LA CUCINA ITALIANA 1943
A OGNUNO IL SUO mente le ali all'interno per mitigare l'effetto della calura. Quando, rientrando in casa, l'ape sale sul favo ed introduce le zampine poste- riori coi cestelli avvolti da pallottoline fragili, opache, essa depone il polline raccolto: roseo se raccolto da reseda, por- porino se di pioppetto, aranciato se di croco o di ciliegio, giallo zolfo se di salvia, verdino se di mela, bianchissimo se di lino. Con le zampine anteriori stacca le pal- lottoline e le deposita nelle celle pros- sime a quelle covate. Con la testa preme, distende il polline nel fondo delle cellet- te: riempitele vi sovrappone un pochino di miele e la sigilla con una scaglietta di cera che trasuda dagli anelli addo- minali. (E' superfluo dire che il polline serve per la « chitina », indispensabile al- lo sviluppo dei tessuti). Al tempo della covata si vedrebbe una corona d'api operaie fare con timido ri- spetto largo alla Regina che depone uova nel favo. Con le antenne la carezzano piano pianino mentre depone le uova e ad un cenno, stendono la linguetta per porgerle la pappa reale. Nel regno del minuscolo ci può essere uno spettacolo più grazioso? II miele come medicamento Il miele contiene il 42 per cento di zucchero d'uva e il 38 per cento di zuc- chero di frutta. Non occorrendo il lavo- rio d'inversione — che compie lo sto- maco con lo zucchero artificiale — ri- sparmia energia e passa direttamente nel circolo sanguigno. Essendo l'essenza condensata dei fio- ri, il miele partecipa delle loro proprietà medicinali : in piccolo volume riassume tutte le loro proprietà zuccherine, aro- matiche, vitaminose, solari. Galeno già prescriveva il miele insie- me al succo di mallo di noce nell'infiam- mazione della gola. 11 decotto di salvia al miele guarisce le afte in bocca, e, facendolo gargarizza- re, cura la raucedine. Osiander (prof, di medicina a Gottin- ga) prescrive decotto d'orzo al miele per le tossi. Il D. Steiner (dello stabilimento bal- neare di Mariembad) dice che il miele risolve le secrezioni vischiose; agisce qua- le fortificante su le fibre prive d'elasti- cità rianimandole. Quindi serve anche contro l'insonnia. Nei disturbi degli organi respiratori, anche se c'è asma (non causata da tu- mori della trachea) il miele riesce effi- cace per virtù degli oli aromatici che contiene. Il miele d'acac-ia — pure se diluito al 20 per cento — -conserva il suo potere antibatterico su i bacilli coli, sul bacillo della dissenteria, del tifo, su quello pio- gene. Ecco un facile mezzo di, difesa. L ' IGIENISTA ATHOS GASTONE BANTI, Direttore ANNY DINI, Condirettrice e gerente Stab. Tip. E. Armani di M. Courrier Da un pezzo va ingrossando il nu- goletto d'orecchianti che — per avere pi- luccato qualche libraccio o saccheggiato qualche enciclopedia — si ritiene autoriz- zato a sfornare articoli su articoli che vorrebbero parere odorosi e croccanti fi- loncini del sapere. Ma per spacciare un autentico pane dello spirito ci vuol altro. Cotesta faciloneria porta a confusioni per cui quando arriva il consiglio disin- teressato si trova gente già provvista da imparaticci frettolosi — con risulta- ti peggiori dell' ignoranza che, almeno, non presenta le deviazioni dei malinte- si e delle presunzioni. C'è semplicismo che deriva da insuf- ficienza d'apertura mentale e semplici- smo che deriva da deficienza di nozio- ni. L'uno e l'altro sono pericolosi. E' pericoloso da parte di chimici qua- le Barthelot, diffondere che l'uomo si .possa nutrire mediante pillole. E' semplicismo pericoloso divulgare che si possa guarire la pazzia mediante confetti di mandorle dolci. E' leggerezza divulgare: mangiate que- sto, mangiate quello e sarete belle. Un bravo ingegnere si pone a leg- gere volumoni di medicina e vuole trar- ne deduzioni e applicazioni con la stes- sa sicurezza che attinge da trattati di calcolo infinitesimale. La conseguenza del suo «rrore di rapporti lo sconcerta. Un altro legge che il tale medico può guarire la