LA CUCINA ITALIANA 1943
Anguille col risotto A B B ONA TA DELLA PRIMA ORA - B I ANCA C. - Alassio. — Riceveste la mia cartolina? Eccovi ora la ricetta che desiderate. Dopo aver ripulito a dovere una bella anguilla, fatela a pezzi e lavatela, se è possibile, ad acqua corrente, raccoglien- done poi i pezzi in uno staccio o in uno scola-maccheroni. Mentre sgronda, fate crogiolare in un po' di burro e 'd'olio un trito di cipolla e di prezzemolo. Pri- ma che la cipolla imbiondisca, mettete nella casseruola i pezzi d'anguilla, ag- giungendo uno spicchio d'aglio e qual- che filetto d'acciuga tritati per bene. Fa- coltativa un'aggiunta di pinoli, anche essi tritati. Condite con sale e pepe e un pizzico di spezie, se ce ne avete an- cora, e fate cuocere a fuoco piuttosto vivo senza mai toccare l'anguilla con la forchetta, ma scuotendo via, via il reci- piente per impedire che il pesce si at- tacchi al fondo di esso. a . Ma perchè in tutto questo tempo, Gep- pina, non ti eri fatta più viva? Perchè ci avevi lasciato supporre che l'eibV fosse cresciuta sul sentiero della nostra amicizia? O che - e l'ipotesi era ancora pm accorante — qualche evento poco lieto avesse alterato l'armonia della tua vita? Non potendo, in quest'epoca di doverose restrizioni alimentari, fare sfo"- Quando il liquido emesso dall'anguil- la sotto l'azione del calore sarà quasi del tutto evaporato, versate nella casse- ruola mezzo bicchiere di vino bianco secco e ultimate la cottura a fuoco de- bole. A parte, avrete preparato un comune risotto con salsa di pomodoro. Su di es- so, al momento di servire in tavola disponete i pezzi d'anquilla col loro su- go, a sufficienza condensato. E' opportuno ricordare che il vino prima di essere versato nella casseruo- la, deve bollire per qualche minuto in un tegamino; sistema da seguirsi ogni volta che il vino debba essere aggiunto a una data pietanza per integrarne il condimento. Conserva d ' aranci ENA G I ACHI - Firenze. - Come vecchia abbonata della Cucina Italiana voi sapete che ne l l 'A.B.C, in questi tem- pi di restrizioni alimentari, non trovano posto ricette comprendenti sostanze con- tingentate. Ma, dal momento che voi rinunziando eroicamente a indolcire il caffellatte, avete potuto costituire nelia vostra dispensa una piccola riserva di zucchero, destinata alla confezione del- le marmellate, non ho nessuna difficoltà a pubblicare la ricetta della marmellata di aranci che potrà essere utile a qual- che altra mammina giudiziosa come voi. Prendete 12 aranci sani e ben maturi sforacchiatene tutta la buccia con una forchetta, quindi poneteli in una pento- la, o altro recipiente di terraglia, copri- teli d acqua e cosi lasciateli per quattro giorni; cambiando l'acqua mattina e <-e- ra. 1 rascorso questo tempo, dividete ^li arane, l n due parti, con taglio orizzon- tale, liberateli dai semi e tagliateli a fet- tine di circa mezzo centimetro di spes- sore. Quindi pesateli e metteteli al fuoco in una terrina con una quantità d'acqua uguale alla metà del loro peso. Fateli bollire per una diecina di minuti, dopo 1 quali aggiungete un limone di giardi- no, ripulito dai semi e tagliato a fettine sottili. E subito mettete nella casseruo- la un peso di zucchero uguale a quello degli aranci, dimenando sempre col me- rin ? u u n r c o m P ° « ° ™n abbia ripreso il bollore forte: ciò per evitare che io zucchero, precipitando al fondo deUa casseruola, vi si attacchi e bruci. Quando la marmellata comincerà ad addensarsi, asportatene un tantino col mestolo e mettetela sul marmo della tavola o ,n un piatto. Appena la ve- drete addensarsi rapidamente, togliete la marmellata dal fuoco e mischiatevi tre o quattro cucchiai di rum o cognac (se He avete). Sistematela negli appositi vasetti, prima che si raffreddi e l'indo- mani applicate alla sua superficie un disco di carta pergamenata. GEPP INA - Palma Campania. - Uopo un lungo, anzi lunghissimo silen- zio, Geppina scrive: e scrive in termini affettuosi riaffermanti il suo attacca- mento alla Cucina Italiana e ali collaboratrici. ucina sue INOSSIDABILE C O I U M E U S Macchina moderna per lare la pasta in casa IMPASTA - SFOGLIA - TAGLIA Si vende nei principali negozi CATALOGO GRATIS ARTICOLI UTILI PER LA CASA GAVAZZEW1 - B E RGAMO - Casella Postale 75- C •90 gio della tua bravura di cuciniera in preparazioni succulente come il sartù al- la napoletana — ricordi? — o la galan- tina di pollo, tu, Geppina, credevi, a quanto sembra, di non aver più nulla da dire alla tua vecchia amica Frida. E, se non ti fossi trovata un po' incerta sul modo di cuocere gl'involtini di vi- tello, avresti taciuto ancora!.... Debbo, quindi esser grata a questa modesta preparazione familiare che mi ha procu- rato il piacere di leggere tante belle co- sine in una lettera per la quale ho pro- vato come un senso di ritrovamento. Ti dirò dunque, Geppina, che per gli involtini infilati coi rispettivi crostini (un involtino, una foglia di salvia, un crostino e così di seguito) in stecchini adatti, si richiede il forno di un calo- re vivace, che possa cuocerli ed arro- stirli contemporaneamente, senza, però, fari, risecchire. In gratella, per quanto il fuoco fosse ben regolato, i crostini brucerebbero, provocando un piccolo di- sastro. Se tu, come immagino, hai una cucina ali antica, con un rispettabile fo- colare adatto per l'arrosto girato, infi- la gì involtini nello spiede; e te ne tro- verai soddisfatta. Rinunziando ai cro- stini, e lasciando i rotoletti sciolti l'uno dall altro, potrai cuocerli in teglia con olio o burro, ricorrendo, durante la cot- tura a qualche bagnatina di acqua cal- da. Queste bagnatine — sia detto inci- dentalmente per l 'abbonata Marinella trogliant di Bologna — assicurano il buon esito di qualsiasi specie d'arrosto m casseruola. Il tuo piccioncino, cara Marinella non si sarebbe «mummifica- to » come hai scritto con espressione pit- toresca, se ogni tanto tu avessi versato nella casseruola un cucchiaio d'acqua per mitigare l'eccessivo calore che arroventa- va quella bestiola. E' buona regola, inol- tre, far rosolare le carni a recipiente coperto. 11 vapore acqueo, ricadendo su di esse, dal coperchio, impedisce lero di risecchire. Chiusa la parentesi, ti dirò, Geppina di Palma, che gl'involtini di vitello,
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=