LA CUCINA ITALIANA 1943
Stanca per il peso che porta in sè, dalle fattezze un poco alterate, la don- na che attende la sua creaturina è l'im- magine della sofferenza e della gioia in- sieme. Il mistero della creatura che ella nutre di se stessa, l 'avvicinarsi del gior no liberatore, le doglie che l'attendono, il vivere in anticipo l'attimo divino in cui le verrà messo fra le braccia il figlio, tutto l 'affascina, la esalta, la sgomenta. Poche madri — e non solo le incolte — si preparano all'evento con la cono- scenza delle leggi biologiche che presie- dono alla maternità, della nutrizione che più si conviene, delle responsabilità fisi- che e spirituali che assumono di fronte alla loro creatura. Nascono così, e ac- compagnano il periodo della gestazione, infiniti errori, pregiudizi; superstizioni, anche, ripeto, non nelle sole madri in- colte : che le comari, le vecchie parenti, le fattucchiere, le consigliere credute e- sperte non mancano mai in campagna come in città, anche se vestono panni diversi e se danno alla loro dannosa pre- stazione parole rustiche o urbanissime. E la giovane madre, impressionata, non oppone la sua scossa volontà contro le famose « voglie », crede sgomenta alla pericolosa superstizione che la vista di una persona brutta o deforme possa in- fluire sul regolare sviluppo del nascituro, limita il moto e il cibo, si astringe a una vita artificiosa e non consona alla sua natura e al suo stato... Oppure, osten- ta, credendosi con ciò <t modernissima », un disprezzo per tutte le precauzioni che essa battezza fisime: continua a fumare, a fare del moto inconsulto, a nutrirsi ca- pricciosamente, a bere liquori. , Non sarà mai abbastanza lodata una recente disposizione che istituisce nelle scuole secondarie femminili corsi di puericoltura. Ma accanto a questi, giac- che ogni fanciulla sa che il compito de! la donna è la maternità, giacche nessuna più crede alla cicogna che porta i bam- bini, o al piccino nascosto tra le foglie d'un cavolo, un corso di nozioni elemen- tari sul delicato periodo della gestazione integrerebbe provvidamente le lezioni di puericoltura. Si incoraggia oggi più che mai l'accre- scimento delle nascite; e si è riusciti a diminuire il numero ancora enorme della mortalità infantile. Ma questa falcia parti- colarmente i neonati : segno sensibile che la vita prenatale non fu quale doveva essere, che spesso l'ignoranza, l'incuria, la superstizione, il vizio, insidiarono la esistenza della madre e della sua crea- tura. Naturalmente, non è da costringere ogni madre a un corso di ostetricia, o alla lettura di libri di medicina, i qua- li, se fossero pur comprensibili ad una profana, la spaventerebbero più che confortarla. Ma un testo semplice, non irto di nomi tecnici contenente consigh e istruzioni del caso, norme pratiche sul- l'igiene della gestante, sulla sua àlimen- tazione, sui preparativi, per il parto; so pra tutto un testo che ispirasse speran- za, forse, fiducia, dovrebbe essere fra le mani di tutte le future madri. Ed ecco che, alla ricerca d'un libro da offrire a una mamma giovanissima e *£'attesa inesperta, ho avuto io stesso l 'offerta del libro che cercavo. È intitolato « L'atte- sa », e contiene esattamente quelle no- zioni che volevo appunto far conoscere alla mia cara. Nessuna ostentazione di scienza, nessun parolone, nessuna pon- tificante pedagogia. L'autrice informa essa stessa di aver letto molti libri mo- derni sull'igiene della maternità, d'avere appreso molte nozioni da numerosi trat- tati, riviste e pubblicazioni varie trat- tanti dell'igiene prenatale, e di tali at- tente letture aver fatto una specie di sintesi, « che ho inteso — scrive -— sopra tutto animare d'un caldo soffio d'amore ». Ne poteva dir