LA CUCINA ITALIANA 1943

Facciamo dei regalini per Pasqua ! È faci le a dirsi, ma più difficile da attuarsi!" Come si f a, nel momento in cui i punti occorrono per noi, e anzi scarseggiano, come si f a quando i prezzi sono quello che sono, a pensare a f ar dei regalini? Ma nel cuore di ogni mamma, di ogni papà, di tante persone, vi è sem- pre il desiderio di solennizzare le ri- correnze con un ricordo, con un re- •g.iio. Il regalo è quello che cementa l ' a f - fetto, che rinsalda le amicizie, che ren- de p ; ù bello l'amore. Come si f a a pri- varsi della gioia del donare? E ' una di quelle soddisfazioni uguagliate solo dal- la gioia del ricevere. Mentre al ricevere un regalo si è f . liei e si dà la propria felicità al do- natore dimostrandogli gratitudine e a f - fettuosità espansiva, a donare si ha l'in- tima gioia di aver dato e di aver dimo- strato cosi i propri sentimenti di a f - fetto. Doniamo dunque... ma che cosa? Costruendo! Sapendo fabbricare da noi stessi, in casa, coi mezzi che abovmo a disposizione, qualcosa che possa es- sere gradito, che possa piacere. Nessu- na di voi ricorderà (perchè troppo gio- vane) certi tappeti in voga all 'epoca di Re Umberto. Certi tappeti formati da vari pezzetti di s to f fa uniti uno al- l 'altro da un punto a croce o a smerlo o da impunture regolari e perfette. La di f f icol tà di fare questi lavori sta sol- tanto nel fat to di possedere o no il filo occorrente a riunire i vari lembi di s tof f a. Perchè, chi è quella massaia che non ha in casa propria un cassetto, un baule, una val igia, dove tiene serbati avanzi di s tof fe di ogni genere? Se il filo non manca allora occorre sceglie- re i pezzi di vari colori in modo che stiano bene, che armonizzino nell ' in- seme, e formarne dei disegni, seguendo una traccia fat ta prima su un pezzo di carta. Si taglia la s tof fa a quadratini, a tringolini, a tondetti, e si uniscono i pez- zi in maniera da ottenerne dei tappe- tini, dei centrini, che sono qualche vol- ta con la scelta perfetta dei disegni e dei colori, veramente graziosi. Chi di voi ricorda il portafogl io del bisnonno ricamato con lana su stof fa? Ora gli uomini non lo porterebbero più. Ma si può fare invece, con lo stesso si- stema, una borsetta per signora. E altre borsette eleganti, per signora, si possono f are con un vecchio cappello di feltro di- susato, con un vecchio abito di velluto. Basta avere un po' di abilità e di buon gusto. Ai bambini si preparano panto- fol ine, pupazzetti, bestiòle, fatte con vecchi pezzi di s tof f a. Ài più grand ; , cartelle da tavolino, coprilibri, segnali- bri ricavati con carta ccjlorata. L'uovo di Pasqua di zucchero è di cioccolato non esiste più? Ebbene sostituiamolo con un uovo di Pasqua fatto di s tof f a. Come si fa? Occorre tagliare su del dop- pio cartone duro la forn\a di un uovo che si ricopre con della s tof f a. Si uni- sce, usando un cartone ricoperto di s tof f a, che girerà tutto intorno in ma- niera da tener poi insieme i due pezzi. E l 'uovo è fatto. Volete un altro lavoro, per fare un regalo, ai tifosi del cinema? Comperate delle fotograf ie piccoline, che riprodu- cano le stelle o i divi. J^ate tutt'intorno un punto a occhiello e poi unite le figu- rine l'una al l 'altra passando nel punto occhiello un nastrino piccino. Otterrete un arazzo. La stessa cosa potete fare con le foto dei calciatori, e regalerete l 'arazzo ai tifosi del calcio. Si possono anche fare dei paralumi con la carta; dei calendari con nastri, si utilizzano le lampadine elettriche bru- ciate, coprendole con delle^ retine di carta, di tipo froebeliano, o di filo la- vorato all'incinetto. E servono di guar- nizione alla tavola pasquale, al posto delle