LA CUCINA ITALIANA 1943
FEDER I CA. — Voi conoscete certa- mente le opere di Stendhal: Rosso e Ne- ro, La Badessa di Castro, Ricordi di Egotismo, Amicizia amorosa, etc. etc. E- ra, indubbiamente, il Beyle (perchè si chiamava Enrico Beyle), un uomo di grande ingegno, e di finissima sensibilità. Pure, una scrittrice francese, l'Angelot, racconta che egli, che al tempo in cui era brillantissimo ufficiale di Napoleo- ne, aveva avuto a Roma grandi successi f ra le signore dell'alta società del mon- do diplomatico, etc., ritornato 1 30 anni dopo nella Città Eterna trovò che « i tempi eran cambiati » : le donne giovani erano «altere e facevano le virtuose»: le loro madri — diceva Stendhal — e- rano « molto più simpatiche e accoglien- t i e cortesi ». La verità era che, in 30 anni, il bril- lante ufficiale era divenuto un canuto signore colla pancia grossa e la bocca devastata dalla piorrea. L'aneddoto mi è tornato a mente mentre leggevo la vostra lettera, così piena di malinconiche considerazioni. Certo, f ra la nostra mentalità, e quella dei nostri figliuoli, c' è un abisso. Ma questo è sempre avvenuto, amica mia: f ra due generazioni immediatamente suc- cedentisi, lo «sfasamento» delle idee, del- le tendenze, dei modi di parlare e di fare, è sempre stato notevolissimo. Colpa dei figli? O non, piuttosto, colpa dei pa- dri e delle madri, che rimangono ag- grappati alle idee alle tendenze e ai mo- di del passato, mentre tutto intorno fre- me fermenta ribolle e si trasforma? Nel 700 i vostri antenati chiamavano i loro genitori « Signor Padre » e « Si- gnora Madre » — ma, credetelo, dentro di loro, i vostri antenati trovavano che il Signor Padre e la Signora Madre era- no molto arretrati, in fatto di idee. Fa- te un esame di coscienza, e ditevi, sin- ceramente, se quando avevate 18 anni non pensavate che il babbo e la mam- ma erano proprio buffi e antiquati, a voler pretendere da voi quello che or- mai nessuna giovine dell'età vostra a- vrebbe tollerato. Lo stesso avviene ora. Per evitare che lo « sfasamento » f ra la generazione che sorge e la nostra che tramonta si faccia troppo sentire, oc- corre, certo, richiamare di tanto in tan- to i figli a un maggior senso di compo- stezza, e di misura. Ma occorre anche che noi, madri e padri, ci sforziamo di porci un po' più in tono, in fase, con loro. Non vi dico che dobbiamo metterci a fare le giovinette: sarebbe renderci ridicole. Solo, dobbiamo, con tatto, con finezza, con comprensione, ve- der di accorciare fin dove è possibile la distanza che separa le due genera- zioni: qualche volta la rinuncia, che ci costerà sacrificio, a qualcuna delle no- stre consuetudini di vita o a qualcuna delle nostre idee ci avvicinerà di più, sentimentalmente e spiritualmente, alle nostre figliuole e ai nostri figliuoli: e se essi ci sentiranno « amiche » saranno più portati a confidarsi in noi, e potre- mo più facilmente aiutarli e guidarli con la nostra esperienza. Perchè, poi, vedete, molto, di quello che vi spaventa o vi turba, è questione di forma. In tutto il mondo i giovani parlano un linguaggio diverso, agiscono in modo diverso dai genitori. Da noi, in Italia, grazie a Dio, questo è molto meno sensibile che fuori di qui. I nostri figli sono di buona razza. E vedete che, oggi, essi accorrono a contrastare il passo al nemico con lo stesso entusia- smo, con lo stesso anelito di sacrificio, con cui i nostri padri correvano a com- battere con Garibaldi, e i nostri mariti e i nostri fratelli davano il loro sangue nell'altra grande guerra. Le generazioni si seguono e sembra che non si rassomiglino, perchè parla- no, pensano, agiscono differentemente : ma questa avviene nelle cose esteriori, nelle cose di minore importanza. Quan- do si tratta degli affetti fondamentali — Patria, famiglia — non dubitate: la buona razza ritrova tutte le sue migliori qualità. F I R ENZE BELLA. — Provate con la glicerina. Un poco di glicerina, a cui aggiungerete dell'albume di uovo, o qualche grammo di destrina fusa, vi ser- virà benissimo a rendere a quel lavoro in cuoio la sua morbidezza originale. Non vi consiglio la glicerina sola, per- chè trasuderebbe. Grazie per i 5 abbo- namenti. Spedito il romanzo: Un incon- tro nella notte, di Alfonso di Vadi. T RE TORR I . — Voi potete affret- tare la germinazione dei vostri semi te- nendoli in infusione per 3 0 4 giorni in una soluzione al 2 per mille di acido ossalico. Ricordo di aver letto in una •vecchia raccolta del Consigliere delle fa- miglie (ma, intendiamoci, la raccolta era stata fatta da altri, molti anni prima, perchè nel 1897 io non mi occupavo di economia domestica o di orticultura f a- miliare per la semplicissima ragione che non ero nata ancora) che tenendo dei vec- chi semi di lattuga in una soluzione de- bolissima di acido cloridrico, i semi riac- quistavano le loro virtù germinative, non solo: ma una pianticella di lattuga ap- pena nata da uno di quei semi, annaf- fiata ogni giorno con la stessa solu- zione, cresceva così rigogliosa che in 8 giorni raggiungeva lo sviluppo che a- vrebbe avuto una pianta normale in varie settimane. Può darsi che questo « forzamento » della natura tolga, o mo- difichi, nelle piante, le loro caratteri- stiche di sapidità e di nutritività? Può darsi. Certo, le piante che ela- borano, lentamente, nel grande mistero della vita vegetativa, i principi attivi dei sali contenuti nella terra, e delle radiazioni solari, debbono dare prodotti ben diversi, in fatto di sapore e di va- lore nutritivo, delle piante costrette a produrre nelle serre, o attraverso irro- razioni di acidi. Ma, se non volete annaffiare le vostre lattughe con l'acqua recante in soluzio- ne aci'do cloridrico, potete sperimentare l'azione della soluzione sui semi. Aver, oggi, nell'orto familiare, delle piante che spuntino molto rapidamente può essere un grande vantaggio. Fatele nascere presto, le vostre piantine, e poi affida- tele pure all'azione del sole e del suolo. Cordialità. AB BONATA NUOVA (Viterbo). — Se non trovate, in qualche negozio (ma non è possibile!) una delle tante polveri per ripulire e lucidare le posate e le pentole di metallo, troverete certo in una farmacia o in una spezieria 50 gr. di magnesia calcinata, 50 gr. di carbo- nato di calce, 8 grammi di ossido rosso di ferro. Mescolate queste tre polveri insieme, e strofinate con esse tutta la roba che volete far ritornare splen- dente. TR I E S T I NA. — Certo, quei deodo- ranti che si vendono, in blocchetti, in pasticche, attaccati a cartoncini che sembrano calendari primitivi, e che tro- 102
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