LA CUCINA ITALIANA 1943

ile questa o quella pietanza, si dovrebbe accordare indulgenza plenaria! Tuttavia voglio darti un consiglio. Quando devi arrostire il pesce in gra- tella, prima di metterlo in infusione nel- l'olio col ramerino, asciugalo b e n e c o n un panno, di fuori e di dentro, in modo che nemmeno una goccia di acqua ven- ga a mischiarsi coll'infusione. L'olio, mantenendo la sua naturale densità, potrà costituire una difesa per la pelle del pesce che più difficilmente si attaccherà ai ferri della gratella. E ricordati che questa, prima di metterci sopra il pesce, deve essere scaldata bene e unta con un po' d'olio. Un altro avvertimento. Non lavare mai le patate se vuoi farle rosolare in padella. Dopo averle sbucciate, stru- sciale con un panno per toglier loro ogni residuo di terriccio. Se le patate non sono di qualità buona, l'acqua fa- cilita il loro sfarinamento, con quel ri- sultato che tu conosci. Il tuo campioncino non mi è perve- nuto. Npn posso quindi esprimerti nes- sun giudizio in proposito. Testina Ji vitello salmisiraia Dopo aver abbruciacchiato alla fiam- ma o al gas una mezza testa di vitello, raschiatela, lavatela ed asciugatela bene con un panno. Mettetela poi sul faglie- l e e , servendovi di un coltellino bene affilato, liberatela dagli ossi. Stropiccia- tela quindi bene bene con un pugno di sale col quale avrete mischiato un cuc- chiaino di salnitro e avvolgetela su se stessa, formandone un rotolino che met- terete in un recipiente di terraglia, sul cui fondo avrete disposto in anteceden- za uno strato di sale. Salate copiosa- mente il rotolino cospargetelo di pepe (rosso o nero) ed una foglia di alloro tritata; e su di esso mettete un pezzo di tavoletta con sopra un peso sufficiente a comprimerlo. Tre o quattro giorni dopc, voltate il rotolino, mettetevi so- pra di nuovo la tavoletta col peso e così lasciatelo per altri tre o quattro giorni. Trascorsi i quali, legate il roto- lino con qualche passata di spago, la- vatelo e poi mettetelo al fuoco con ac- qua fredda, aggiungendo un pezzetto di cipolla ed altri aromi di cucina. Fate cuocere fino a che, punzecchiando la carne con una forchetta, non la senti- rete abbastanza morbida. Allora toglie- tela dalla pentola e lasciatela freddare. Al momento di mandare in tavola la testina, tagliatela a fette sottili e ser- vitela condita con olio e aceto o con un contorno di vostro gradimento. FRSDA CUCINA NOSTRA Guardate i vosjri Reni cont ro i J J n » Disordini Urin0 ni OR 10 ' Ovunque L . 7. fa òcafo/a Moltissime signore e signotine hanno disfatto i loro « capi » di lana, lavorati a maglia e sciupati, rotti dall'uso e dal- le frequenti lavature. Hanno rifatto le matasse, le hanno lavate per bene, rag'- gomitolato il filo e stanno lì perplesse perchè non sanno in che modo utiliz- zare il filato che ne hanno ricavato e che pare nuovo. Ce n'è un pò meno di prima naturalmente, poiché tutta la parte sciupata e rotta si è dovuta eli- minare e quindi non si sa esattamente come adoperare quello che rimane. Vediamo dunque se possiamo con due o tre tinte combinare un bel vestito, magari scozzese, lavorando parecchie lane di tinte diverse in maniera da far- ne risultare un bel tipo di quadretti, che facciano sembrare il nostro lavoro a punto riso, un tessuto stampato! E se troppi colori non ci piacciono, per- chè non siamo abbastanza magre, o perchè i nostri vent'atini da un pezzo sono diventati un ricordo, allora cer- chiamo di fare una giacca e una gonna di due colori simili ma diversi: per e- S c m p i o un verde chiaro per la gonna e un verdone scuro per la giacca. Oppu- re