uova. Queste sono le tracce che vi posso da-^ re, sulle quali con un po' di ingegnosità e di pazienza potrete sviluppare altre numerose idee che potranno venirvi man mano alla mente. Per esempio i portaritratti ornati con ghiande, fatti di cartone ricoperto di spago; gli specchietti da borsetta, che spesso non si usano, e che guarniti con cartone incollato e ricoperto di spago possono diventare specchi da toletta. Bottigl ìe vuote di farmacia con orna- menti di carta colorata o "di retine al- l'uncinetto, con tappi di sughero sui qua- li avrete potuto infilzare un pupazzet- to, fiaschi privati dalla paglia, e dipinsi a mano con dentro un mazzo di fiori; e molti altri oggetti -potranno essere da voi ideati, creati, realizzati per f ar dei regalini Pasquali. RINA SIMONETTA Le unghie mi si rompono facilmente, forse a causa di vernice non buona, jhe ho adoperato per colorarle. Come devo fare, dato che le unghie pallide non mi piacciono, ma che desidererei guarire dalla debolezza che ie fa spezzare? Ogni sera, prima di coricarsi, lavare bene le unghie con sugo di limone. La mattina trattarle con limone e glicerina misti. Poi, quando tutta la toeletta è fat- ta, per dare il rosso senza che le unghie si guastino e farle sembrare verniciale, colorarle con un po' di pasta rossa. Il comune tubetto delle labbra serve benis- simo. Siccome è a base di burro di cacao oltre che dare il colore, serve anche a guarire l 'unghia. * * Cerne far rimanere puliti i vetri un po' a lungo, quando, e specialmente du- rante la stagione invernale, a causa della pioggia e della neve si insudiciano tanto facilmente? Presto fatto. Si lavano, come ho già insegnato, con carta di giornale, e si asciugano con giornali asciutti. Poi si prende una pezzuolina imbevuta in un po', pochissima, cera da pavimenti (di quella di buona qualità che si adopera anche per i mobili) meglio se liquida, e si M E S C O L A N Z A •s strofina bene il vetro, con questa cera. Diventa tersissimo e lo rimane assai di più che con le normali puliture. # * * Come smacchiare un abito di lana chia- ra, sul quale son cadute delle gocce di limone che hanno lasciato una grande macchia? Per levare la macchia di limone ci son parecchi modi. Occorre provare, finche si riesce a trovare quello che va bene. Dunque: lavare con acido tartarico al io per cento, e sciacquare quindi molto be- ne. Oppure con acido citrico, sempic sciacquando poi molto, con acqua pura. Se non basta, immergete nel latte cam- biandolo più volte: oppure nell'aceto. Ad ogni modo, dopo lavata e sciacquata la macchia mettete del talco sulla stoffa e lasciatelo stare per parecchie ore. Poi togliete il talco con una lama (senza intac- care la stoffa). Spazzolare bene. O in una maniera o nell'altra, sarete certe che la macchia di limone sparirà, dall'abito di lana chiara. Ho un abito nuovo e l 'ho rovinato coti del profumo che mi ha lasciato delle mac- chie, proprio davanti. Come debbo fare? Se l'abito è di seta, di raso, o di vel- luto, adoperate della glicerina tiepida. Smacchiate e quindi asciugate bene con un pannolino di lana che assorba l'unto della glicerina. Usate anche per questa del talco, ap- pena levata la macchia. Oppure lavate con acqua tiepida o con una soluzione di sa- pone sciolto nello spirito. Sciacquate con acqua tiepida. R. S. ATHOS GASTONE BANTI, Di ret tore A N NY DIN], Cond i re t t r i ce e gerente Stab. Tip. E. Armani di M. Courrier FIRENEZ - Albeorg Patari Splendoid l l a Categoria - Posizione central issima, prezzi modici - Telefono 25.789 - Via Calzatoii, 6 - Automobile a t u t t i i treni, senza obbligo dei pasti in casa A. FABBRIZI, Direttore proprietario 6 4

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