LA CUCINA ITALIANA 1943
(Quando I indebolimento della visla richiede alimenti appropriati E' inevitabile che la vista — anche se normale e acutissima — vada inde- bolendosi con l 'avanzare degli anni. Il grado d' indebolimento sarà tanto più precoce e tanto più accentuato quanto più un soggetto si applica in compl icazioni di lavoro che esigono con- tinua intensità d'appl icazione: quella intensità che costituisce una frequenza eccezionale di sforzi. Però esistono non pochi soggetti nei quali l ' insufficienza visiva comincia a venire accusata anche se manca la fre- quenza dell'intensità di applicazioni. Nel le donne che attraversano le fasi della maternità e dell 'allattamento con una dieta in cui difetta, per esempio, la dotazione di lipoidi (grassi d'origine, fosforat i -azotat i, da non confondere coi grassi di deposito), veicoli delle vitami- ne liposolubili A. D. E. si possono ave- re neonati con debolezza visiva o an- che con anomalie. La dotazione di questi vettori di grassi fosforat i -azotati diminuisce ne- gli alimenti durante i mesi invernal i: può diminuire anche per imperizia nel- la scelta giornaliera dei commestibili. E la porpora dell 'occhio dell'embrione stesso può rimanere denutrita. Nel laboratorio, se mettiamo dei to- polini o dei porcellini d'India (cavie) a dieta in cui manca la razione regolare di lipoidi, si hanno manifestazione di di cheratoftalmia — infiammazione dei tessuti dell'occhio — e, a scadenza non lunga, perdita della vista. Se per tempo si restituisce agli ani- mali carenzali dei cibi contenuti lipoi- di, come latte, burro, formaggio, olio di frumento, o estratti liposolubili, si verifica un rapido miglioramento e l'at- t ivi tà della vista riprende tutta la sua vivaci tà naturale. Con variazioni di tempo e di ef fet t i: quanto accade ai neonati di madri de- nutrite può accadere anche ai ragazzi e agli adulti. Per questo uno scolaretto o un im- piegato o un operaio o una sarta se a un tratto accusano insufficienza visi- va — anziché correre subito dall 'ottico per armarsi di occhiali — conviene pri- ma consultino un medico esperto di die- tologia. Perche, non di rado, si crede rime- diare con gli occhiali, mentre i distur- bi visivi potrebbero dipendere dalla in- sufficienza di alcuni componenti della propria razione, e non risalendo all 'ori- ginale della vera causa si potrebbe con- correre ad accentuare tali disturbi fi- no a toccare l'irreparabile. Talora permane l'illusione di aver compiuto quanto in superficie pareva necessario — adottando gli occhiali — . L'ottica — con i suoi dispositivi di perfezione — soccorre nell 'accomodare un dato meccanismo alterato o in via di alterazione: (ametropia, miopia, pre- sbitismo, astigmatismo, ecc.) del vedere, ma non può riparare ad inquinamenti e ad alterazioni dei tessuti delle cellule dei nervi oculari ai quali è andato di- minuendo quell'insieme di fattori co- stituenti il mezzo di trasporto e di ricezione dell ' irraggiamento variabilissi- mo della luce destinato a comporre la magica sinfonia di bagliori con tutto un incantesimo di sfumature. E il mezzo di trasporto e di ricezio- ne dell ' irraggiamento è rappresentato, sovrattutto, dai lipoidi. Ciò viene confermato dal fat to non sporadico che taluni i quali non riusci- vano a leggere più — nemmeno in pienp giorno sereno — i caratteri picco- li del giornale e dei testi scolastici e dovevano ricorrere alle lenti d'in- grandimento, se ricevevano i cibi ap- propriati, in capo a qualche mese o due, constatavano — con lieta sor- presa — di potere rileggere senza aiu- to di occhiali, avendo ricuperato quel grado del potere risolutivo della vista che avevano per dono materno. E il ricupero intero del proprio po- tere visivo è una delle fonti che assicu- ra benessere in quanto consente di agire e di trattare con più speditezza, tran- quillità, disinvoltura e di non privarsi di quella sorgente di godimenti che è la visione o la lettura di opere belle. Praticamente, il campione del l 'attivi- tà biologica della vitamina A. veicolata dai grassi fosforati (lipoidi) ha per uni- tà internazionale 0,6 y (y sarebbe ugua- le a milligrammi 0,001 di B. carotene. Ogni costituzione umana ha bisogno di 1000 unità giornaliere: da porta- re a 1500 durante la gravidanza e l'al- lattamento. Dal quadro seguente ciascuno potrà scegliere quello che meglio corrisponde al suo gusto: Indivia (scarola) 6.000 unità, fegato 2800: s'intende, unità), spinaci 1400, bur- ro 1400, carote 940, formaggio par- migiano 700, uova da 550 a 570, latte secco 500, susine 300, piselli 175, po- modori 170, lattuga 150, fave 150, ba- nane 100, cavoli di Bruxelles 95, broc- coli 95, carciofi 85, datteri 85, latte fresco 65, patate 50, asparagi 35, aran- ce 20, uva 20, cavolfiore 15, mele 15, sedano 11, fichi da 12 a 10, cocomeri 10, olio di pesci 10, bietole 5, pane bianco 3. La vitamina A rappresenta la metà della molecola del B carotene. Negli alimenti vegetali è più stabi- le che negli alimenti di provenienza animale. In mancanza di burro e di uova, si può trovare negli spinaci un comples- so di unità equivalenti. Tale complesso è sorpassato dal contenuto dell ' indivia o scarola che conviene mangiare cru- da, o cotta — senza gettarne le acque di cottura — condita con olio solo o con olio e limone. Gioverà ricordare che le uova con- servate col freddo perdono il 75 per cento del contenuto in vitamina A. Se conservata con silicato di soda, perdo- no il 50 per cento. Dato che non fosse agevole fornirsi dei prodotti alimentari elencati, ricor- rere agli estratti vitaminici che re- cheranno un aiuto adeguato al mo- mento che si attraversa. E' sempre preferibile di spendere del denaro in commestibili o in estrat- ti appropriati, anziché in lenti e occhia- li non ancora richiesti dalla situazione ef fet t iva della vista. L'IGIENISTA R i s t o r a n t e S. 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