gotta applicando la cura dei limoni: da uno a otto limoni al gior- no. ' Senza pensarci due volte adotta lo stesso metodo per sè. Risultato: i denti scrostati dello smalto e lo stomaco alterato dall'eccesso di acidi malici o citrici; mentre avrebbe potuto conseguire lo stesso scopo di gua- rire la gotta con minimo spreco di li- moni e con varie pietanze quali cipolle al forno, rape, (radici e foglie), cicoria, patate, insalate varie condite con limoni, macedonia di frutta con prevalenza di arance e mandarini. Ci sono organismi nei quali le dosi alte conviene somministrarle diluite. E anche il grado di diluizione deve esse- re regolato da persona a persona. Perchè? Non è possibile concentrare in un tocca-sana le sostanze adatte al caso di ciascuno e di tutti. Ogni costituzione è paragonabile a un terreno di composizione diversa da quelle di un altro terreno. Quello che può giovare al terreno A. potrebbe an- che giovare al terreno B. solo a con- dizione che i componenti del terreno B. fossero del tutto identici ai compo-' nenti del terreno A. Il che potrebbe ac- cadere, ma è rarissimo che accada. Or- dinariamente la natura opera differen- ziando le sue creature. Ne segue che un dictologo può cu- rare la pazzia (mettiamo) di Amleto, quando avrà studiato la costituzione di Amleto; un dictologo potrà indicare a Greta Garbo quali cibi le convengono per conservare la freschezza giovanile. Ma se cotesti dictologi si mettessero a predicare che tutti gli alienati sono cu- rabili con certi" confetti, o che tutte le dive possono restare giovani \ belle con date vivande, cadrebbero nell'ingan- no e nel criminoso di basso conio. Ecco spiegato come il tale avendo letto che X ha tratto vantaggi da una ricetta, avendola adottata senza otte- nere lo stesso risultato, finisce col di- venire incredulo a qualsiasi rimedio e inetto a disporre d'attenzione in misura adeguata. Nel semplicismo c'è qualcosa di serio quando il semplice è il risultato d'una costante serie di ricerche eseguite da una mente ampia, vigorosamente proba, che non trascura nanche il minimo par- ticolare per concentrare in una sintesi la chiave di un dato processo. Ma que- sto processo sarà applicabile sempre a quella costituzione che è servita da termini di rapporti e di riferimenti al- l'osservatore; non potrà riuscire utile a tutte le costituzioni, per la ragione che una costituzione differisce da un'altra. Per motivi analoghi una madre tal- volta si trova di fronte a uno scoglio insormontabile quando pretende f ar gra- dire a una figlia la vivanda che a lei pare eccellente e piacevole, mentre alla figliola riesce sgradevole se non nociva. Per questo bisogna andare cauti nel far violenza al gusto altrui. Si possono trovare dei ragazzi delicati che vomitano quello che sono stati co- stretti a trangugiare sotto minaccia di castigo dai genitori. C'è da prospettarsi che pure il vo- mito possa essere stato provocato non tanto dai componenti della vivanda in- gerita quanto dalla più o meno latente alterazione gastrica e umorale dovuta alla intimidazione d'un castigo immi- nente, assai più irritante se perpetrata in presenza di estranei. Comunque, se ne deduca che a tavo- la non si deve mai fare la voce grossa con minaccia di pene ai ragazzi. Anche se commettono mancanze non lievi, è savio aspettare che giungano al termine del desinare, anzi della digestione. E' evidente che tutti i ricettari non possono sostituire l'intervento del cli- nico che deve scendere a regola d'arte nell' oceano —• piccolo quanto si vuole, — ma oceano, abisso, incognito quale un nuovo mondo da esplorare in ogni an- golo e angolino. Trattati di sierologici, trattati d'en- docrinologici, trattati di omeopatia, trat- tati di alimentazione cessano d'essere corpus di dottrine quando chi l'appli- ca dimentica i termini di rapporti, di confronti e di gamma delle variazionci- ne date dalle differenze delle costi- tuzioni. IL MEDICO 1 1 2
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