Parma per l arte 2022

259 strata la presenza di un Orto in cui sono Mori Grossi n.4, Brugne n.4, Fichi n.5, et Persici n.2. Sulla base di queste evidenze documentarie riteniamo che vada rigettato quanto sostenuto da De Grazia- Gambara-Pellegri 49 e ri- preso anche in altra sede 50 , cioè che il primo nucleo dell’edificio de- stinato a paggeria in Borgo del Vescovo sia da far risalire alla metà/ fine del Cinquecento. Inoltre vogliamo far presente che nella Pianta della città di Parma di Paolo Ponzoni del 1572 (ASPr, fondo Mappe e disegni, vol.2/14 ) la zona interessata prossima a Porta San Barnaba risulta ancora in gran parte inedificata e a prato, con pochi edifici , men- tre la Pianta iconografica di Parma di Smeraldo Smeraldi nel 1592 (ASPr, fondo Mappe e disegni, vol. 2/15) non registra nel Borgo del Vescovo (n.108 nella legenda ) nessun edificio, a riprova che nell’a- rea non esisteva all’epoca alcuna emergenza architettonica degna di nota al servizio della corte farnesiana. Piuttosto la situazione rap- presentata nelle mappe cinquecentesche ben si accorda con la con- solidata destinazione di tipo produttivo più sopra descritta. Di contro i disegni esistenti del caseggiato dei Signori Borelli in pianta sia del piano terra che del primo e del secondo piano 51 evi- denziano lo sviluppo dell’edificato intorno alla corte, proprio a par- tire dall’impianto sopradescritto delle Chioldare, sul fronte sud ed est e avendo già inglobato gli edifici confinanti ad ovest, acquistati da Saverio entro gli anni ’40, come attestato dal rogito del notaio Franchi. Si tratta di disegni colorati redatti in scala di 12 tese di Francia (1 tesa era esattamente pari a 6 piedi, pari a circa 1,949 me- 49 L’edificio sarebbe a identificarsi con quanto riportato in uno schizzo a colori ed epigrafe di Alessandro Sanseverini in cui si legge “in una casa allo inizio di borgo del Vescovo eravi una nicchia con il busto del duca Ottavio ”, che venne tolto nel 1778 durante i rifacimenti della facciata insieme all’epigrafe “OCTAVIUS FARNESIUS/IN BELLO CAESAR IN PACE AUGUSTUS/ ALEXANDRO FILIO FILIPPUS”, ove Filippus deve intendersi in senso etimologico “ amico dei caval- li, cavallerizzo, maestro di equitazione”: cfr. L.GAMBARA-M.PELLEGRI-M.DE GRAZIA , Palazzi e casate di Parma , p. 692. 50 M. DALL’ACQUA, L’ossessione della memoria: Parma settecentesca nei dise- gni del Conte Alessandro Sanseverini , Catalogo della mostra tenuta a Parma, 12 ottobre 1997-11 gennaio 1998, Parma 1997, p. 299. 51 ASPr, Raccolta Mappe e Disegni, vol. 10 nn. 48,49,50, Piante del piano-terra, primo e secondo piano della casa dei sigg. Borella in b.go del Vescovo , inchiostro acquerellato a colori su carta e lapis, mm. 460x750, 440x640, 460x670.

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