagna ad essere mangiato caldissimo. Ma perchè, se volete sempli- cizzare là cottura, non cuocete i vostri muggini e le vostre orate in gratella? Sopra una fornellata di carbone bene acceso, il pesce, tolto dalla marinata e messo, senza infarinare, sopra una gra- tella calda e lievemente unta, arrosti- sce e cuoce nello stesso tempo, anche se è grosso. Nel qual caso sarà bene intac- carne, in due o tre punti, la pelle con un coltellino, affinchè il calore possa penetrare la polpa fino alla spina, in modo, che non vi restino tracce di sangue. ABBONATA DI CERVONAIA, — Ho riletto la nota ricetta. La dose della farina, per quanto minima, è esatta. Un eventuale errore sarebbe stato registrato, se a pubblicazione avvenuta, nell'errata corrige del volume. Ad ogni modo se mi risultasse un dato contrario, ve lo comunicherò. Credo che non ci sia fretta! non essendo possibile in questo momento avere sottomano gli elementi necessari per quella prepara- zione. PUCCETTINO, Torino. — Riceveste la mia lettera? Mi auguro di poter es- servi utile in altra occasione. FRIDA Allevamenti redditizi R I V I S T A DEGLI A L L E V A T O R I GLI ALLEVATORI siano essi piccoli o grandi, troveranno nella Rivista una sicura guida. Gli abbonati pagando la quota annua hanno diritto a consigli gratuiti per tutto l 'anno. La Rivista più diffusa, più pratica, la più anziana, la migliore Abbonamento annuo L. 2 0 Agii abbonati del Giornale della Domenica L. 18 DALLA TERRA E LOG I DELL'ARTEMISI A Circa duemila anni fà un medico scrisse: « L'Artemisia è un'ottima medicina per le donne cattive che continuamente imbevono il loro corpo con travasi di bile procurandosi, in tal modo, frequenti ma- lattie ». Siccome non solamente le donne, ma anche gli uomini spesso non sanno do- minare il loro sistema nervoso, e l'epo- ca attuale densa di preoccupazioni di ogni genere e di una dinamicità ecce- zionale non sembra fatta apposta per avvolgere questo delicatissimo ed im- portante congegno in uno strato di vel- luto il quale attutisca gli urti ed i suoni che continuamente lo esasperano, sarà bene cantare l'elogio di una pianta, la quale può, con la sua virtù, placare il male divenuto tanto comune. Artemisia: nome vigoroso da cui sembrano esalare tutti i profumi sil- vestri, che aspirati in aperta campa- gna, hanno il potere di dilatare i pol- moni e di illuminar l'orizzonte delle nostre cure quotidiane con improvvise quanto gioconde schiarite. Artemisia : squillo di campanello di argento in una pianura verde in cui gli alberi stormiscono al venticello lieve, ed un ruscello limpido canta una can- zone montanina che con la sua gaiezza dona gioventù e forza ai nonni, che per tutto l'intero inverno rincantucciati in- torno al fuoco, al primo soffio di pri- mavera escono all'aperto per godere anche loro i riflessi primi della vita rinnovata. Quante volte noi passiamo nei pra- ti o nei campi senza fermare nemme- no per un attimo la nostra attenzione sulle umili pianticelle che il Creatore, non senza uno scopo, ha fatto nascere sulla terra! E così, spesso ci accade di calpestare veri tesori i quali non at- tenderebbero altro che di essere rac- colti dalle nostre mani per darci tut- to ciò che nelle loro fibre fluisce per il bene dell'umanità, Io sono certa che quando le gen- tili amiche della « Cucina Italiana » avranno conosciuto i pregi non davvero comuni posseduti da questa pianta dal nome tinnulo e nello stesso tempo dol- ce, vorranno coltivarle nel loro pic- colo giardino o nel vasetto che allieta di un sorriso verde il loro balcone, per essere pronte a chiederle aiuto in tutti i casi in cui si è dimostrata, attraverso lunghe e concrete esperienze, davvero prodigiosa. La principale virtù dell'Artemisia, e la sentenza dell'antico medico ce lo afferma senza veli, è quella di curare i soggetti biliosi liberandoli da quel pal- lore gialloverdognolo che li distingue. La faccia di costoro non è mai se- rena: fronte solcata da rughe, occhi infossati, occhiaie livide, smorfia do- lorosa caratterizzata da due solchi che dalle narici, seguendo gli angoli della bocca, sprofondano nel mento. Il bilioso è sempre magro, quasi spettrale, ed il suo umore è pessimo. Egli vede la vita constantemente di co- lor nero; ü sospetto lo perseguita; gli avvenimenti gli giungono invariabil- mente accompagnati da un lugubre suono di funerale, e le poche gioie che il mondo gli offre' gli sfuggono, anzi egli le allontana con diffidenza e di- sgusto come se alle sue labbra fosse avvicinata una coppa colma di una be- vanda amarissima. Questo povero mortale logora la sua energia e fiacca quella di coloro che gli stanno intorno, i quali giungono al pun- to di sospirare con sollievo solo quando esso è lontano. Quindi; male, isola- mento continuo, spasimo che nessuna distrazione potrà mai guarire. Ma Dio è grande, ed anche per questi suoi poveri figli perseguitati dal cattivo demone ha voluto pensare. Quando ('organismo funziona male; quando i sintomi di una malattia ci minacciano, noi abbiamo il dovere di combatterli e di vincerli prima ancora ch'essi si ab- barbichino alle nostre sorgenti vitali con tale violenza, da far riuscire alle volte impossibile la loro estirpazione. Quindi il bilioso ricorra all'Arte- misia e ne raccolga con molta fede le foglie versando sopra di esse acqua bollente, nè più nè meno di come fareb- be per ¡preparare una comune tazza di tè. Tale infuso si può ottenere, ed in- dubbiamente in questo secondo modo la sua efficacia diverrà maggiore, facen- do bollire le foglie nel vino, ma tanto nel primo quanto nel secondo caso, è necessario tener presente che il decot- to di Artemisia, essendo molto forte, occorre prenderlo con giudiziosa par- simonia. Non sorbirne mai più di un cucchiaio alla volta, ed, in una giorna- ta, 6 o 7 cucchiaini al massimo sa- ranno sufficienti. Anche se il paziente è molto goloso dovrà, seguendo questa cura, fare a meno di indolcire l'infuso, perchè la Artemisia è nemica dello zucchero e non lo tollera assolutamente. I biliosi dovranno prendere un cuc- chiaino di questo tè ogni due ore, e se avranno fede e costanza nella cura, vedranno ben presto cadere dal loro volto quella maschera amarissima che li bolla fatalmente, e dai loro occhi le nere lenti attraverso le quali il mondo appariva loro tanto tenebroso. Ma l'Artemisia cura anche altri mali. Infatti, il suo decotto ottenuto con vino e bevuto ben caldo, calma immedia- tamente gli spasimi delle coliche o de- gli acuti dolori di ventre; quello otte- nuto dalle sue foglie fatte bollir nello aceto serve ottimamente per fare im- pacchi sulla fronte di coloro che sono tormentati dall'insonnia; ed infine se bollito nell'acqua, sarà un ottimo cal- mante per gli occhi deboli od irritati dal lavoro o dalle veglie. Eccovi dunque presentata un'altra pianta che per le sue virtù davvero eccezionali diventerà senza dubbio una vostra cortese amica, la quale, quando ricorrerete ad essa per chiederle sollievo, sempre ve lo offrirà senza mai deludervi. ELISA ARMENI
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