LA CUCINA ITALIANA 1943

viamo talvolta nelle ritirate degli al- berghi e delle case signorili, potrebbero, a rigore, esser messi anche in una cu- cina. Ma il formolo, o che cosa diavolo sia, che dà a quegli aggeggi l'odore ca- ratteristico, un po' farmaceutico e un po' da spezieria, mi sembra fuor di po- sto, in una cucina nostrana, dove tutto quel che potrà capitare, a questi lumi di luna, sarà di sentire un onesto odore di fagiuoli, o di soffritto, o di pomo- dori: roba che, se mai, farà venire l'ac- quolina in bocca ai visitatori, e farà dir loro: — Che odorino buono! Fa venire un tale appetito.... Ad ogni modo, se gli odori della cu- cina vi danno noja... in salotto, e se proprio volete eliminarli, ricordatevi del carbone. Il carbone di legno è un assorbente ottimo degli odori di origine gassosa. Da questo semplice principio potete tirare mille applicazioni: se certi alimenti cuo- cendo dànno cattivo odore (i cavoli, per esempio) mettete nella vostra acqua di cottura due o tre pezzi di carbone, che prima laverete. Colla polvere di carbone potete formare una pasta per togliere i cattivi odori nella latrina, i vasi della toletta, ecc. Se adoprerete, come vi ho consigliato, dei pezzi di carbone quan- do cuocete degli alimenti un po' trop- po... aggressivi nella espansività dei lo- ro aromi, non vi dimenticate poi di la- sciarli asciugare. Li metterete nel fornel- lo, la prima volta che avrete bisogno di cuocer qualcosa a carbone. MANO B AC I A TA — Avete fatto benissimo a finger di non accorgervi della sua adorazione. Ma, penso, anche lui, se è come credete un gentiluomo, ha fatto bene a non arrischiare la confes- sione di un sentimento che avrebbe po- tuto offendervi. Credo che ad una don- na fine, intelligente e delicata come voi non mancherà modo di fargli compren- dere, anche soltanto con una cartolina illustrata, se veramente la sua tenerezza ha suscitato qualche simpatia nel vostro cuore. Quanto all 'uva spina, se ne può fare benissimo una specie di vino, che na- turalmente non avrà nulla di comune con un bicchiere di vecchio Chianti, o di generoso Lambrusco (cito a caso per- chè per me il vino è tutto uguale), ma che _ insomma è abbastanza buono. _ Bisogna cogliere l 'uva spina quando è giunta alla maturazione completa. Si po- ne in un recipiente, e si comprime così da romperla e ridurla tutta a poltiglia. Si aggiunge ora dell'acqua - 2 Kgr. di acqua per uno di succo di uva spina - e 200 gr. di zucchero per ogni Kgr. di succo. E si mescola il tutto. A questo pùnto si travasa ogni cosa in un bari- letto di legno, e si lascia fermentare. AB BONATA LUCANA. — Il lievito di birra si chiama così ma non si estrae dalla birra. Sicché lo potete trovare anche ora che la fabbricazione della bir- ra è vietata. E ad ogni modo se volete potete fabbricarvelo da voi. Prendete dell''orzo tallito (che abbia, cioè, germo- gliato in un ambiente umido) e riduce- telo in farina. Pesate 50 grammi di que- IL BILANCIO DELL'ISTITUTO NAZ. DELLE ASSICURAZIONI PER IL 1942 I l b i l an c io 1942 de l l ' I s t i tuto Naz i ona le de l le As s i curaz i oni cont i ene dati e c i f re del ma g g i o re interesse. I nuo vi cont rat ti d ' as s i curaz i one rac c o l ti e pe r f e z i ona ti dal- l ' I s t i tuto durante il 1942 s omma no ad un cap i ta le assi curato di c omp l e s s i ve L . 5 . 892 . 249 . 667. II p o r t a f o g l io de l l ' I s t i tuto al 31 d i c emb re 1942 as cende a lire ventinove miliardi e 940 milioni in c i f ra t onda e c i oè esso è di c i r ca cinque miliardi supe r i o re al p o r t a f o g l io qua le r i sul- tava al 31 d i c emb re 1941. Le attività pa t r imon i a li d e l l ' En te al 31 d i c emb re 1942 r i sul- tano di L . 10 . 589 . 498 . 222 supe r i o ri di c i rca due miliardi al le at- t ivi tà r i sul tanti al 31 d i c emb re 1941. Gl i ut i li netti de l l ' e s e r c i z io 1942 a s c endono a L. 83.641.241,75 supe r ando di L . 2 . 241 . 943 , 88 que l l i del 1941. De d o t te le assegnaz i oni al le r i serve, s ono res iduate l i re 69 . 024 . 647 , 30, da di v idersi in par ti eguali tra l o Stato e gl i as- s i curat i. Spe t tano qu i ndi a questi u l t imi L. 34 . 512 . 323 , 65. Da l 1930 ( p r i mo anno di assegnaz i one deg l i ut i l i ) s ono stati attr ibui ti a tal t i to lo agli assicurati o l t re 324 M I L I ONI D I L I RE e p i ù di 256 mi l i o ni e me z zo s ono stati versati al lo Stato. Si r i - leva al r i gua r do che tale ve r samento e f f et tuato annua lmente e d i r e t t amente al Te s o ro de l lo Stato, ha avuto i n i z io da l l ' ese r c i- z i o 1934. ( 19) sta farina, aggiungetevi 2 grammi di cre- mor di tartaro, e 15 di miele: sciogliete tutto in 150 gr. di acqua e lasciate stare per qualche ora (3 o 4) in un re- cipiente. Dopo queste 3 o 4 ore rico- prite il recipiente e... non fate nulla fino a che il lievito non si sia formato da sè. Un altro lievito che potete prepa- rarvi in casa, e di cui bastano 15 gr. per un chilogrammo di farina (beata Voi che potete f arvi il pane casalingo!) è il seguente: Gr. 20 di amido; 9 di bicarbonato di soda; 70 di cremor di tartaro; 1 di acido tartarico. Mescolare a secco. Oppure, un lievito ancora più facile a preparare in casa: 63 gr. di zucchero, 20 di bicarbonato, 14 di cremor di tar- taro. O anche. 4 gr. di fecola, 3 di bi- carbonato, s ì di cremor di tartaro, 1 di acido tartarico, 1 di carbonato am- monico. Ma se volete proprio un mio consi- glio, prendete un po' di orzo, e maci- natelo: e sciogliete codesta farina in ac- qua tiepida, fino a farne una pappetta 103

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