gonnella azzurro abbastanza chiaro e giacchetta blu; oppure gonna marro- ne o nocciola e giacca della stessa to- nalità ma più chiara o più scura... C'è da sbizzarrirsi avendo un poco di buo- na volontà. Ma io, mi dice un'amichetta giovane giovane, ho disfatto una giacca rovina- ta ai gomiti e una gonnella tutta sdru- cita... dove ci si siede: erano dello stes- so colore e sono riuscita a farne un abito da principessa che è risultato un amore: però mi rimane ancora un pò di lana: cosa debbo farne? Il consiglio è semplice: fanne una borsetta. Oggidì sono anch'esse soggette ai punti e' sono piuttosto care: se tu la lavoi erai da te, avrai per l'inverno una borsetta pratica, utilissima, non comu- ne, che potrai sfoggiare perchè elegan- te, e della quale potrai, con intima sod- disfazione, dire che non ti costa nem- meno un centesimo. Lavora cento punti su un ferro ab- bastanza grosso, sempre a punto diritto fino ad ottenerne un bel rettangolo; quando l'avrai ottenuto continua a la- vorare allo stesso modo tanto da riu- scire ad averne il doppio. Fai due cir- coli lavorati con l'uncinetto, a punto basso. Unisci la parte lavorata ai ferri cucendola ai due circoli. Cuci ai due lati del grande rettangolo che ormai a- vrà preso la forma di una borsetta, una chiusura lampo. Fai coi ferri due strisce di sei punti l'una della lunghez- za clic più ti garberà; cucile ai due lati della borsetta così che ti servano da maniglia. Finisci le due strìsce con un punto basso all'uncinetto. Se questj modello no.i ti piace molto- (sebbene sia praticissimo) eccotene un altro. Fai un rettangolo grande come ti ho detto prima, ma continualo da un iato diminuendo i punti in modo da ottenere una specie di risvolto come hanno le buste delle carte da lettera. A parte fai due triangoli da inserire ai due lati; quando avrai piegato il ret- tangolo in maniera da ottenerne una borsa a forma di busta, inserisci due rettangoli da ogni lato. Ribatti la par- te diminuita, in modo che serva di chiusura. Mettici un fermaglio fantasia o un bottone che compia meglio la chiusura: ed eccoti pronta con poca fa- tica un altro tipo di borsa invernale, senza spesa e senza punti. Tanto l'una quanto i'altra di queste borsette non sono difficili da fare e sono assai svelte. E' un genere di la- voro adatto anche alle bambine. Se poi avete dei bambini piccoli in casa, e avete degli avanzi di lana, vi insegno a fare delle braghettine che son svelte da confezionare e stanno assai bene. Mettete sul ferro 50 punti, lavorate a punto diritto per 50 righe. Otterrete un quadrato. Lasciate giù 25 punti, e continuate il lavoro per 25 righe. Ri- prendete 25 punti e ritornate ad averne 50 ma il prolungamento deve avvenire dal iato opposto a quello del primo quadrato. Lavorate ancora i 50 punti per 50 righe. Adesso avete tre trian- goli tutti uniti. Unite cucendo con un punto fitto l'angolo A con l'angolo A e cucite (qui ci vorrebbe un disegno!).. Unite B con B e cucite anche questo allo stesso modo. Avrete le braghette quasi finite. Riprendete sul ferro i punti di mezza braghetta e lavorate ad elastico (due diritti e due rovesci). Se volete potete fare degli occhielli e cucire dei bottoni: lavorate due strisce di sei punti l'una in modo da ottenere due bretelline. Ma non è indispensabile e le mutandine stanno aderenti anche senza bretelle. RINA SIMONETTA i ^ l ^ o d e l piovano > y v y PURGATIVE-ANTI: r EMORRQIDAU-DIGEJTIVE Jcatota di50piote £ 4 S i aeffeprincipatifamacie JJB o con vagita di £ 5 aia FAftMA<IA PONCI S F O S C A - V E N E Z IA

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