LA CUCINA ITALIANA 1942

Collaborazione degli abbonati LA CICERBITA Un nostro egregio abbonato, il prof. Carlo Brusa di Bre- scia, ci aveva segnalato, la- mentandola, la mancata utiliz- ZaZione a scopo alimentare di una pianta che cresce sponta- nea in ogni terreno di pianura e di collina; la cicerbita, che è saluberrima ed eccellente. Abbiamo chiesto al valoroso nostro corrispondente qualche maggiore notìzia su questa pianta, che è conosciuta in dialetto bneis'ciano con nomi vari: garzèce o sgarzèce, gra- spignòle e sancii, laterè e la- tarole, ecc. E il prof. Brusa, molto cortesemente, ci scrive: Essendo i nomi dialettali assai varii, anche nella stessa provincia, per identifi- care la pianta bisogna usare il latino sistematico: la cicerbita dei toscani è il Sonchus oleraceus di Linneo. Cresce spontanea questa pianta erbacea sui mar- gini, per lo più, dei campi coltivati; ed è frequente dovunque. È più tenera quan- do cresce semi interrata nella terra smos- sa. È verde, di varie gradazioni chiare, con qualche lembo che ha strie rossicce, talora. Leggermente pelosa. Appartiene all'ordine delle Composite, sottordine del- le Cicoriacee. Non ha applicazioni medicamentose. È ottima, cotta, e di gusto graditissimo e dolce. Molto tenera, (tutte queste erbe spontanee sono da mangiare, si sa, in primavera), alcuni la gustano anche come insalata cruda. Credo che sia ottima anche in minestra, col riso: non ne feci, però, esperimento. La maniera di cucinarla più consigliabile è di sottoporla a un breve bollore; così leggermente lessata, si fini- sce di cucinarla in tegame, condendola con un poco di lardo, o di burro, o di olio (o burro e olio); può servire benis- simo come aggiunta ed elemento insa- porante, per lumache o anche anguilla. Si può mangiare anche lessa semplice- mente, e condita con olio, pepe e sale. Concludo raccomandando quest'erba spontanea, come eccellente. P r o f . CARLO BRUSA P. S. — Altre due erbe spontanee, ottime, e per le quali si può ripetere quanto sopra, sono: Silene inflata, Smith. [anche più frequente, talora, della cicer- bita); e Burrios Erucago, Limi. (Cascel- lore, Londra) : Lansen del dialetto bre- sciano. (Questa però viene, talora, sul mercato). Aggiungo una curiosa notizia, che può riuscire interessante, relativamente ai fio- I B SB TALCO BORATO -cospargetevi col Talco Borato Gibbs I Questo prodotto, per le sue spiccate qualità assorbenti e rinfrescanti, é par ticolarmente adatto a prevenire le irri- tazioni cutanee a cui sono cosi spesso soggette le epidermidi delicate. Provatelo per voi e per i vostri bam- bini! Lo adotterete immedietamenta I ti Talco Borato Gibbs è (n vendilo in brevettali ed In bustine. Giornaliera ~ Igiene = Bellezza Buona Salute 1 A. STABILIMENTI ITAL IANI GIBBS - M I L ANO ri, in genere, delle piante della famiglia degli agrumi: ma specialmente del cedro. Le piante della famiglia degli agrumi, ma particolarmente il cedro, presentano spesso fiori sterili, che i giardinieri sanno bene distinguere dai fecondi. Di questi fiori sterili si intende parlare; i fecondi è ovvio debbano essere lasciati alla pianta per la produzione dei pre- ziosi frutti. Agostino Gallo, agronomo bresciano del secolo XVI, nella sua opera "Le venti giornate dell'agricoltura" scrive: "Si ca- vano danari non pochi... dai fiori dei cedri per mangiarli nelle insalate, e per conservarli nell'aceto e per condirli o col miele o col Zucchero". Non saprei ora citare con precisione, ma sono certo di quanto ora affermo: un duca di Mantova scrisse una lettera alla duchessa madre, nella quale ' dice che le rimborsabili in 60 o 120 rate mensili ad impiegati e operai di Pubbliche Amministrazioni e di importanti Amministrazioni Private. Anticipi immediati - Perfezionamento rapidissimo I ST I TUTO PER LE C E S S I ONI DEL Q U I N TO - R O M A Via Bergamo, 43 - Tel. 850.734 - FIRENZE, Via del l 'Ariento, 11 1, E H l f i L I O R I C O N D I Z I O N I P R A T I C A T E I Si I T A L I A PRESI T I T manderà di questi fiori di cedro; e, si capisce dalla lettera, per «so gastrono- mico. Il duca scriveva da Moderno, sul lago di Garda, dove i principi mantovani avevano villeggiatura. C. B. LE MOZZARELLE Cara Frida, in ritardo rispondo alla preghiera da voi rivolta, nella Corrispondenza, alle abbonate dell'Italia meridionale per conto dell'abbonata C: ig33, che desi- derava essere informata ¡sulla prepa- razione della mozzarella. Tuttavia spe- ro di riuscire gradita all'amica abbo- nata ed a voi. Le mozzarelle, originarie della Ca- labria e della Sicilia, si fabbricano con latte di bufala e di pecora (queste ulti- me sono le migliori). Il latte, appena munto, viene coa- gulato con presame (caglio) di capretto o di agnello (oggidì autarchicamente con presame artificiale, preparato nei laboratori chimici). Fatta una grande cagliata, si rompe grossolanamente e si aspetta che i gru-

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=