meglio. Non conosco Palmira Massa, e non so se sia madre essa stessa, o solo studiosa dei problemi della maternità; certo è che il suo libro adempie nel miglior modo al nobilissimo dovere di istruire e di educare le future madri. Essa prende per mano — per così dire — la giovane mammina, e la Collaborazione CROSTATA DI PATATE Una nostra gentile abbonata ci scrive: Cara Cucina Italiana, l 'altro giorno, mentre attendevo il mio turno in un negozio, ascoltavo intorno a me certi discorsetti cucinari di alcune massaie e... raccogli un'idea qua, un con- sigliai là, sono tornava a casa e mi so- no subito messa ai fornel l i. Eccoti una specie di crostata di patate che mio marito ha giudicato ottima: Si lessano alcune patate, sì sbucciano e si passano al setaccio o nello schiaccia- patate. Si aggiungono due cucchiai di farina (qualsiasi) un cucchiaio di zuc- chero, un po' di latte, un po' di buc- cia di limone grattuggiata, una noce di burro e, potendo, un rosso d'uovo. Si mescola bene in modo che la pasta ri- sulti di giusta consistenza e si versa in una teglia unta di burro, stendendovi so- pra uno strato di marmellata. Volendo dare l'illusione dell'autentica crostata, accompagna ad ogni passo, ogni gior- no, lungo il periodo dell'attesa fino ai momento divinamente liberatore. Par quasi vederla chinarsi affettuosa e pre- murosa sulla sua protetta, curarsi del suo riposo e della sua attività, del suo ve- stire e della sua alimentazione, e dei suoi timori, delle sue speranze, della sua gioia. Anche la presentazione tipografica del libro è invitante : non solo ne è chiaris- sima la stampa, sì da non affaticare chi legge, ma vi sono interpolate bellissime riproduzioni di quadri classici, aventi a soggetto la Maternità : che, se t suoer- stizione pericolosa il credere cne Ih vi- sione di una deformità possa influire sul regolare sviluppo del nascituro, è cre- denza non del tutto inutile che il con- templare quadri, statue e fotografie ri- traenti l'effigie di creature perfette, il frequentare concerti musicali, il leggere bei libri possa influire dal lato psichico sulle future disposizioni intellettuali del- l'essere che si nutre nel proprio .seno. Ultimo non trascurabile vantaggio del libro ( i ): basta farne semplice richiesta all'autrice! ZAL Ì ( I ) L'attesa d i P A LM I RA MA S SA - E d , Buitoni, Sansepolcro (Arezzo). delle abbonate con un po' di pasta avanzata si f o rma- no tante strisce che si accomodano so- pra la marmellata a guisa di reticolato. Dopo mezz'ora di forno il dolce è pronto e.... assaggiatelo, care amiche della Cucina Italiana. Ester Rapisarda Il nostro abbonato Domenico Sorren- tino ha dedicato alla Cassetta di cottu- ra questi versi che intitola: L' IDEALE Benefattrice, il tuo fervente core la diuturna cena ci ammannisce con quell'appetitoso e grato odore che, del vìcin, la cuoca ingelosisce. Laura e Beatrice insiem tu sei, sai meglio d'elle f ar l'uomo beato: del sesso hai le virtù, ma senza i nei che rendono il compagno disperato. Che se di te si credono più belie, tu non ti trucchi o parli o insolentisci,, somigli solo alle tue consorelle quando di lana o stoppa ti imbottisci.... Con pochi mezzi ci apparecchi il pranzo del gas lasci fermo il contatore e rendi commestibile ogni avanzo finche ti resta in seno del calore. Lapìdei legumi rendi in crema, rendi vitello il manzo di vent 'anni: delle virtù possiedi anche l'estrema: non chiedi paga al mese o a fine d'anrio. Vorrei con questi versi la tua f ama f ar la durare quanto il mondo dura (esempio per l 'ancella e per la dama) o cara mia « Cassetta di cottura ». Domenico Sorrentino <- c o n l e •'•> Pi l lol e; FOSTE f V 7 Ta Q s^ola P C F i R 6 Ì 1 1
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